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Cinque rookie che ci sorprenderanno in Serie A

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Andrea Braschayko

La sessione di calciomercato che sta per terminare,  sarà ricordata probabilmente come la più interessante dell’ultimo decennio, per ciò che riguarda il nostro campionato. Se l’anno scorso la deflagrazione mediatica fu l’improvviso di Cristiano Ronaldo alla Juventus, sono stati pochi altri i grandi nomi arrivati dall’estero in Serie A, esclusi Emre Can – arrivato a parametro zero proprio ai bianconeri – e il neo-campione del mondo N’Zonzi, che peraltro definire deludente alla sua prima stagione alla Roma è usare un eufemismo.
Le sorprese che hanno illuminato maggiormente la stagione sono stati quei giocatori arrivati un po’ sottotraccia in Italia ma esplosi nel giro di pochi mesi: Krzysztof Piatek al Genoa, Fabian Ruiz al Napoli e Lautaro Martinez all’Inter.
Quest’estate – e come detto mancano ancora due settimane al termine del mercato – sono molti di più i giocatori, alcuni emergenti e altri più affermati, chi nel fiore degli anni e chi sul viale del tramonto, ad aver scelto l’Italia come residenza e luogo d’esercizio della propria professione/passione (vuoi anche per le agevolazioni fiscali sui nuovi arrivati introdotte quest’anno).

Con il campionato (e il fantacalcio) ormai alle porte abbiamo scelto cinque giocatori che dal prossimo week-end calcheranno per la prima volta i campi della Serie A e che cercheranno di sorprendere i rispettivi tifosi. In modo decisamente arbitrario abbiamo deciso di escludere dalla lista quei nuovi sicuramente già conosciuti al grande pubblico, ovviamente De Ligt alla Juventus e Lukaku all’Inter (e in attesa dell’ufficialità Lozano al Napoli) ma anche i vari Ramsey, Rabiot, Danilo, Godìn oltre a giocatori del tipo di Schone e Skrtel, già conosciuti nelle grandi competizioni per club e nazionali. In sostanza si è scelto di dare risalto a giocatori semi-sconosciuti ai più, provenienti da campionati considerati minori ma che gli addetti ai lavori considerano già pronti per risaltare alla stagione d’esordio, magari dopo un ottimo precampionato.

Eljif Elmas (Napoli)

Molti hanno storto il naso alla notizia dell’acquisto da parte del Napoli di un centrocampista macedone proveniente dal Fenerbahce, peraltro in seguito a una delle stagioni più difficili (anche per guai finanziari) della storia dei turchi, per la considerevole cifra di sedici milioni di euro.
In realtà il ventenne – sponsorizzato anche dal connazionale ed ex-azzurro Goran Pandev – è già adesso uno dei talenti più limpidi del calcio balcanico e di quello europeo in generale, inserito poche settimane fa nella top 50 dei giovani da seguire quest’anno dall’UEFA.
Le difficoltà dei canarini di Istanbul non sono certo da attribuire a Elmas, che è anzi stato una delle poche macchie lucide della stagione della squadra e ha realizzato 4 reti nelle 29 apparizioni stagionali, dimostrando un’ottima capacità di inserimento in area che meritava forse un maggior premio realizzativo; ma a vent’anni è ancora concesso sbagliare per fortuna.
Proprio per la giovane età, i suoi punti forti come l’agevolezza nel portare avanti e proteggere palla si rivelano a volte come suoi difetti, procrastinando troppo la circolazione di palla veloce a cui Ancelotti tiene tanto. Senza dubbio il tecnico di Reggiolo saprà però correggere anche tatticamente il talento macedone, che per la sua versatilità – ambidestro che può giocare quasi in tutti i ruoli del centrocampo – sembra poter essere il nuovo colpo “à la Fabian Ruiz” dei partenopei.

Secondo macedone al Napoli dopo Pandev, Elmas è stato uno dei migliori nel pre-campionato della squadra di Carlo Ancelotti.

Andres Skov-Olsen (Bologna)

Nelle stessa lista della UEFA è stato anche inserito il talento danese, già prevedibilmente paragonato in patria a Christian Eriksen, del Nordsjelland Skov Olsen, che ha già calpestato i prati italiani (per il momento solo friulani) in estate agli Europei under 21, dove ha anche realizzato una rete.
Cresciuto nel settore giovanile proprio delle wilde tijgers, è un attaccante esterno che può giostrare anche nella posizione di trequartista. La scorsa stagione era in realtà la sua prima nella squadra maggiore, ma i numeri – considerando che non stiamo parlando di una punta centrale – sono straordinari: 26 reti e 6 assist in 44 presenze, di cui ben 19 in 27 partite nella regular season di Superligaen (dove infatti è il secondo miglior marcatore dopo il quasi omonimo Robert Skov, curiosamente anch’egli vicino al Bologna a giugno).
Statistiche sicuramente irripetibili in Serie A, ma in un Bologna che ha investito massicciamente in questo calciomercato, soprattutto in giocatori provenienti da campionati del Nord Europa (Tomiyasu, Denswil, Schouten che verranno a far compagnia ai già presenti Dijks e Svanberg), Skov-Olsen può essere sicuramente la punta di diamante dell’ambiziosa squadra di Sinisa Mihajlovic (a cui inviamo i più sentiti auguri di guarigione e un grosso in bocca al lupo).

“Essere o non essere”, durante la presentazione al Bologna il nostro Andreas si interroga sul suo futuro in Serie A.

Denis Vavro (Lazio)

Dalla Danimarca, ma dai rivali capitolini del Copenhagen, proviene il difensore classe ’96 Denis Vavro. Per la stessa deduzione logica per cui un attaccante ucraino è l’erede di Shevchenko o un centrocampista ceco il nuovo Nedved, il centrale slovacco acquistato dalla Lazio per 10,5 milioni di euro è stato subito accolto dalla stampa italiana come l’alter-ego di Skriniar.
In realtà il paragone per quanto azzardato non è fallace; dall’alto dei suoi 193 centimetri, Vavro condivide con il connazionale lo strapotere fisico sui duelli aerei e le intercettazioni nella propria metà campo, dimostrando anche una discreta capacità in fase di impostazione di gioco.
In una Lazio che ha deciso finalmente di puntellare intelligentemente la propria difesa a tre, Vavro insieme ad Acerbi potrà sicuramente diventare uno dei punti fermi, unendo anche una certa propensione per gli inserimenti da calcio d’angolo tanto cari a Simone Inzaghi persino per i difensori di dubbia qualità (si pensi al Bastos di due stagioni fa).

A 23 anni, dopo aver vinto il campionato sia in Slovacchia che in Danimarca, Vavro sogna un non facile impresa anche con i bianco-celesti.

Ruslan Malinovskyi (Atalanta)

Soffiato quando era in procinto di firmare per la Sampdoria, il centrocampista ucraino proveniente dal Genk (e in passato esportatore di talenti quali Courtois, Koulibaly, Milinkovic-Savic, Bailey, De Bruyne) sembra essere l’acquisto più interessante dell’ottima campagna estiva dei bergamaschi, sicuramente un utile pedina per desteggiarsi per la prima volta nella propria storia tra Serie A e Champions League.
Cresciuto nel settore giovanile dello Shakhtar, ha passato la propria carriera in patria tra Donetsk, Sevastopol e Lugansk (allo Zorya dov’è esploso prima di passare in Belgio); curiosamente i tre focolai della guerra ucraino-russo cominciata nel 2014. A Bergamo speriamo che fili tutto per il verso giusto (dato che anche la Lega ha abbandonato le proprie istanze indipendentiste).
Tornando alle questioni in campo, nei due anni e mezzo in Belgio Malinovskyi è stato caparbio nel superare una rottura del legamento crociato, realizzando nell’ultima stagione l’incredibile score di 16 gol e 16 assist in 51 presenze e portando il Genk a vincere il campionato.
Centrocampista completo che può giocare in quasi tutte le posizioni, alla relativa mancanza di velocità e dinamicità supplisce con un tocco di palla e una visione di gioco fuori dal comune, oltre a essere un abile esecutore di calci piazzati e dunque un gran tiro dalla distanza.
Nonostante Gasperini abbia detto di vederlo nella posizione di Gomez ed Ilicic, l’anno scorso in Jupiler League Malinovskyi ha reso meglio qualche metro più dietro, potendo dunque giocare anche al posto di Freuler o De Roon. Pur non partendo da titolare fisso, l’ucraino avrà sicuramente un ruolo di primo piano nella stagione dei nerazzurri.

Appena arrivato all’Atalanta, nel pre-campionato Malinovskyi ha ricevuto le redini del centrocampo da Gasperini e il ruolo di battitore di tutti i calci da fermo.

Nahitan Nandez (Cagliari)

Si è parlato già non poco, ma mai abbastanza, dell’hype suscitato dal nuovo centrocampo del Cagliari chiamato a sostituire Barella; di Rog, Nainggolan e dei redivivi Castro e Birsa sappiamo già molto, del centrocampista uruguagio intuiamo solamente che è stato rimpiazzato al Boca Juniors da Daniele De Rossi.
Il 24enne – titolare dell’Uruguay – era stato già accostato al Cagliari lo scorso inverno, e dopo mille peripezie è riuscito ad approdare in Sardegna, nonostante in Sudamerica fossero convinti che meritasse già un club di prima fascia come la Juventus. Se quest’ultima sembra una dichiarazione pretenziosa, è pur vero che il suo arrivo al Casteddu è un colpo da Serie A anni ’90 vista la caratura del giocatore, e i cui meriti vanno tutti alla caparbietà del “pres” Giulini.
Caparbietà propria dello stesso Nandez che con la sua intensità e capacità di corsa e pressing, abilità nell’arpionare e “pulire” il pallone ricorda molto da vicino proprio Barella; e la circostanza che sia arrivato a un prezzo inferiore alla metà pagata dall’Inter per il sardo, e con un’esperienza internazionale sicuramente non minore, non può che essere motivo d’applausi per la dirigenza del Cagliari.
Nonostante il nuovo approdo, secondo anche l’agente del calciatore, servirà come trampolino di lancio nel calcio europeo, la professionalità e lo stoicismo dimostrati da Nandez agli xeneizes uniti allo speciale rapporto tra Sardegna e Uruguay (Francescoli, Diego Lopez, Fonseca, Herrera) faranno sicuramente sfiorire le viole in questa calda estate di calcio italiano.

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Andrea Braschayko

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