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Juve-Guardiola, storia di un illusionismo giornalistico

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Arnaldo Figoni
Con l’annuncio ufficiale di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus, è arrivata la fine di una telenovela lunghissima che ha tenuto i tifosi bianconeri col fiato sospeso. Dall’addio di Massimiliano Allegri, tantissimi allenatori sono stati accostati a quella che è la panchina dei campioni d’Italia, vacante fino a pochi giorni fa. Il candidato più gettonato era Josep Guardiola, tecnico del Manchester City, considerato uno degli allenatori più forti al mondo ed esponente della filosofia del tiqui-taca, applicazione del gioco del calcio che ha fatto le fortune del Barcellona e della nazionale spagnola a cavallo tra il 2000 e il 2010. Dalla notizia dell’addio di Allegri a quello che è stato l’annuncio ufficiale di Maurizio Sarri come nuovo tecnico bianconero è passato circa un mese, in cui l’argomento più caldo è stato proprio il possibile – ma neanche tanto, in realtà – arrivo di Pep Guardiola in bianconero. Opzione che non è mai stata effettivamente considerata per numerosi motivi. Non solo, anche smentita da ambo le parti interessate. Tutto ciò non è bastato per fermare quello che è stato a tutti gli effetti un tormentone, amplificato anche da continui e incessanti articoli riguardanti una trattativa quasi conclusa, data per fatta, garantita da fonti non ben specificate. Una situazione in un certo senso paragonabile alle fake news, ma anche a un’opera di Pirandello. La verità che viene a galla è che sia gli addetti ai lavori, sia i “guru del mercato” si lasciano trascinare un po’ troppo da quello che è lo storytelling: strumento certo importante all’interno del giornalismo, ma che senza un dato forte che sostenga la propria tesi è pressoché inutile. Per quanto possa sembrare banale, senza una fonte vera e certa, l’informazione resta semplice narrativa. In questo caso suggestione, come andremo a raccontare di questo mese di illusionismo giornalistico.

Guardiola-Juventus: use your illusion

Calza a proprio a pennello, illusionismo giornalistico. Termine a cui ci siamo voluti affidare per andare ad affrontare a fondo quello che è stato l’accostamento di Pep Guardiola alla Juventus. Torniamo però indietro nel tempo. 17 maggio 2019, antivigilia di Juventus-Atalanta, ultima partita con Allegri in panchina. Un post sul sito ufficiale dei bianconeri comunica la partenza del tecnico livornese. Considerato che il campionato era praticamente già finito, con la Juventus già sicura di aver vinto il suo ottavo scudetto consecutivo, l’attenzione generale era già rivolta a quello che era il tema del prossimo allenatore. Ci sono diversi elementi che hanno fatto salire parecchio le quotazioni di Guardiola come nuovo tecnico della Juventus: andiamo a scoprire quali. Qui entra in gioco la figura dell’esperto di mercato. A volte chiamati “guru”, vantano di sapere cose che a volte sono azzeccate, altre – come in questo caso – non lo sono. Basti pensare alla stagione scorsa, con l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Proprio alcuni di questi santoni del calciomercato, con cadenza quasi giornaliera davano notizie come «Cristiano ha preso casa a Torino» o «Ronaldo è atteso a giorni per la firma». Insomma, aggiornamenti che per il più delle volte hanno lo stesso effetto di un medicinale palliativo. In quel caso, però, queste testimonianze si rivelarono essere fondate, dato che CR7 a Torino ci è andato per davvero. La vera psicosi che ha riguardato Guardiola alla Juventus comincia il 23 maggio, quando l’agenzia AGI annuncia che la Juventus ha un accordo di massima con l’allenatore catalano, il quale riceverebbe un compenso di 24 milioni di euro a stagione per quattro anni. Nello stesso articolo, nonostante si parli di smentita da parte del Manchester City, si continua a garantire che l’accordo si farà.
Pep Guardiola durante la festa del Manchester City per la vittoria del poker di trofei nazionali. Foto: Getty Images.
Sempre nella stessa notizia viene scritta una data da ricordare, il 4 giugno, giorno in cui – stando a quanto sostenuto dall’agenzia AGI – Guardiola andrebbe a firmare il contratto con la Juventus. Da questo ne deriva una reazione a catena, partendo dalle quote sulle scommesse: secondo i bookmakers l’allenatore catalano era dato come il più probabile per guidare i bianconeri. Basta anche un accostamento di questo genere per far decollare il titolo in borsa della società Juventus nell’arco di un solo mese, incrementando il valore del titolo Juventus di quasi il 30%, un dato così anomalo da allarmare anche la Consob. Per quanto già giornali, titoli di borsa e bookmakers dessero per già fatto l’affare Juventus-Guardiola, mancava proprio la parola dei bianconeri, che sottotraccia – evidentemente – lavoravano ad altro. Qui è tornata in gioco la figura dei già citati “guru di mercato”, che continuavano a dare per fatto l’affare nonostante le smentite ufficiali dal Manchester City, il quale addirittura parlava di rinnovo per il proprio allenatore. Proprio in questo momento, i citizens sentivano la necessità di avere una figura da cui ripartire. Qui si entra in un altro dei motivi scatenanti del tormentone Pep Guardiola alla Juventus: la possibile squalifica del Manchester City dalle prossime coppe europee. La presenza dei citizens alla prossima edizione della Champions League è tuttora a forte rischio, dato che è in arrivo una sentenza pesantissima da parte dell’UEFA, per alcune violazioni legate al fair play finanziario; un procedimento che costringerebbe la squadra dello sceicco Mansour a non prendere parte alla competizione continentale più prestigiosa. Tanto che il Manchester City ha già presentato il ricorso al TAS di Losanna, nonostante la sentenza non sia ancora effettivamente arrivata. Nel frattempo l’ipotesi che poi ha effettivamente portato Sarri a essere il nuovo allenatore della Juventus, per quanto più fondata rispetto all’altra, era quasi oscurata, nonostante ci fossero dei segnali più chiari e soprattutto evidenti, come le frasi di Sarri in varie interviste rilasciate in diverse occasioni. In una di queste, il tecnico ormai della Juve parla di come fosse disposto a rinunciare al suo look casual con la tuta pur di tornare ad allenare nel Bel Paese. Evidentemente non era abbastanza per far capire che Maurizio Sarri sarebbe diventato effettivamente il nuovo allenatore della Juve. Il non plus ultra per i fan della narrativa, a cui vogliamo rivolgere un pensiero in conclusione.

Il fu Pep Guardiola

Il tormentone che riguardava Pep Guardiola come nuovo allenatore della Juventus è ormai finito, ma tutta questa situazione, a tratti sembra essere pirandelliana. Proprio Pirandello nel 1904 già in un certo senso parlava di illusioni, nelle sue due opere più famose: Uno, nessuno e centomila e Il fu Mattia Pascal. Quest’ultimo racconta la storia di una persona che, delusa e amareggiata dalla propria vita, decide di mollare tutto e partire, direzione Stati Uniti. Strada facendo però si lascia tentare dal gioco d’azzardo e si ferma a Monte Carlo, dove gioca alla roulette e vince una somma importante di denaro. Durante il suo viaggio, leggendo un giornale, scopre di essere ritenuto morto. Cosa che è impossibile, dato che lui è vivo e vegeto. Coglie quel momento per capire che può rifarsi una vita, diventando Adriano Meis, ma di lì a breve capirà che la vita non è poi così diversa da com’era prima. L’unica differenza è che non ha nessuna prova che lui sia effettivamente Adriano Meis: capisce così che l’essere scappato dalla sua prigionia l’ha reso prigioniero per due volte. La storia si conclude con Mattia-Adriano che torna a Miragno, paese da cui partì per cercare fortuna, scoprendo che comunque i suoi familiari non si sono pianti troppo addosso e hanno continuato con la loro vita. Decide di redimersi mettendo per iscritto la sua storia, e torna a vivere normalmente, presentandosi a chi non lo riconosceva più con: «Io sono il fu Mattia Pascal». Parafrasando proprio l’opera dello scrittore siciliano, si denotano alcuni tratti comuni alla storia del romanzo. In questo caso, Mattia Pascal sono i tifosi, delusi e amareggiati da una vita monotona in quella che è la biblioteca di Miragno, che possiamo associare a una annata mediocre. Un bel giorno – facciamo il 23 maggio – il nostro Mattia Pascal scopre che può tentare la fortuna. Inizia a credere seriamente che la sua vita sportiva possa cambiare con l’arrivo di Guardiola. Dopo qualche tempo, però, legge sul giornale che l’allenatore della Juventus è Maurizio Sarri. Molti tifosi – non solo juventini – sono morti dentro, increduli all’annuncio ufficiale della società bianconera. Dopo essersi resi conto che la realtà è ben diversa da quella che è l’illusione di avere Pep Guardiola alla Juventus, i tifosi iniziano a ricredersi un po’. Tornano alla loro amata biblioteca di Miragno, scrivono le loro storie sui social in cui la parola d’ordine è «Diamo fiducia», anche se rimane un senso di amarezza nel pensare il quel che poteva essere – non fu – Pep Guardiola.
Maurizio Sarri e Pep Guardiola, accostati a lungo sulla panchina della Juventus. Foto: Getty Images.
«Per quanti sforzi facciamo nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fin di bene, non ci riusciamo. Per fortuna, l’uomo si distrae facilmente». Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal.
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