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F1 2020, tra test e segreti

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Riccardo Angori

Si sono svolti nelle ultime due settimane di febbraio i classici test pre-stagione di F1 per il 2020, sul circuito catalano di Barcellona. Come è risaputo dagli addetti ai lavori e non, nei test non è mai facile capire le vere capacità delle scuderie di Formula Uno, che nel corso di sei giorni complessivi di prove devono testare e stare attente a diversi dettagli, dal carico di benzina alle mescole delle gomme, facendo girare sul circuito i propri piloti della stagione che inizierà in Australia il 15 marzo per ottimizzare il tutto. I test di quest’anno hanno permesso ai team di lavorare molto sottotraccia, e soltanto da Melbourne in poi avremo più certezze e previsioni affidabili sul corso del 71° campionato mondiale di F1, campionato che ha dovuto rinunciare a un appuntamento: a causa dell’epidemia di coronavirus, la FIA ha annullato e rimandato a data da destinarsi il Gran Premio di Cina, che si sarebbe dovuto svolgere a Shangai il 19 aprile.

Leggi anche: Il Coronavirus del giornalismo italiano.

Test F1, exploit Williams, la solita Mercedes e la Ferrari nascosta

La monoposto di Hamilton durante un velocissimo pit stop. Foto Mercedes.com

Confrontando i tempi sul giro ottenuti dalle scuderie in queste ultimi test con quelli dell’anno passato, salta subito all’occhio che le vetture siano più veloci dello scorso anno. Che in termini numerici spaziano dal mezzo secondo della Mercedes, che a Barcellona ha fatto il proprio miglior giro con 1.15.732, rispetto al 2019 chiuso con 1.16.224, a un miglioramento molto più consistente come quello della Williams, che ha migliorato il proprio tempo sul giro di 1,2 secondi rispetto all’anno passato. Una notizia molto attesa dal team di Grove, che vuole tutt’ora dimenticare il tremendo campionato 2019, concluso all’ultimo posto nel mondiale costruttori con un solo punto conquistato in tutto il torneo. Netto miglioramento anche per la Racing Point, che migliora i propri tempi di quasi un secondo. Per contro non tutte le monoposto sono andate più veloci dell’anno precedente: Ferrari e Alpha Tauri (ex Toro Rosso) hanno peggiorato seppur di poco i propri tempi migliori. La Red Bull rientra invece tra le scuderie ad aver migliorato di qualche decimo i propri tempi sul giro, così come Alfa Romeo e McLaren.

La Ferrari di Vettel durante i giri di prova a Barcellona. Foto Ferrari.com

Le scuderie quest’anno più che mai hanno giocato molto a nascondino tra di loro, tentando di carpire l’una dall’altra segreti e potenzialità delle monoposto che si sfideranno durante la stagione di F1. Da quello che abbiamo visto la Mercedes dovrebbe essere di nuovo la macchina da battere, e la Red Bull, seconda forza del campionato 2019, probabilmente starà alle calcagna di Hamilton e Bottas. Nella lotta al vertice potrebbe insidiarsi anche la Racing Point, grazie alla motorizzazione Mercedes, ma resta da capire l’effettiva potenzialità della scuderia con sede a Maranello, la Ferrari. Perché Mattia Binotto, il team principal, al termine delle prove in Catalogna ha rilasciato affermazioni sconfortanti, ritenendo la SF1000 non in grado di puntare alle prime posizioni a Melbourne e nelle prime gare del campionato. Un pessimismo che i tifosi sperano sia solo mera pretattica, confidando che Vettel e Leclerc possano essere in grado di giocarsela con la Mercedes. Ipotesi confermata da alcuni dettagli saltati fuori dai test di Barcellona, dove il pilota monegasco Charles Leclerc ha dato prova di un buon passo gara e di una velocità di punta nel giro veloce sul rettilineo di 310 km/h contro i 336 km/h della monoposto guidata da Kimi Raikkonen, l’Alfa Romeo che monta lo stesso motore Ferrari. Ciò implica che il motore Ferrari può potenzialmente raggiungere una velocità superiore a quella fatta registrare dai due piloti della scuderia di Maranello, che hanno girato sul circuito di Barcellona a ritmi più bassi per studiare un carico aereodinamico più efficiente, che possa garantire competitività anche nei settori più lenti dei circuiti dove la sola velocità non basta.

Leggi anche: Ferrari, vincere o deludere.

Strani accordi Ferrari – FIA

Max Verstappen sulla propria Red Bull durante i test di Barcellona. Foto Wikicommons

I test però hanno avuto una conclusione polemica per una comunicato rilasciato dalla FIA in merito alla regolarità della Power Unit della Ferrari del 2019, che dopo due vittorie in Belgio e a Monza regredì nuovamente in termini di prestazioni e piazzamenti. Un declino che non sfuggì agli occhi di nessuno, dando modo al pilota della Red Bull Max Verstappen di sparare a zero, dichiarando dopo la gara corsa negli Stati Uniti ad Austin

Questo è quello che succede se smetti di barare questo è proprio quello che abbiamo visto, quindi bisogna tenerli d’occhio

La FIA ha quindi indagato per tutto l’inverno, affermando al contempo che sarebbe intervenuta solo nel caso avesse scoperto irregolarità. Irregolarità che non vengono menzionate nell’ultimo comunicato rilasciato il 28 febbraio, dove viene dichiarato di aver raggiunto un accordo con il team, e che tale accordo sarebbe rimasto riservato. Nessuna menzione in merito all’effettiva regolarità della Power Unit incriminata, il che ha portato a una vera e propria levata di scudi dalle testate sportive tedesche, che accusano la FIA di aver riscontrato delle irregolarità ma di non voler procedere con sanzioni e squalifiche, bensì di obbligare la Ferrari a non riproporre più la Power Unit e le proprie soluzioni tecniche considerate illegali. La Ferrari al momento si è riservata dal commentare la vicenda, ma sette scuderie su dieci del campionato mondiale di F1 non ci stanno e pretendono la verità su questo caso, affidando il loro malcontento a un comunicato pubblicato sul sito ufficiale della Mercedes AMG Petronas. Una vicenda che, a pochi giorni dall’inizio del campionato, molto probabilmente avrà degli strascichi nei tribunali sportivi a suon di carte bollate e ingiunzioni, in nome della trasparenza.

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Riccardo Angori

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