Al giorno d’oggi la politica appare sempre più vicina al cittadino o, meglio, il politico di turno vuole mostrarsi sempre più parte del popolo comune. Questo modo di operare ha portato, da un lato, alla cieca tifoseria degli elettori verso i singoli esponenti di partito e, dall’altro, a un disinteresse progressivo nei confronti dell’intero settore politico facendo precipitare, così, l’affluenza alle urne. In queste due fazioni è agevole, inoltre, distinguere coloro che si identificano in un politico e lo innalzano a protettore e salvatore dello Stato, dimenticando i progetti politici del partito stesso o, che dir si voglia, il programma elettorale, limitandosi ad apprezzare le esternazioni pubbliche, più o meno fondate, dei singoli membri sotto la luce dei riflettori. Sotto l’altro versante, invece, affiorano teorie più o meno ironiche che arrivano perfino ad auspicare l’abolizione del suffragio universale e, in particolare, di quei soggetti appena descritti e facenti parte dell’opposto gruppo. Non essendo tuttavia possibile una soluzione così drastica e avvicinandosi le elezioni europee la cosa più utile, per tutti, sarebbe quella di esercitare il diritto di voto nel migliore dei modi, quello consapevole. Il modo più efficace per consentire ciò è, in primo luogo, capire quello per cui si sta votando e, in secondo luogo, una lettura asettica dei programmi elettorali dei principali partiti sul piano nazionale, priva di commenti approfonditi su contenuto e fattibilità, la cui analisi verrà rinviata alla dimensione personale del lettore.
Ciò detto, partendo dalle basi, con le elezioni che si terranno in tutti i Paesi membri – per l’Italia il 26 maggio 2019 – i cittadini saranno chiamati a eleggere i componenti del Parlamento Europeo. Ogni Paese, a seconda della grandezza, avrà diritto a eleggere un numero determinato di europarlamentari, che per l’Italia saranno 76 (circa il dieci per cento del totale). Nel dettaglio, la votazione avverrà con l’apposizione della classica X sopra al simbolo del partito e con la possibilità di esprimere tre preferenze: tuttavia, nel caso tale possibilità sia esercitata per più di un nome, è necessario che le preferenze indichino candidati di sesso diverso tra loro. Per quanto attiene, invece, al Parlamento Europeo, basti sapere che questo è l’unico organo sovranazionale che prevede l’elezione diretta da parte dei cittadini. Esso ha funzione legislativa, congiuntamente al Consiglio dell’Unione europea in un sistema che ricorda quello bicamerale italiano, senza tuttavia avere potere di iniziativa legislativa se non in alcuni, limitati, casi.
Appurato così l’oggetto delle prossime elezioni, andiamo ora ad analizzare i programmi dei singoli partiti che si candidano a rappresentare il nostro Paese all’europarlamento, con l’importante precisazione che è previsto uno sbarramento (una soglia minima di voti necessari per la ripartizione dei seggi) al quattro per cento, volto a limitare un’eccessiva frammentazione fra i singoli partiti presenti nel Parlamento stesso.
Forza Italia
Alleati: Partito Popolare Europeo (gruppo europarlamentare).
“Una nuova Europa, un nuovo occidente”
- Aumento dei poteri del Parlamento europeo;
- riallacciamento dei rapporti esteri con USA e Russia diretto al contrasto comune dell’espansione della Cina;
- tutela del made in Italy, dell’agricoltura italiana e dell’ambiente;
- unificazione a livello comunitario delle politiche estere e della difesa;
- previsione di appositi aiuti, come fondi e piani di investimento, per imprese e giovani;
- contrasto dell’immigrazione irregolare attraverso un piano di investimenti in Africa sul modello dello storico Piano Marshall;
- controllo degli investimenti commerciali esteri, semplificazione della burocrazia per le imprese e apertura dei mercati;
- accesso ai fondi europei semplificato;
- aumento della sicurezza e lotta al terrorismo;
- riforma della Banca Centrale Europea sul modello della Federal Reserve americana;
- ruolo centrale dell’Italia in Europa e in particolare come guida dei Paesi del Mediterraneo.
Movimento 5 Stelle
Alleati: Zivi Zid (Croazia), Kukiz’15 (Polonia), Akkel (Grecia), Liike Nyt (Finlandia).
“Per un’Europa amica di tutti i popoli”
- Aumento della democrazia diretta e diminuzione dei privilegi attraverso l’introduzione dell’iniziativa legislativa per l’europarlamento e l’abbattimento degli stipendi dei parlamentari;
- stop alle politiche di austerity con abolizione dei vincoli di bilancio da infrastrutture, sanità ed istruzione e riforma della Banca Centrale Europea sul modello americano;
- tutela del made in Italy in Europa con contrasto alla contraffazione;
- previsione di finanziamenti per piccoli e medi imprenditori e agricoltori per il contrasto della delocalizzazione;
- previsione di un salario minimo a livello europeo;
- previsione di misure a sostegno di famiglie e ceto medio;
- tutela dell’ambiente con diminuzione dell’inquinamento e delle fonti energetiche “sporche”;
- piena parificazione salariale tra uomo e donna;
- riforma dei congedi di paternità e maternità;
- politica migratoria comune e redistribuzione obbligatoria dei migranti fra i singoli Stati membri;
- lotta alla corruzione e previsione di una normativa antimafia comunitaria sul modello italiano;
- obbligo per le imprese multinazionali di pagare le tasse nei singoli Paesi in cui operano.
Lega Nord
Alleati: EANP (partiti di destra ed euroscettici ex ENF, fra cui AfD e Rassemblement National).
- Contrasto al potere di Francia e Germania in Europa;
- difesa delle singole identità nazionali e delle radici cristiane della comunità europea;
- stop all’austerità e aumento della flessibilità per i singoli Stati, da determinarsi a ogni ciclo economico;
- contrasto all’immigrazione clandestina non per redistribuzione dei migranti fra i singoli Stati membri ma attraverso la promozione di rimpatri;
- restituzione da parte dell’Europa del saldo negativo tra quanto dato e quanto ricevuto tra il 2007 ed il 2017;
- sanzioni alla Turchia mediante il blocco all’accesso ai fondi europei e blocco dei negoziati per la sua adesione all’Europa;
- introduzione di un apposito referendum per le decisioni importanti prese da Bruxelles e per l’ammissione di nuovi membri dell’Unione;
- lotta alle “quattro B” (Banchieri, Barconi, Burocrati, Buonisti) attraverso semplificazioni delle direttive e procedure già esistenti;
- interventi di semplificazione ed eliminazione di norme settoriali in agricoltura e pesca, normativa precisa sull’etichettatura e tracciabilità dei prodotti;
- investimenti in ricerca e sviluppo al fine di evitare la “fuga di cervelli”;
- blocco della destinazione di fondi europei a ROM e sinti;
- introduzione di dazi doganali e misure antidumping per il contrasto della concorrenza sleale di Cina, Vietnam, India, Pakistan;
- separazione delle banche d’affari dalle banche commerciali e rimborso immediato per i cittadini italiani truffati dalle banche;
- tutela degli interessi dell’Italia prima di quelli europealamità naturali per la destinazione di fondi, tutela dell’ambiente, risarcimenti da c.
Partito Democratico
Alleati: Partito Socialista Europeo (gruppo europarlamentare).
“Per una nuova Europa, verde, giusta, democratica“
- Piano straordinario di investimenti su opere pubbliche, ricerca, energie rinnovabili per incentivare economia e lavoro;
- salario minimo a livello europeo diretto a garantire il contrasto alla concorrenza sleale;
- indennità di disoccupazione a livello sovranazionale finanziata dalla comunità europea;
- tassazione delle multinazionali nei Paesi di realizzazione dei profitti e introduzione di un’aliquota del 18% per le imprese;
- progressivo azzeramento delle immissioni inquinanti, incentivi per le energie pulite e per il riciclo della plastica;
- piena equiparazione lavorativa e salariale fra uomini e donne;
- introduzione di una normativa sovranazionale diretta a reprimere le violenze di genere;
- valorizzare e incentivare la piccola impresa, in particolare l’attività agricola;
- riconoscimento immediato di tutti i periodi e titoli di studio svolti all’estero, aumento dei fondi Erasmus, investimento del tre per cento del PIL nella ricerca, introduzione di una Carta Europea dello studente;
- imputazione di sei miliardi di euro del bilancio europeo ai minori a rischio povertà, rendendo accesso alla sanità, istruzione, alloggio e alimentazione adeguata gratuiti;
- riforma del trattato di Dublino diretta a rendere obbligatorio il riparto degli immigrati, gestione unica delle frontiere europee e sanzioni verso i Paesi che negano l’accoglienza;
- paternariato europeo in Africa attraverso specifici piani di investimento.
Fratelli d’Italia
Alleati: Partito dei Conservatori Europei ACRE (gruppo europarlamentare).
“In Europa per cambiare tutto. A testa alta”
- Modifica degli impianti fondamentali dell’Unione per passare dall’attuale forma a una differente confederazione di Stati autonomi, dotati di piano potere e libertà interne;
- modifica dell’attuale capitale europea da Bruxelles a Roma o Atene;
- blocco delle ingerenze esterne, in particolare di Francia e Germania, nei confronti dell’Italia;
- stop alla politica dell’austerità e promozione di un piano di investimenti europeo su trasporti, sicurezza, infrastrutture, edilizia e messa in sicurezza del territorio;
- fare dell’Italia lo Stato europeo dove sia più vantaggioso investire: tassa unica del 15%, abolizione del limite di uso dei contanti e della fattura elettronica;
- semplificazione dell’accesso ai fondi europei;
- flat tax solo sulle imprese che producono in Italia con manodopera locale, tutela del lavoro autonomo e degli artigiani;
- sostegno economico ai settori di turismo e cultura;
- separazione fra banche commerciali e banche d’investimento, riforma della Banca Centrale Europea;
- misure compensative fra gli Stati avvantaggiati dalla moneta unica e quelli penalizzati da quest’ultima;
- no ad accordi commerciali che non tutelino il prodotto italiano, che tale deve essere solo se completamente prodotto in Italia;
- introduzione di “dazi di civiltà” per prodotti non conformi agli standard di sicurezza e lavoro europei;
- sostegno a famiglia e natalità con assegni specifici e latte artificiale gratuito;
- lotta all’ideologia di gender e all’utero in affitto;
- inalienabilità e impignorabilità della prima casa, istituzione di un fondo europeo diretto a garantire mutui quarantennali a tasso zero sull’acquisto dell’immobile;
- messa al bando di tutti i prodotti non biodegradabili, contrasto agli allevamenti intensivi e incentivi alle energie pulite;
- uscita dal Global compact ONU, controllo militare delle frontiere e missione europea per il blocco navale;
- contrasto a ogni forma di neocolonialismo in Africa, previsione di quote di migrazione regolare per le sole nazionalità che hanno dimostrato di integrarsi con la cultura europea;
- modifica di normative europee già in essere per prevedere un privilegio per gli italiani;
- difesa delle radici cristiane dell’Europa;
- divieto di finanziamento alla costruzione di luoghi di culto di Stati fondamentalisti;
- tetto massimo agli alunni stranieri per le classi scolastiche;
- no alla Turchia in Europa.
+Europa e Italia in Comune
Alleati: Partito Democratico Europeo (gruppo europarlamentare).
“Un’altra italia c’è. Più coraggiosa, più libera, più europea.“
- riforma della Comunità europea sul modello federale, introduzione di un apposito patto fondativo che consenta la modifica delle singole costituzioni degli Stati membri in un percorso di unificazione;
- introduzione di partiti sovranazionali, Ministri europei, elezione diretta del Presidente della Commissione e potere di iniziativa legislativa al Parlamento europeo;
- riforma del Parlamento Europeo in un sistema bicamerale perfetto dato da una camera eletta direttamente dai cittadini e un Senato federale rappresentativo degli Stati membri;
- apertura del negoziato per l’adesione all’Unione europea dell’Ucraina e dei Paesi balcanici, che ancora non ne fanno parte;
- istituzione di un seggio permanente per l’Unione europea al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
- istituzione di esercito e guardia costiera europea comune;
- piano di investimento in infrastrutture comuni a livello europeo per incentivare il lavoro;
- contrasto all’evasione fiscale, semplificazione della burocrazia, riduzione delle tasse su imprese e lavoro;
- tassazione a livello europeo sulle società che operano su più Paesi;
- digitalizzazione e tracciabilità degli strumenti finanziari per contrastare corruzione e mafia;
- creazione di un portale unico europeo per proposte, iniziative e consultazioni dei cittadini;
- sviluppo e tutela delle aree non urbane, montane ed agricole;
- garantire il ruolo nazionale della sanità e stabilire standard minimi conformi europei;
- incentivi ad aree meno sviluppate delle singole nazioni con appositi investimenti e no-tax zones;
- incentivi alle energie rinnovabili e progressivo abbandono del carbone, imposizione di un prezzo unico sulle emissioni di Co2, istituzione di un budget europeo per il rinnovo delle condotte idriche, investimento in auto e biciclette elettriche;
- raddoppio dell’entità del bilancio europeo e aumento del potere di spesa;
- creazione di reti ferroviarie ad alta velocità per persone e merci;
- piano di scambi ed investimenti in Africa;
- istituzione di un fondo europeo per le startup e di un sussidio europeo contro la disoccupazione sostenuto, in un primo momento, dal PIL e successivamente da contribuzione diretta;
- sanzioni ai Paesi che rifiutano l’accoglienza dei migranti, politiche di ingresso coordinate e attraverso canali legali;
- piena libertà di movimento in Europa e garanzia dei diritti umani individuali.
La sinistra (Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Sinistra Europea)
Alleati: Gue/Ngl (gruppo europarlamentare).
- Abolizione della troika;
- aumento dei poteri del Parlamento Europeo e della partecipazione dei cittadini;
- abolizione del fiscal compact e del pareggio di bilancio, avviamento di una procedura di rinegoziazione del debito;
- riforma della Banca Centrale Europea che dovrà dipendere dall’europarlamento e creazione di un’agenzia di rating pubblica;
- armonizzazione dei sistemi fiscali degli Stati e introduzione di una tassa patrimoniale unica;
- separazione delle banche da investimento da quelle commerciali;
- divieto di ogni operazione con i cosiddetti “paradisi fiscali”;
- introduzione di un’aliquota unica del 25% sulle società;
- abolizione della TTIP (il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti);
- introduzione di un salario minimo unico e riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali;
- far sì che lo standard contrattuale europeo sia quello a tempo indeterminato con ogni garanzia minima;
- istituzione di un reddito base di esistenza determinato nel 60% del valore del reddito medio di ogni Paese;
- riduzione delle emissioni di gas serra e promozione di fonti energetiche rinnovabili attraverso finanziamenti pubblici;
- blocco di tutte le opere pubbliche ad alto impatto, come la TAV;
- divieto di privatizzazione su ogni bene pubblico, divieto di utilizzo di OGM e di sfruttamento dell’agricoltura o della pesca che dovranno, invece, essere tutelate;
- piena equiparazione salariale fra uomo e donna, divisione dei congedi di maternità e paternità;
- pieno accesso alla fecondazione assistita e all’adozione, anche ai single;
- per i migranti, possibilità di ingresso in Europa per la ricerca di occupazione, diritto di voto, introduzione dello ius soli, rimozione delle norme che impediscono il soccorso in mare;
- investimenti nelle zone interne dei Paesi mediterranei, come il sud Italia, attraverso incentivi sull’agricoltura, sulle infrastrutture, anche approfittando dei processi migratori (sul modello Riace);
- aumento dell’età della scuola dell’obbligo a diciott’anni, università gratuita e rimozione del numero chiuso;
- lotta a tutte le forme di criminalità, alla produzione e diffusione di armi, condanna ad ogni organizzazione neofascista e neonazista.
Come abbiamo avuto modo di osservare, alcuni programmi appaiono simili fra loro o, meglio, condividono molti punti in comune. Questo, con tutta probabilità, si deve alla classica divisione fra centro, destra e sinistra o, comunque, alla classica linea storica tenuta da ogni partito. In generale alcuni programmi si dimostrano più conservativi ed orientati ad aumentare il potere dei singoli Stati al fine di limitare l’ingerenza del potere dell’Europa. Altri, all’opposto, auspicano una maggior presenza da parte della Comunità ed un coordinamento centralizzato diretto alla creazione di un corpus unitario. In ogni caso, ciò su cui tutti i candidati puntano è l’ottenimento di una serie di privilegi per l’Italia, siano essi tradotti in un maggior potere decisionale o nell’allocazione di fondi e risorse. Nella pratica, come premesso, l’Italia otterrà il 10% dei seggi e dunque, nell’ottica di mantenere almeno in parte quanto promesso, diverranno essenziali gli assembramenti interni del Parlamento europeo ossia gli eurogruppi o, comunque, le singole alleanze con i partiti di altri Stati. Di tutte le promesse elencate fin’ora, infatti, non tutte sono facilmente realizzabili, alcune addirittura sono destinate a rimanere nell’ambito della “fantapolitica” altre, invece, sono semplici asserzioni il cui fine è unicamente propagandistico, diretto a rimarcare le linee programmatiche dei singoli partiti nel territorio italiano.
Nonostante quest’ultima frase possa sembrare sconfortante, non si deve cedere alla tentazione di rinunciare al diritto di voto perché, anche se si rischia di scendere nello stereotipo, le prossime elezioni europee saranno determinanti. La politica, nazionale e non, si sta sempre più orientando su partiti di ispirazione popolare e, in parte, critici proprio nei confronti dell’Unione. La recente Brexit, seppur non conclusa, è un esempio lampante delle modifiche che potrebbero investire la conformazione dell’Europa in un prossimo futuro. Per tutti i cittadini italiani, siano essi contrari o favorevoli all’Unione, questa è la migliore occasione per esprimere le proprie intenzioni attraverso lo strumento del voto, verso il partito che più rispecchia le idee di ciascuno, al fine di raggiungere il cambiamento desiderato. Infatti non solo i più “europeisti” possono trarre un vantaggio nella partecipazione alle prossime elezioni ma anche chi è contrario e, generalmente, si limita a criticare l’Europa vedendola come un istituzione inutile e/o loggia dei pochi: l’unica possibilità di ottenere un cambiamento è attivarsi affinché ciò possa avvenire. In ultimo, anche se è di fondamentale importanza, la legittimazione al diritto di critica è strettamente correlata all’esercizio del voto. Restando immobili e non votando, di fatto, non ci si esprime e perciò si riconosce indirettamente il voto espresso da chi, a contrario, si è mosso.