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Sport

L’attacco dell’Inter dopo Icardi

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Davide Romeo

Un centravanti da 111 goal in 188 partite, ma anche un giocatore estremamente polarizzante e dalla personalità forte: Mauro Icardi è stato il simbolo e il miglior giocatore dell’Inter post triplete, ma i suoi giorni in nerazzurro sembrano essere contati. Il suo destino sembra essere stato segnato dalla condotta dell’ultima stagione, che ha fatto più notizia per le vicende extracalcistiche che non per le prestazioni in campo dell’argentino. Una guerra sotterranea alla dirigenza nata per ottenere un contratto più lucrativo, continuata con la rimozione dal ruolo da capitano e culminata nel lungo “infortunio” che lo ha tenuto fuori per parte del girone di ritorno.
Il nuovo amministratore delegato Giuseppe Marotta ha applicato la linea dura e ora Icardi è sull’uscio. Ma oltre a queste ragioni disciplinari potrebbe esserci anche un’incompatibilità tattica di fondo con le tattiche del nuovo allenatore dell’Inter, Antonio Conte.

Il centravanti “alla Conte”

L’identità tattica delle squadre di Antonio Conte è sempre stata costante, pur a fronte di una discreta flessibilità in termini di modulo: che si trattasse del 4-4-2 impiegato al Bari, del 3-5-2 della Juve o del 3-4-3/3-4-2-1 al Chelsea, ha sempre formato squadre che cercavano di impostare il gioco partendo dalle retrovie, cercando prima l’inserimento di uno dei centrocampisti e poi lo scambio stretto con le punte per creare pericoli imprevedibili per le difese avversarie. In un contesto del genere, nelle squadre di Conte era necessario avere un attaccante alto e forte fisicamente che potesse fungere da fulcro del gioco per i lanci lunghi e fare da sponda, ma anche una punta più veloce in grado di aggredire la profondità e tagliare alle spalle dei difensori. Quest’ultima deve essere molto mobile e versatile, perché spesso deve allargarsi per favorire gli inserimenti oppure abbassarsi in fase difensiva per poter portare palla e dare il via al contropiede.
Il ruolo della seconda punta sembra avere cucito addosso il nome di Lautaro Martinez, che nel corso dell’ultima stagione ha dimostrato di essere non solo un’ottimo finalizzatore ma anche un giocatore di grande sacrificio, pronto ad accorciare e creare occasioni per i compagni. Anche Matteo Politano ha le caratteristiche adatte per svolgere questi compiti, pur garantendo di meno in fase realizzativa.
Icardi, al contrario, è un rapace d’area e non è pensabile immaginarlo in ruolo di seconda punta, in cui si troverebbe spesso a ricevere palla lontano dalla porta avversaria. Non sembra adatto neanche all’altro slot dell’attacco, visto che anche da centravanti boa sarebbe costretto ad abbassarsi per aiutare la manovra e a scambiare con i compagni. La critica più nota al gioco di Icardi è da sempre la tendenza a isolarsi dalla manovra per aggredire la profondità: si tratta di una caratteristica piuttosto contrastante con lo stile di gioco che Conte chiede alle proprie punte.

Le soluzioni plausibili

Il nome più gettonato tra gli obiettivi di mercato dell’Inter, e dunque tra i possibili sostituti di Icardi, è quello di Romelu Lukaku. L’imponente belga del Manchester United, 194 centimetri d’altezza per 94 chili di peso, ha la fisicità per giocare spalle alla porta e proteggere il pallone, ma anche la velocità per alzarsi e attaccare gli spazi alle spalle dei difensori: non è uno scattista, ma sulla distanza può realmente mettere in difficoltà il centrale difensivo medio. Ha all’attivo 116 goal nel campionato inglese e, a soli ventisei anni, deve ancora entrare nel vero fiore della sua carriera. Il difetto principale del giocatore è la mancanza di tecnica, che ogni tanto lo porta a sprecare qualche occasione e a perdere efficacia in fase di distribuzione. Dovrà sicuramente migliorare nei passaggi e nel controllo di palla, ma sotto questo aspetto non è peggiore di Icardi: entrambi si aggirano sui quindici passaggi di media a partita, con l’argentino che risulta più preciso (71% di passaggi riusciti contro il 66%) a fronte, però, di un fisico molto meno prorompente.
L’ostacolo maggiore per l’approdo di Lukaku all’Inter è la trattativa vera e propria: l’accordo col giocatore c’è, ma il Manchester United chiede ottantacinque milioni. L’Inter finora è arrivata solo a sessanta e vorrebbe inserire una contropartita. In più, anche la Juventus sembra aver mostrato interesse per il giocatore e potrebbe mettere sul piatto Dybala, una punta che piace a Solskjaer e che sarebbe perfetta per il suo 4-3-2-1.

Il profilo di Edin Dzeko sembra perfetto per l’idea di centravanti di Conte: il bosniaco è dotato di forza fisica, ha la stazza adeguata per essere il punto focale dell’attacco ma soprattutto ha una grande tecnica sia in fase di palleggio che in fase di realizzazione, senza contare che risulta efficace con entrambi i piedi. L’età non sembra essere un problema, dato che Conte non ha mai disdegnato l’utilizzo di giocatori con più esperienza per farne le colonne della squadra e dello spogliatoio: lo dimostra anche il recente acquisto di Diego Godin. Come con Lukaku, l’Inter ha già raggiunto l’accordo con il giocatore, il cui contratto scadrà alla fine della prossima stagione, ma non con la società: la Roma vuole venti milioni, ma sembrerebbe disposta anche a rinnovare il contratto del trentatreenne. L’inserimento dello stesso Icardi come contropartita potrebbe essere la chiave per sbloccare la trattativa, consentendo anche un risparmio di denaro che potrebbe essere indirizzato su Lukaku. Resta da valutare come (e se) funzionerebbero le gerarchie in caso di un arrivo sia del bosniaco che del belga. Negli ultimi giorni è stato accostato all’Inter anche Edinson Cavani, con la squadra meneghina che avrebbe chiesto al Paris Saint-Germain informazioni su un potenziale trasferimento: l’uruguagio è una punta completissima, che potrebbe far gola a Conte soprattutto per la sua capacità di sacrificarsi a fare il lavoro sporco e le sue abilità di passaggio. Ma si tratta di uno scorer di classe mondiale, dotato di una grande tecnica individuale e in grado di fare reparto praticamente da solo. Ad oggi è poco più di una suggestione, che potrebbe concretizzarsi se non riuscisse l’affare Lukaku: il Matador è in scadenza alla fine della prossima stagione e l’Inter avrebbe già a disposizione i cinquanta milioni chiesti dalla dirigenza del club parigino. Tuttavia lo stesso giocatore ha dichiarato di voler restare a Parigi, e ci vorrebbe un vero e proprio colpo di scena per vederlo con la maglia nerazzurra già a fine agosto.

Le soluzioni da fantamercato (o quasi)

Lukaku, Dzeko e Cavani rappresentano le soluzioni più probabili – e più sicure – per ovviare alla probabile partenza di Icardi. Ma ci sono anche altri nomi che, pur non essendo al momento oggetto di trattativa, potrebbero rappresentare delle idee stuzzicanti per Conte e per i tifosi interisti. Uno di questi è Moise Kean. Il talentino nato a Vercelli è leggero fisicamente (183 centimetri per una settantina di chili) ma ha una sorprendente esplosività, è pericoloso in progressione e sa proteggere la palla. Da un punto di vista tecnico ha un buon dribbling, ma non è esattamente un gran passatore e non è a suo agio a controllare la sfera nello stretto. La Juve voleva liberarsene perché non sembrava adatto allo stile di Sarri, che agli attaccanti richiede grande intelligenza tattica, decisionale e ottima tecnica; caratteristiche che raramente si trovano già sviluppate in un ragazzo di diciannove anni. Inoltre, non hanno certo aiutato i problemi disciplinari durante il recente europeo under 21, con Kean e Zaniolo puniti dal CT Di Biagio per essere arrivati tardi a una riunione tecnica. Non sarebbe quindi un franchise player, bensì un talento dal grandissimo potenziale da plasmare nelle mani di Conte. Sarebbe una trattativa difficile, ma non impossibile. Si era parlato a suo tempo di Higuain e Dybala come potenziali pedine di scambio per portare Icardi alla Juve: la Vecchia Signora avrebbe potuto essere tentata di inserirlo come contropartita per l’argentino, ma gli recenti sviluppi di calciomercato hanno portato Kean a vestire la maglia dell’Everton. Potrebbe però rappresentare una soluzione ancora percorribile più avanti, soprattutto se non dovesse trovarsi bene nel calcio inglese.

Volando in Germania, due nomi che già avrebbero riscosso l’interesse di Conte sono quelli di Timo Werner e Ante Rebic. Il primo è il centravanti del Lipsia, prototipo della punta moderna in grado di operare anche sugli esterni e accorciare fino a centrocampo. La sua mobilità lo rende difficilissimo da gestire per le difese avversarie, che sono infastidite anche in fase di impostazione dal suo instancabile pressing. Il suo punto di forza è sicuramente la velocità: corre i cento metri in undici secondi ed è molto abile nel condurre la palla anche ad alti ritmi. Sarebbe un giocatore perfetto per la nuova Inter, un giocatore che partecipa a tutte le fasi di gioco e che a soli ventitré anni può ancora migliorare tantissimo. Tuttavia, è una strada difficilmente percorribile perché, nonostante sia in scadenza al termine della prossima stagione, Werner sembra già destinato al Bayern Monaco. Inoltre in primavera ha riferito, durante un’intervista, che non vorrebbe giocare in Serie A. Per quanto possano contare questo tipo di dichiarazioni, è comunque un dato da tenere in considerazione.
Per quanto riguarda Rebic, si tratta di una vecchia conoscenza del nostro campionato, avendo già militato nella Fiorentina e nell’Hellas Verona. Ceduto dai Viola all’Eintracht di Francoforte per un paio di milioni di euro, è salito alla ribalta disputando da protagonista l’ultimo mondiale con la sua Croazia, confermandosi anche in questa stagione con nove goal e quattro assist su ventotto presenze in campionato. L’Inter è già sul ragazzo da tempo e con l’arrivo di Conte l’interesse potrebbe farsi più forte. Rebic nasce come esterno sinistro ma può essere impiegato anche sul lato opposto, come avviene quando gioca con Perisic in nazionale. È un giocatore che partecipa con grandissimo sforzo a entrambe le fasi, ripiegando in difesa e proponendosi in avanti per gli inserimenti: è il secondo per chilometri percorsi durante l’ultima stagione in Bundesliga. Le sue caratteristiche si sposano perfettamente con il ruolo che Conte prevede per i suoi esterni di centrocampo, ma all’occorrenza potrebbe ricoprire anche la posizione di seconda punta. Non ovvierebbe al problema principale dei nerazzurri, non essendo un centravanti di peso, ma si tratta davvero di un profilo interessante e non è affatto da escludere un’offerta per lui.

 

Tornando nel nostro campionato, ci sono altri due giocatori che per caratteristiche si integrerebbero bene come attaccanti nel sistema di Conte. Il primo è Duvan Zapata, già cercato dai nerazzurri. Il colombiano è un centravanti completo in grado di segnare in tutti i modi. Anche lui è dotato di fisicità e velocità e ha appena disputato la miglior stagione della sua carriera. Tuttavia, l’Atalanta non sembra disposta a separarsene nell’immediato, sopratutto con la sua prima Champions League da disputare. Va anche considerato che Zapata è riuscito ad esprimersi a livelli alti solo nell’ultima stagione, aiutato dal sistema di gioco di Gasperini: prima dei ventitré goal di quest’anno, non ne aveva mai realizzati più di undici. L’altro nome, decisamente il meno blasonato tra quelli menzionati in quest’articolo, è quello di Andrea Petagna: anche lui venuto fuori nelle ultime stagioni all’Atalanta, aveva impressionato per la sua grande capacità di sacrificio e di gioco di squadra. Alla Spal sembra aver finalmente scoperto la sua vena realizzativa, segnando sedici goal – più di quanti ne abbia segnati nelle precedenti tre stagioni a Bergamo. Per caratteristiche potrebbe rappresentare una soluzione low-cost, nonostante sia stato acquistato da poco a titolo definitivo dagli spallini; soprattutto perché Conte non si è fatto problemi a giocare con profili meno “rinomati” rispetto ai grandi nomi attualmente associati all’Inter. Tuttavia, sembra ancora presto perché Petagna faccia il salto in una big che gioca la Champions e che ha bisogno di certezze: se si confermasse durante la prossima stagione potrebbe essere una soluzione per il prossimo futuro.
Infine, resta da precisare che Icardi finora ha rifiutato tutte le destinazioni proposte dall’Inter: l’ex capitano sembra determinato a restare sulla sponda nerazzurra di Milano e ha anche chiesto – e ottenuto – di allenarsi con il gruppo, pur non potendo partecipare alle amichevoli. L’impressione è che la sua permanenza sia impossibile, visto che Marotta, Conte e persino Zhang hanno messo nero su bianco che non resterà all’Inter. Resta però il fatto che le pretendenti sono poche e poco convinte: non ci sono grandi interessamenti dall’estero, salvo un blanda richiesta di informazioni dall’Atletico Madrid in caso di un’eventuale partenza di Diego Costa. Anche la Juve e il Napoli, le squadre più interessate, al momento hanno spostato il focus su altri obiettivi.
Non resta che attendere le prossime settimane, per capire come si risolverà questo empasse.

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Davide Romeo

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