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Sport

Italbasket, ai Mondiali dopo tredici anni

Published by
Marco Baccega

Dopo tredici lunghi anni d’attesa e molte qualificazioni mancate, l’Italia del basket è finalmente tornata in campo per il FIBA World Cup 2019 che si sta svolgendo in Cina. Come spesso purtroppo accade, la squadra non è arrivata a quest’importante appuntamento con la formazione al completo: ha dovuto rinunciare a un importante elemento (sia a livello tecnico che emozionale) quale Nicolò Melli, reduce da un’operazione al ginocchio, ed è schierata con il capitano Gigi Datome a mezzo servizio, la cui presenza è stata incerta fino a pochi giorni dal primo fischio dell’arbitro.

Premondiale

Nonostante la qualificazione arrivata a inizio anno, l’arrivo degli Azzurri al Mondiale non è stato di certo tra i più entusiasmanti. La squadra allenata da coach Meo Sacchetti ha infatti perso tutti i sei test match effettuati prima dell’inizio del Mondiale, contro Russia, Grecia, Serbia (due volte), Francia e Nuova Zelanda. Se da un lato è vero che nelle prime tre partite mancavano due elementi chiave come Gallinari e Datome, dall’altro si è vista una squadra non solo inferiore a livello tecnico, ma anche per quanto riguarda l’aggressività e la voglia di vincere. Con l’organico ormai al completo, nella seconda partita con la Serbia e in quella contro la Francia si è iniziato a vedere un gruppo più coeso soprattutto in difesa, e anche se sono arrivate altre due sconfitte ci sono stati dei bei segnali di miglioramento. Purtroppo una brutta partita contro la Nuova Zelanda ha vanificato l’inerzia positiva e il gruppo è arrivato in Cina con molto da rivedere.

Il roster attuale è soprattutto penalizzato a livello fisico, con l’assenza di veri centri “pesanti” per coprire il pitturato e un solo giocatore (Hackett) capace veramente di fare girare la squadra. Il girone della Nazionale comprende anche Serbia, Angola e Filippine. Mentre la prima sembra totalmente irraggiungibile (favorita alla vittoria finale del torneo), le altre due nazioni sono considerate “battibili” giocando buone partite. Il format di questo Mondiale prevede che le migliori due squadre di ogni girone passino il turno, ponendo quindi la qualificazione (che garantisce anche l’ingresso al torneo di qualificazione per le Olimpiadi) come primo obiettivo degli Azzurri.

Italia – Filippine

L’emergente nazione asiatica è il primo avversario dell’Italbasket ed è anche quella che dà meno preoccupazioni a coach Sacchetti. Le Filippine sono infatti caratterizzate da un livello tecnico medio, ma a livello fisico, quello più sofferto dagli Azzurri, sono decisamente tra le peggiori dei Mondiali. La nostra Nazionale arriva carica alla palla a due e si vede un buon livello di intensità fin da subito. Sacchetti schiera un quintetto base di gran qualità con Hackett, Datome, Belinelli, Gallinari e Biligha; i cinque annientano la difesa filippina con un parziale di 37-8 che di fatto chiude fin da subito la partita. Nel secondo quarto vengono inserite nella rotazione anche le seconde linee, e la qualità di gioco ne risente, con meno idee in attacco e qualche disattenzione in più in difesa. Ciononostante gli Azzurri riescono ad aumentare ulteriormente il vantaggio, arrivando all’intervallo lungo sul +38. Nella ripresa la partita non cambia, e l’Italia allunga ancora con un basket di buona qualità contro degli avversari che non riescono mai a entrare in ritmo, specialmente da dietro l’arco dei tre punti. Nell’ultimo quarto coach Sacchetti fa riposare i big e lascia spazio alle riserve, guidate da un Della Valle che arriverà a fine partita a quota 17 punti (miglior marcatore insieme a Datome). Al fischio finale il tabellino recita 62-108 a favore degli Azzurri in una partita a senso unico fin dai primi minuti. Tralasciando il risultato e gli avversari nettamente inferiori, la nostra Nazionale dimostra di poter giocare un basket di buona qualità e soprattutto si inizia a vedere la coesione e l’attaccamento alla maglia che tanto erano mancati nelle passate rassegne europee. Inoltre lascia ben sperare la buonissima percentuale da tre punti (51.7%), arma che potrebbe aiutare a ridurre lo svantaggio fisico rispetto alla maggior parte delle avversarie.

Belinelli, Gallinari e Datome. Foto: FIBA website.

Italia – Angola

La seconda avversaria della fase a gironi è l’Angola che, a differenza delle Filippine, ha un roster molto più fisico e sicuramente più ostico per gli Azzurri. Coach Sacchetti schiera lo stesso starting five dell’esordio, e la partita inizia più o meno nello stesso modo, con un’Italia aggressiva in attacco e attenta in difesa. Rispetto alla prima partita però gli Azzurri non riescono a trovare il fondo della retina con la stessa continuità, specialmente ai tiri liberi dove le percentuali sono decisamente troppo basse (63% a fine partita). Ciononostante la precisione in difesa e un livello tecnico degli avversari decisamente rivedibile fanno sì che a fine primo quarto il tabellino reciti +14 per gli Azzurri, che iniziano a prendere il largo. Anche nel secondo quarto, con la seconda linea in campo, la tendenza non cambia e la nostra Nazionale continua a dominare, soprattutto grazie a delle buonissime prestazioni di Abass e Brooks che riescono a strappare rimbalzi importanti sotto canestro: si arriva all’intervallo lungo con un vantaggio di 23 punti. Nella seconda metà di gara continua la buona prestazione di Belinelli, che sembra più in ritmo rispetto all’esordio (finirà la partita con 17 punti, miglior realizzatore della gara), ma anche di Tessitori che dalla panchina porta energia e punti e lascia una buona impressione. Non c’è storia per gli africani che perdono tutti i quarti, ma che comunque vendono cara la pelle in una partita molto fisica e piena di contatti anche con l’Italia in vantaggio di 30 punti. La partita si conclude con un deciso 92-61 in favore degli Azzurri, ma soprattutto con un’altra buona gara (anche se con qualche errore di leggerezza in più rispetto a quella contro le Filippine) e l’impressione di star iniziando a trovare il ritmo giusto per la seconda parte del torneo, dove le avversarie saranno sicuramente migliori. Con la vittoria della Serbia sulle Filippine, l’Italia si qualifica matematicamente al secondo turno e strappa il pass per il torneo preolimpico, centrando in pieno l’obiettivo minimo del torneo.

Brooks a rimbalzo. Foto: FIBA website.

Italia – Serbia

L’Italia arriva alla terza gara della fase a gironi con la consapevolezza di essere già qualificata per il secondo turno e allo stesso tempo sapendo di giocare contro la favorita del torneo. Prima della partita, Coach Sacchetti dichiara di voler provare a fare una gara sfacciata per provare a mettere in difficoltà i giganti serbi e allo stesso tempo dimostrare di potersela giocare anche contro squadre molto superiori a quella italiana. Ancora una volta il quintetto base non cambia, con la Serbia che invece parte ancora con Jokic dalla panchina, ma che comunque ha un altezza totale del quintetto maggiore di 23 cm rispetto a quella italiana. Il ritmo è alto fin da subito e la Serbia prova a sfruttare il fisico, ma l’Italia incassa bene e rimane vicina con buone scelte sia in attacco che in difesa e un Gentile particolarmente in forma dalla panchina, arrivando al primo intervallo a soli 5 punti di distacco dalla nazionale allenata da Dordevic. Anche nel secondo quarto l’Italia riesce a reggere bene i lunghi serbi, ma capitan Datome si dimostra poco in partita, e Sacchetti non riesce a rifiatare Hackett senza poter compromettere troppo il risultato. Qualche rimbalzo offensivo di troppo (comprensibilmente) lasciato agli avversari e la Serbia riesce ad allungare di altre tre lunghezze andando all’intervallo lungo sul +8. Il terzo quarto inizia nel segno di Gallinari che, con una serie di giocate e tiri pesanti abbinati a una difesa molto buona, riesce a portare gli Azzurri al minimo scarto, due punti, con il cronometro che segna 5 minuti alla fine del terzo periodo. Purtroppo nel momento migliore degli Azzurri Belinelli commette il terzo fallo, obbligando coach Sacchetti a sostituirlo e perdendo dunque una pedina fondamentale e molta fluidità in campo. Dall’altra parte la Serbia prende fiducia, e trascinata da Raduljica e dal talento cristallino di Bogdanovic, chiude il terzo quarto con un parziale di 15-4 che spezza le gambe e le speranze italiane. Nell’ultimo quarto gli Azzurri sono molto meno coordinati ed energetici e commettono qualche errore di troppo forzando per provare a recuperare lo svantaggio, mentre dall’altra parte i serbi continuano indisturbati la loro marcia verso la vittoria. Il tabellino finale vede l’Italia perdere comunque di “soli” 15 punti contro una Serbia sicuramente inarrivabile, ma che si è trovata di fronte un’avversaria più compatta di quanto aspettato, che per 25 minuti è rimasta completamente in partita.

Gallinari tra gli avversari. Foto: FIBA website.

La sconfitta con la Serbia relega l’Italia a dover vincere entrambe le gare del secondo turno per entrare ai quarti di finale. Se da un lato Porto Rico è un avversario abbordabile (anche se sicuramente pericoloso), il vero scoglio sembra la partita di venerdì 6 contro la Spagna, che sembra essere una classica “dentro o fuori”. Coach Sacchetti sta sicuramente organizzando il gruppo in maniera compatta, e questo primo turno ha dimostrato che dove non arrivano con i centimetri, gli Azzurri arrivano con il cuore, con prestazioni di squadra molto buone e la voglia di combattere su ogni pallone sia contro avversari modesti che contro altri obiettivamente troppo forti. Se Datome riuscirà a recuperare, e si potranno vedere i Gallinari e Belinelli delle ultime gare, sicuramente gli Azzurri avranno buone possibilità di giocarsela contro la Spagna e Porto Rico e tornare, dopo più di vent’anni, a essere tra le otto squadre migliori al mondo.

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