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Jorge Lorenzo scende dalla moto

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Riccardo Angori

Jorge Lorenzo e la MotoGp: la storia del pilota maiorchino si chiuderà il 17 novembre 2019 con l’ultimo gran premio stagionale di Valencia. La notizia è rincorsa per i box del circuito spagnolo ed è stata subito rilanciata dai media, che hanno puntato telecamere e microfoni sulla sala stampa dove giovedì alle 15.00 si è tenuta la conferenza straordinaria del pilota spagnolo assieme al numero uno di Dorna, Carmelo Ezpeleta. L’annuncio non è stato proprio un fulmine a ciel sereno e in molti lo aspettavano da settimane, ma essere lì nella sala stampa e sentire dire da Lorenzo «Domenica corro la mia ultima gara, poi lascio come pilota professionista» ha scatenato una standing ovation di amicizia e gratitudine da parte degli addetti ai lavori e piloti. Una decisione arrivata dopo due eventi stagionali ben precisi: l’incidente sul circuito di Montmelò e la caduta sul circuito di Assen.

Jorge Lorenzo ripreso durante la sua caduta sul circuito di Assen. Foto motorbox.com

Due fatti che hanno portato dubbi al pilota spagnolo che, dopo la gara in Malesia, ha deciso di chiudere la carriera. Una carriera comunque ricca di soddisfazioni, coronata da ben cinque allori mondiali, due in classe 250 e tre in MotoGp, arrivati grazie alle numerose vittorie conseguite con le due ruote, 68, a cui si aggiungono i 152 podi, accumulati dall’esordio in 125 nel 2002 a 15 anni e un giorno fino alla stagione 2018, con i successi ottenuti sul circuito del Mugello e di Barcelona.

Jorge Lorenzo da Palma di Maiorca, talento precoce

Lorenzo nasce sull’isola spagnola il 4 maggio 1987, ed è precocissimo: a soli 4 anni, nel 1991, partecipa al suo primo campionato di mini cross, e l’anno successivo comincia a correre nelle minimoto. Ma è correndo nel campionato minicross delle Baleari che Jorge Lorenzo si toglierà delle soddisfazioni, vincendone i campionati dal 1993 al 1995. A undici anni arriva un altro successo, quello nella Coppa Aprilia, che vince nel 1998 su di una moto da 50 cm³. Successo replicato anche l’anno successivo con una moto di cilindrata superiore, da 125 cm³. La sua precocità nella guida delle moto lo portò anche ad ottenere una deroga dalla Federazione Motociclistica Spagnola per correre il campionato nazionale del 2000, concluso 17° con 22 punti. Risultato migliorato decisamente l’anno successivo, dato che arrivò quarto con 69 punti. Questo giovanissimo talento ambito da tutti fu notato da Giampiero Sacchi, responsabile del reparto corse del Gruppo Piaggio, comprendente Gilera, Derbi e Aprilia. E fu proprio Sacchi a far esordire il pilota maiorchino nel motomondiale del 2002 nella classe 125, con il team Caja Madrid Derbi Racing. Il debutto arrivò con due gare di ritardo rispetto alla partenza del mondiale, sul circuito spagnolo di Jerez de la Frontera il 4 maggio 2002.

Un giovanissimo Jorge Lorenzo dopo una gara di mini cross. Foto: pagina ufficiale Facebook Jorge Lorenzo.

Questo perché la Federazione motociclistica internazionale non approvò la deroga a far correre un pilota minore di quindici anni (Lorenzo avrebbe compiuto quindici anni solo il 4 maggio), facendogli saltare le prime due gare di Suzuka e Welkom. Jorge Lorenzo non corse nemmeno le prove del venerdì sul circuito spagnolo, esordendo per il suo compleanno nel giorno di qualifica della gara che si sarebbe corsa il giorno successivo, diventando così a 15 anni e un giorno il più giovane pilota esordiente di sempre. La stagione di esordio si concluderà al 21º posto con 21 punti iridati, ottenendo come miglior risultato un 7º posto in Brasile. Risultato che migliorò nella stagione successiva, finendo 12º in classifica con 79 punti e riuscendo a vincere la sua prima gara del motomondiale sul circuito del Brasile. Il 2004 fu l’anno migliore in 125, concludendo al 4º posto con 179 punti, portando a casa tre vittorie sui circuiti di Olanda, Repubblica Ceca e Qatar. Su quest’ultimo circuito fu particolare l’assegnazione della vittoria a Lorenzo, che tagliò il traguardo in prima posizione contemporaneamente ad Andrea Dovizioso. I giudici di gara, esaminando minuziosamente il fotofinish, non furono in grado di stabilire chi fosse il vincitore. La classifica finale e la vittoria di Jorge Lorenzo fu quindi decisa in virtù del giro veloce fatto durante la gara sul circuito qatariota, ottenuto proprio da Lorenzo.

Cinque mondiali tra 250 e MotoGp

La sua permanenza in 250 fu breve ma ricca di soddisfazioni: dopo l’esordio nel 2005 con il team Fortuna Honda, conquistando il quinto posto in classifica con 167 punti, fu tornando in sella a una moto del gruppo Piaggio, l’Aprilia RSV 250, che vincerà il suo primo titolo nel motomondiale, in un testa a testa fino all’ultimo GP con Andrea Dovizioso, diventando al contempo il secondo pilota più giovane di sempre a vincere il campionato del mondo. Titolo rinconfermato anche l’anno successivo, con una gara d’anticipo, in un mondiale vinto con 312 punti in classifica, frutto delle nove pole position a cui sono seguite nove vittorie sui Gp del Qatar, di Spagna, di Cina, di Francia, di Catalogna, d’Olanda, della Repubblica Ceca, di San Marino e d’Australia.

Jorge Lorenzo in sella alla Yamaha YZR-M1 a Jerez della Frontera durante i test della sua prima stagione in MotoGp. Foto: Wikipedia.

Il doppio successo in 250 fece fare l’ultimo salto di categoria a Jorge Lorenzo, che nel 2008 si accasò al team Fiat Yamaha, compagno di squadra di Valentino Rossi. Ma la presenza del Dottore non portò nessun timore reverenziale al pilota spagnolo, che partì fortissimo conquistando la prima pole della stagione per il GP del Qatar, arrivando secondo dietro Casey Stoner. La prima vittoria stagionale arrivò in Portogallo arrivando davanti a Dani Pedrosa e al compagno di squadra Valentino Rossi, concludendo la stagione d’esordio in MotoGP al quarto posto assoluto con 190 punti. Il 2009 fu molto intenso per Lorenzo, anche per la rivalità di scuderia con Valentino Rossi, vincitore del mondiale di MotoGP proprio davanti a Jorge, che si sarebbe rifatto l’anno successivo con il suo primo titolo mondiale nella classe regina. La stagione 2010 fu infatti una cavalcata trionfale, culminata con il titolo vinto a 23 anni.

Jorge Lorenzo e Valentino Rossi nel 2010 in Francia.

Il 2010 fu la stagione perfetta per Lorenzo, conclusasi senza nessun ritiro e giungendo nei primi quattro posti in tutti i GP, raccogliendo un totale di 383 punti, record assoluto battuto da Marc Márquez nel 2019. Dopo il secondo posto del 2011, per il quarto titolo mondiale Lorenzo dovette aspettare il 2012, bissando la cavalcata trionfale del 2010, ritirandosi solo due volte ma arrivando primo o secondo in tutte le altre sedici gare, conquistando il mondiale con 350 punti e diventando al contempo il primo spagnolo a bissare due titoli di MotoGP. Il campione del mondo concluderà il 2013 al secondo posto nonostante l’ennesima frattura patita durante le prove del Gran Premio d’Olanda, ottenendo però un riconoscimento particolare sul circuito di Jerez de la Frontera: l’intitolazione di una curva, la curva numero 13 del tracciato spagnolo, tutt’ora chiamata “curva Lorenzo”. Il 2014 conquista il terzo posto nella classifica piloti finale con 263 punti, e l’anno successivo, in un finale al cardiopalma, arriva il quinto e ultimo titolo iridato a discapito del compagno di squadra nonché rivale Valentino Rossi, superato per soli cinque punti.

Ducati, Honda e tanti pensieri

Lorenzo in sella alla Ducati a Sepang.

Il 18 aprile 2016 fu annunciato il passaggio per la stagione successiva in Ducati Corse. Una stagione però per niente esaltante, terminata al settimo posto con 137 punti, senza vincere nessuna gara, fatto che non gli accadeva dal 2005. Il 2018 lo ha visto tornare alla vittoria, con i successi ottenuti al Mugello per il Gran Premio d’Italia e nel successivo Gran Premio di Catalogna, a cui si unisce qualche mese dopo la vittoria nel gran premio austriaco. Il mondiale dell’anno scorso però lo ha relegato al 9º posto con 134 punti anche a causa di un infortunio che lo ha tenuto lontano dalle piste per quattro appuntamenti. Ed è probabilmente già in quell’occasione che i pensieri legati al ritiro sono iniziati a maturare, complice anche la difficile stagione del 2019 che ha visto trionfare il compagno di squadra della Honda Marc Márquez. Un ritiro avvenuto nella fase calante della carriera, fase dovuta alla mancanza di motivazioni e alla difficoltà nel vincere le gare, fattori che hanno determinato il ritiro del pilota maiorchino. A cui, insieme a tutto il mondo dei motori, non possiamo dire che grazie per questi anni in cui i suoi testa a testa con Valentino Rossi e soci hanno dato spettacolo, nelle domeniche pomeriggio tutti in piedi sul divano a seguire il circus delle moto in giro per il mondo. Gracias, Mantequilla!

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