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Milwaukee: una rivoluzione che parte da Atene

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Lorenzo Ricchitelli

54W/19L: questo recita la classifica attuale della East Division della National Basketball Association. Alla guida di questa con queste cifre è la squadra di una città del Wisconsin, ovvero Milwaukee. Per i non addetti ai lavori questi possono semplicemente apparire come numeri di una normale classifica. Tuttavia, conoscendo le origini di questa piccola realtà, l’unica parola giusta da utilizzare è rivoluzione. Le domande che spontaneamente sorgono sono essenzialmente due: perché parlare di rivoluzione? E qualora se ne possa parlare, quando e dove è iniziata? 

Giannis e sistema di gioco: gli ingredienti del successo dei Bucks

Per rispondere torniamo a quei numeri iniziali, i quali contengono l’essenza dell’estremo cambiamento dei Bucks del coach Mike Budenholzer. Quel cinquantatré diventa ancora più rilevante se confrontato con i Golden State Warriors. La squadra di San Francisco guida la West Division con il punteggio di 49W/23L. Perché è così rilevante? Forse perché parliamo della squadra che ha vinto tre anelli negli ultimi quattro anni. I Warriors sono considerati la squadra più dominante al livello offensivo per volume di gioco e prolificità offensiva. Tuttavia quest’anno i Bucks li staccano di quattro vittorie, non molte, ma rilevanti. Conoscendo queste cifre, si potrebbe pensare a un anno molto fortunato di Milwaukee. Forse grazie a un roster ben affiatato e una condizione e qualità di gioco costante? È veramente così? Per trovare una risposta si può andare a osservare qualche statistica riferente alla precedente stagione.

Alla fine della scorsa regular season, il tabellino W/L dei Milwaukee Bucks recitava 44/38. Dunque già a fine marzo, un mese dalla fine della stagione regolare, Milwaukee sta già superando in doppia cifra le vittorie ottenute l’anno scorso a fine aprile. Queste cifre l’anno scorso garantirono l’accesso alla post season con il settimo piazzamento. Un riscontro così dissestante tra le due stagioni non può essere solo una coincidenza. In sostanza cosa può essere cambiato? Partiamo con l’analizzare il gioco del coach Mike Budenholzer. Quest’anno il sistema di gioco dei Bucks è di abbastanza facile lettura. Gli schemi della squadra girano intorno alle straordinarie qualità fisiche, atletiche e tecniche della loro superstar di lontane e miste origini. Parliamo di un ragazzo nigeriano naturalizzato greco che porta il trentaquattro sulle spalle, Giannis Antetokoumpo. Solamente la storia di questo ragazzo potrebbe rappresentare l’incredibile rivoluzione avvenuta nel Wisconsin.

Immigrato in Grecia assieme alla famiglia (originariamente il cognome era Adetokunbo), Giannis si procurava da mangiare facendo il venditore ambulante. Tuttavia la sorte e la natura gli hanno donato misure fisiche fuori dal normale. Grazie a queste e al talento innato che serve, lui e i suoi due fratelli Kostas (il quale attualmente milita nei Dallas Mavericks) e Thanasis, sono stati sottratti alla strada. Iniziò così la loro avventura nella pallacanestro in Grecia fino al 2012, quando arrivò per Giannis la chiamata da Milwaukee. Cos’ha portato questo straordinario ragazzo al gioco dei Bucks? Normalmente un atleta di queste misure (non solo 2,11 metri di altezza, ma anche e soprattutto ben 222 cm di apertura alare) sarebbe un ottimo elemento difensivo, con grandi doti al rimbalzo sia offensivo che difensivo e sarebbe un ottimo elemento per giocare i pick and roll con i compagni. Tuttavia Giannis può essere definito in ogni modo tranne che normale, per le sue doti atletiche sovrumane.

Giannis Antetokoumpo, ala grande in forza ai Milwaukee Bucks. Foto: Espn.

Queste gli permettono di guadagnarsi la via del ferro quasi sempre, rendendolo quasi inarrestabile nell’uno contro uno. Giannis diventa sia colui che porta il blocco nel pick and roll, sia colui che penetra con il favore di un blocco per lui. Per rendere più chiaro il discorso per i non conoscitori del linguaggio tecnico, bisogna spiegare cos’è un pick and roll. Oggi rappresenta una delle manovre più utilizzate da tutti i roster della lega. Sostanzialmente il play o la guardia (cosiddetto “piccolo”) penetra in area con l’aiuto dell’ala grande o il centro (cosiddetto “grande”) che bloccano fisicamente il marcatore piccolo. Così si forza il cambio difensivo, dove il centro avversario arriva a marcare il piccolo della propria squadra, favorendolo così nell’uno contro uno. La rivoluzione che ha portato il coach Budenholzer è proprio nel ruolo di chi penetra, che non è spesso il piccolo nel gioco dei Bucks, ma lo stesso Giannis. Il Greek Freak sviluppa il cosiddetto schema del “penetra e scarica”. In questo schema colui che è favorito dal blocco, penetra nell’area. A questo punto si trova davanti a un bivio: andare al ferro o scaricare la palla per un tiratore oltre l’arco.

L’elemento straordinario del gioco dei Bucks è la particolare applicazione dello schema. Difatti il loro uomo-franchigia greco, nonostante le dimensioni delle mani e delle braccia, è anche un ottimo passatore. Il coach sapendo questo e, conoscendo le incredibili doti del greco di attaccare il ferro, ha esasperato lo schema. Nella pratica, quando Giannis penetra, tutti e quattro i compagni si piazzano oltre l’arco. Ai compagni viene imposto un diktat chiaro: se arriva lo scarico, bisogna prendere il tiro da tre, sempre, indipendentemente da chi riceva la palla. La qualità del numero trentaquattro si è trasferita anche nei compagni, che esercitando in partita così spesso il tiro da tre, hanno alzato le loro medie oltre l’arco in maniera esponenziale. La testimonianza la si può riscontrare nelle cifre del centro titolare dei Bucks, ovvero Brook Lopez. Questo ragazzo fino a due anni fa aveva messo una sola tripla in carriera. Quest’anno al contrario viaggia allo straordinario ritmo, per un atleta del suo ruolo, di una media del 36,8% da tre punti e di 6,4 triple tentate a partita.

Queste statistiche sembrano quasi fantascienza, ma a Milwaukee la rivoluzione ha portato la fantascienza a divenire realtà. I meriti di questo cambiamento le possiamo leggere nelle cifre del fenomeno che viene dalla Nigeria. Giannis viaggia alle medie di 27,5 punti a partita, 12,6 rimbalzi, 6 assist. Si parla di quasi una tripla doppia (si intende la doppia cifra nei tre tabelloni principali: punti, rimbalzi e assist) di media! Tutto ciò è accompagnato dal 58,1% di realizzazione dal campo. Già questo fa capire la portata dell’atleta e del suo impatto straordinario sul gioco. Bisogna poi sottolineare il dato più straordinario: Giannis mantiene queste medie senza quasi saper tirare da tre punti, ma ad oggi la sua media da tre punti è del 24,9%. Questo dato è stupefacente per chi fino a cinque anni fa non conosceva neanche le regole del basket. Ipotizzando che il greco (gli addetti al lavoro ne sono sicuri) migliorerà nel prossimo futuro le sue percentuali oltre l’arco, cosa comporterebbe? Kobe Bryant, uno degli atleti più forti della storia del Basket, recentemente ha rilasciato parole significative in un intervista riguardo ciò. Dopo essersi allenato assieme al Greek Freak durante la scorsa estate, ha dichiarato che Giannis «is just scrathing the surface». Il Mamba ha sottinteso così che il fenomeno greco ha mostrato ben poco del suo potenziale, avvertendo gli addetti ai lavori e gli appassionati.

L’entusiasmo della città di Milwaukee per un futuro radioso

Il Fiserv Forum, la nuova casa dei Milwaukee Bucks, durante la sua costruzione. Foto: Deadspin.

Le dimensioni di questo cambiamento dalla Grecia sono state percepite soprattutto dalla città stessa di Milwaukee. Osservando ad esempio i numeri dell’affluenza nelle partite casalinghe degli ultimi anni, questa svolta è evidente. Fino all’arrivo del numero trentaquattro la media di affluenza degli spettatori nelle partite a Milwaukee era in calo. Il picco più basso fu raggiunto nella stagione 2011/2012: una media di 14.914 spettatori per un totale di 485.717 durante l’annoDopo i primi anni di assestamento, la nuova Milwaukee targata Atene ha riscosso un successo straordinario, assestando la media di spettatori ai 600.000 annui circa a partire dalla stagione 2014/2015. Questi dati coincidono con l’inizio di un progetto ambizioso, ovvero la costruzione di un nuovo stadio. Questa volontà di investire da parte della società dei Bucks era legata proprio a questo rinnovato entusiasmo di questa comunità del Wisconsin. Così il 18 giugno 2016 partirono i lavori per costruire il modernissimo Fiserv Forum, inaugurato poi il 28 agosto 2018. Con una capienza massima di 17.500 spettatori, questo impianto ha avuto il notevole costo di costruzione pari a 524 milioni di dollari. Questo esborso economico è frutto soprattutto dei miglioramenti esponenziali da parte della squadra nelle ultime stagioni. Quest’anno si sta forse raggiungendo l’apice di questa parabola rivoluzionaria, che porterà i Bucks quasi sicuramente alla vittoria della East Division. Potranno successivamente arrivare in fondo alla post-season? Solo il tempo lo dirà, ma sicuramente avere Giannis è un buon motivo per crederci.

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