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Spettacolo

Il Re Leone, un remake riuscito a metà

Published by
Marco Baccega

Uno dei classici Disney che più o meno tutti i millenials (ma non solo) possono dire di aver visto durante la loro infanzia è Il Re Leone (The Lion King), uscito nel 1994 e campione globale di incassi per quell’anno. Seguendo il trend che ha visto la creazione (tra gli altri) dei remake de Il Libro della Giungla (2016), La Bella e la Bestia (2017),  Aladdin Dumbo (2019), l’azienda californiana ha fatto uscire un altro remake (il terzo del 2019) che è già diventato il film di animazione che nella storia ha raggiunto più velocemente il miliardo di dollari al botteghino.

Simile, ma non uguale

Con l’uscita del primo trailer si era creata l’impressione che la pellicola sarebbe stata un remake shot-by-shot, quindi una copia esatta dell’originale, ma il presidente della produzione Disney, Sean Bailey, ha presto smentito questa ipotesi. In un’intervista Bailey spiega come questo remake sia stato prodotto tenendo in considerazione l’alto valore sentimentale che il film ha per i fan, quindi salvaguardando le scene più iconiche, ma allo stesso tempo dando una nuova dimensione, sia a livello grafico che a livello di trama alla pellicola. Per questo compito, considerando anche la pressione dovuta all’enorme successo del film originale, Disney ha deciso di affidare la regia a Jonathan Favreau, che aveva già diretto con successo il remake de Il Libro della GiunglaFavreau ha dichiarato di aver usato la stessa tecnologia (CGI) per Il Re Leone dato il successo della pellicola precedente e il facile adattamento di questa tecnica all’animazione di animali.

Anche a livello musicale la decisione è stata quella di cercare di ricreare l’ambiente del film originale, ma allo stesso tempo rivisitare in chiave moderna la colonna sonora. Per raggiungere questo obiettivo, Hans Zimmer è stato scelto come compositore della colonna sonora dopo esserlo stato anche nel film del ’94. Allo stesso modo anche Elton John e Tim Rice sono stati ri-assunti come scrittori di varie canzoni del film. In questa versione però sono stati aggiunti i talenti di Pharrell Williams a fianco di Zimmer, e Beyoncé a completare il trio con John e Rice.

Beyoncé Knowles-Carter è Nala. Foto: Walt Disney Pictures

Allo stesso modo, anche a livello di casting si è cercato di avere un filo conduttore tra il film del 1994 e la nuova versione. Per questa ragione James Earl Jones, che ha dato voce a Mufasa, il padre di Simba, nella versione originale, è state re ingaggiato anche per questo remake. Favreau ha dichiarato che con questa scelta ha voluto cercare di creare nello spettatore la sensazione di star rivivendo l’esperienza originale grazie ad un timbro di voce unico come quello di Jones. A fianco di Jones, molte star attuali hanno prestato la voce per i vari personaggi del film: Donald Glover (noto anche con lo pseudonimo Childish Gambino) è Simba adulto, Beyoncé prende il ruolo di Nala, Chiwetel Ejiofor (12 Anni Schiavo, Dr. Strange) da voce al cattivo Scar, il comico John Oliver è Zazu, la madre di Simba Sarabi è interpretata da Alfre Woodard e altri due comici, Billy Eichner e Seth Rogen, danno vita rispettivamente a Timon e Pumba.

Le differenze con la versione originale sono soprattutto a livello di trama, con il nuovo film che è di 29 minuti più lungo di quello del 1994. La principale differenza probabilmente risiede nel ruolo espanso di Nala e Sarabi, che durante l’assenza di Simba resistono alla tirannia di Scar e delle iene che lo hanno aiutato a prendere potere. Se da un lato questa differenza è molto apprezzabile e segue comunque il trend Disney di dar più voce ai personaggi femminili (come successo con Emma Watson nella nuova versione de La Bella e la Bestia o Naomi Scott in Aladdin) il risultato in questo caso è stato leggermente sotto le aspettative, soprattutto considerando che Favreau aveva a disposizione la potente voce di Beyoncé, che sembra essere stata “poco utilizzata” per il suo ruolo.

Ciononostante, la regia ha cercato di migliorare l’importanza dei ruoli femminili anche dalla parte dei “cattivi” dando più potere al leader delle iene, Shenzi (voce prestata da Florence Kasumba) con il risultato di avere un personaggio più profondo, ma anche più oscuro in contrapposizione alla versione più comica del film originale. Infine, è stato dato anche più spazio ai personaggi di Timon e Pumba, che erano limitati quasi a comparse nell’originale, mentre nel remake hanno più libertà di far divertire lo spettatore. In particolare, Favreau ha dichiarato che la maggior parte delle battute della coppia comica non era scritta, ma è stata frutto di improvvisazioni da parte del duo. Queste improvvisazioni erano state comunque cercate in maniera “indiretta” dal regista, che ha chiesto agli attori di recitare tutti insieme, contrariamente a quanto accade normalmente nelle pellicole di animazione, dove spesso le registrazioni accadono in tempi separati a seconda del personaggio.

Mufasa e Simba. Foto presa dal film

Musica

Ovviamente in un film come Il Re Leone, la musica e le canzoni sono una parte fondamentale, e di questo Favreau ha preso coscienza fino dall’inizio del progetto. Il regista ha dichiarato che a inizio lavori, come fatto per Il Libro della Giungla, ha provato a pensare ai momenti più importanti del film originale in modo da essere sicuro di mantenerli il più inalterati possibile nel remake. In questa lista facevano parte tutte le canzoni del film originale (Circle of Life, I Just Can’t Wait to Be King, Hakuna Matata, Can You Feel the Love Tonight e Be Prepared) che sono dunque tornate anche nel remake, riarrangiate dal trio di scrittori. D’altro canto l’obiettivo di riportare Zimmer a capo della colonna sonora non è stato così facile da raggiungere. Il compositore infatti ha dichiarato di  non essere stato completamente sicuro di voler far parte del progetto inizialmente, ma che ha alla fine deciso di accettare la proposta dopo aver diretto alcune delle canzoni del film originale a un concerto e aver capito che avrebbe potuto migliorare ulteriormente la colonna sonora.

Nonostante il cast di alto livello, la composizione delle tracce sonore non è stata facile. Se da un lato la presenza di una voce e una personalità forte come quella di Beyoncé ha certamente aiutato il regista ad alzare la qualità musicale, dall’altro non ha potuto portare a termine quanto era stato preannunciato riguardo ad una canzone finale in collaborazione con Sir Elton John. Inoltre Seth Rogen ha raccontato di essersi sentito inadeguato nel ruolo di cantante a causa della sua scarsa intonazione e che Pharrell WIlliams, che lo stava aiutando nel ruolo di vocal coach, si è così frustrato per i scarsi risultati del comico, che è arrivato a sbattere la testa contro un muro.

In conclusione si può dire che questo remake targato Disney è riuscito solo parzialmente a soddisfare gli spettatori. Se da un lato la grafica è molto curata, e arriva in alcuni punti a poter sembrare quella di un documentario, dall’altra l’alta somiglianza con animali reali fa sembrare quasi inappropriata l’aggiunta della voce, soprattutto durante le scene musicali. Se la storia originale è stata mantenuta pressoché costante e arricchita da emozioni più forti (comicità più efficace e drammaticità più profonda), è anche vero che le parti di trama aggiunte non sono probabilmente all’altezza del film del 1994. Il problema probabilmente non risiede nella qualità di questo film, che è comunque alta, ma nelle aspettative che si sono create dopo l’annuncio del remake del film di animazione 2D con più successo nella storia del cinema, che forse era ancora troppo giovane per poter essere migliorato con successo.

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Marco Baccega

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