È un argomento di grande dibattito la morte di José Antonio Reyes. Un episodio che ha sconvolto gli appassionati di calcio: l’ex calciatore di Real e Atletico, ma soprattutto del Siviglia, è rimasto vittima di un incidente stradale nella giornata di sabato 1 giugno. Una notizia che ha condizionato quelle che sono state le ore prima della finale di Champions League. Prima del fischio d’inizio di Tottenham – Liverpool, infatti, c’è stato un minuto di raccoglimento per ricordare Reyes, giocatore conosciuto alla Premier League, ma soprattutto conosciuto agli spagnoli di entrambe le compagini. Fernando Llorente e Alberto Moreno, rispettivamente degli Spurs e dei Reds, erano visibilmente commossi, dato che entrambi sono stati compagni di squadra di José Antonio Reyes al Siviglia di Unai Emery. Una storia a forti tinte biancorosse, quella della “perla di Utrera”: un po’ sevillista, a tratti gunner, a volte colchonero.
La carriera vincente di José Antonio Reyes
Classe 1983, José Antonio Reyes era un giocatore offensivo che, pur non segnando tantissimo, sapeva rendersi decisivo. Di piede mancino, ruolo ala destra ma all’occasione trequartista o anche punta, inizia la sua carriera al Siviglia uscendo dalle giovanili nel lontano 1999. Inizierà a giocare stabilmente nella prima squadra dei Rojiblancos solo a partire dalla stagione 2001-2002, trovando sempre più spazio. Nel gennaio del 2004 è l’Arsenal di Wenger a farsi avanti e prelevare il calciatore dall’Andalusia, portandolo a Highbury: con tredici presenze e due gol segnati, José Antonio Reyes entra nella storia come uno dei componenti degli Invincibles, vincendo l’ultimo titolo di Premier League dei Gunners. Con l’Arsenal vincerà il Community Shield per la stagione precedente e anche la FA Cup nel 2005; arriverà inoltre anche in finale di Champions League nel 2006, trofeo poi vinto dal Barcellona in rimonta nella cornice del Saint Denis di Parigi. Successivamente, il calciatore passerà al Real Madrid di Fabio Capello. Reyes arriva nei galacticos in un’operazione che prevede lo scambio con Julio Baptista – ricordato da molti per essere stato una meteora nella Roma giallorossa – all’Arsenal. L’andaluso contribuì alla vittoria del titolo della Liga spagnola, riportando il Real Madrid a essere nuovamente campione di Spagna dopo tre stagioni. Rimane sempre nella capitale spagnola, ma passa all’Atletico, dopo appena una stagione al Real. Col senno di poi, una scelta azzeccata. Dopo una prima stagione abbastanza anonima con zero gol segnati, passa in prestito al Benfica, dove vincerà la Coppa di Lega portoghese. Al ritorno in maglia colchoneros, arriverà la prima gloria europea per José Antonio Reyes. Nella stagione 2010, l’ex Arsenal vince la sua prima Europa League. Metterà anche la sua firma nella Supercoppa Europea giocata contro l’Inter, segnando il gol del vantaggio Atletico.
Il ritorno in Andalusia
Rimarrà a Madrid fino al gennaio 2012, partecipando alla fase a gironi di Europa League, competizione vinta dalla squadra di Diego Simeone. La UEFA gli riconosce anche quel titolo, nonostante la cessione nella finestra di mercato invernale. La regola prevede che il giocatore sia riconosciuto come vincitore di una competizione UEFA anche se non presente nella rimanenza della stagione, pur avendo giocato in fasi precedenti al torneo a eliminazione diretta. Il ritorno a Siviglia coinicide con quello che è il momento migliore della storia europea dei rojiblancos. Dopo i due trionfi consecutivi nel 2006 e nel 2007, il Siviglia si ripeterà per tre volte consecutive. Presente anche Reyes, ovviamente. Una volta iniziò la partita da capitano, nel 2015, quando fornì l’assist decisivo per Carlos Bacca, portando per la prima volta in vantaggio il Siviglia nella contesa. Nella finale del 2016 non sarà convocato per la partita contro il Liverpool, ma con la vittoria dei rojiblancos a Basilea José Antonio Reyes è l’unico calciatore nella storia ad aver vinto per ben cinque volte la Coppa UEFA/Europa League. Rimangono a quattro vittorie personali giocatori come Gameiro, Vitolo e il portiere Beto, tutti e tre vincitori delle tre edizioni consecutive del Siviglia. A fine stagione Reyes lascia la squadra, rescindendo il contratto, per accasarsi all’Espanyol.
Dopo l’addio al Siviglia, è la fase calante della carriera della Perla di Utrera, che cambia squadra ogni anno. Dopo l’esperienza biancoblu a Barcellona passa al Cordoba, per poi andare a giocare in Cina al Tianshan Leopard, infine arrivando all’Extremadura. Aveva firmato un contratto di cinque mesi con la società di Segunda Divisiòn, collezionando appena nove presenze, poi si è arrivati al tragico incidente. Come da titolo, un caso che divide. Hanno fatto discutere le dichiarazioni di Santiago Cañizares, ex portiere di Real Madrid e Valencia, che ha partecipato per diversi anni a campionati nazionali di rally. Ha voluto esprimere il suo pensiero sui social tramite un tweet. Un cinguettio che si soffermato sul fatto che l’incidente che ha ucciso l’ex Siviglia sia stato causato dall’alta velocità, condannandone l’atto. Reyes stava percorrendo un tratto della A376, superstrada che collega Siviglia a Utrera, città di provenienza del calciatore. La Mercedes Brabus S550 di Reyes – secondo le ricostruzioni fornite dal Mundo Deportivo – stava viaggiando a una velocità di circa 240 chilometri all’ora, in un tratto di strada in cui il limite di velocità è fissato a un massimo di circa 120. L’elevata velocità di percorrenza, mista a uno scarso utilizzo della vettura in sé, ha causato lo scoppio di uno pneumatico. L’autovettura di José Antonio Reyes va a sbattere contro un muretto di sostegno, prendendo fuoco. L’incendio causerà la morte del calciatore e di suo cugino Jonathan, mentre una terza persona – anche lui cugino di Reyes – è sopravvissuta all’impatto, riportando però ustioni gravissime su tutto il corpo.
Il ricordo di un grande calciatore
Proprio questa vicenda ha fatto riflettere Cañizares, che ha definito ingiusto il fatto di dipingere Reyes come un eroe, dopo ciò che è successo. Successivamente, l’ex portiere ha comunque voluto aggiungere che bisogna riflettere sugli errori che vengono commessi e che, allo stesso tempo, Reyes debba essere omaggiato per quello che ha fatto a livello sportivo. È quello che ha fatto il Siviglia, allestendo una camera ardente allo stadio Sanchez Pizjuàn, omaggiando quello che è stato un canterano, giocatore e capitano della squadra. Il feretro e dietro i tre trofei dell’Europa League vinti, quelle tre vittorie consecutive che lo hanno iscritto alla leggenda. Nella giornata di lunedì scorso si sono svolti i funerali a Utrera, città di provenienza del calciatore, con i familiari di Reyes ma anche con rappresentanti di molte squadre in cui ha giocato. Ex-compagni di squadra, tra cui Sergio Ramos, Raùl, ma anche figure come Monchi e lo stesso Unai Emery, legate indissolubilmente a quello che è il Siviglia, nel ricordo di uno dei calciatori più vincenti della storia del club.