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Tech&Games

Skate to Hell: le colonne sonore di Tony Hawk hanno segnato un’epoca

Published by
Marco Cherubini

È il giugno del 2001, la scuola è appena finita, il sole è allo zenit e brucia i tetti delle case, fuori il caldo è soffocante. Un bambino è a casa per godersi le vacanze estive appena iniziate, tre mesi di totale relax. Viene colto da un momento di nostalgia. Accende la sua PlayStation: la console torna alla vita dopo mesi, l’uscita della sua erede l’anno prima l’ha relegata a una sorta di seconda scelta per l’intrattenimento. Nel lettore c’è un disco che gira, il menù del titolo illumina lo schermo della televisione: è Tony Hawk’s Pro Skater 2.

La serie di Tony Hawk ha avuto un impatto enorme sulla scena videoludica di fine anni Novanta-inizio anni Duemila: il primo episodio è diventato il terzo titolo più venduto su PlayStation del 2000. I primi cinque titoli, fino a Tony Hawk’s Pro Skater Underground, sono stati acclamati dalla critica mondiale. Il maggior punto di forza della più famosa saga di skating digitale è sicuramente l’immediatezza del gameplay: si preme tre volte il tasto X del joypad e si è in gioco, si sceglie il proprio avatar tra un roster di decine di skater e si è catapultati in un livello dove l’obiettivo è racimolare più punti possibile. Il titolo è un arcade duro e puro: nessuna sequenza di tasti complicata, nessuna schermata di caricamento eterna, l’input e la risposta sono immediati, il gameplay è puro godimento.

Uno screenshot di Tony Hawk’s Pro Skater 2.

Tony Hawk e un amalgama musicale perfetto

La serie può vantare di molti punti di forza ma uno in particolare la eleva, portandola a un livello superiore che dopo vent’anni dalla sua prima apparizione viene difficilmente eguagliato. Come molti titoli memorabili, la saga di Tony Hawk gode di una colonna sonora che rispecchia appieno il gameplay del titolo. La soundtrack è una parte fondamentale del meccanismo che rende l’esperienza di gioco migliore e le prime uscite di questa serie non fanno eccezione. La colonna sonora è immediata, veloce, aggressiva, facile da assimilare e, soprattutto, crea dipendenza. È il perfetto mix di punk e hip-hop, con qualche traccia metal che si amalgama perfettamente. Un assalto sonoro che accoglie fin dalla schermata del menù e che non teme di mostrare fin da subito i suoi colpi migliori.

Dead Kennedys, Suicidal Tendencies, Run-DMC, Public Enemy, ma anche gli ipnotici giri di basso dei Primus; la colonna sonora dei primi titoli si sposa perfettamente con il tono del gioco e di quanto viene mostrato su schermo. I giochi arcade hanno come colonna portante l’immediatezza di poter essere usufruiti da tutti, dal neofita al veterano navigato, permettendo a chiunque di divertirsi e giocare alla propria maniera. Così sono le tracce presenti nei vari titoli della serie: The Boy Who Destroyed The World non è un pezzo complicato da assimilare, parte a trecento all’ora e va avanti così per tre minuti, ed è possibile dire la stessa cosa di tutti i brani presenti nelle prime cinque entrate nella serie. E non poteva essere altrimenti, vista la profonda relazione che, dagli albori del genere, esiste tra il punk e lo skateboarding. Su un articolo pubblicato su Louder Doug Moody, fondatore della Mystic Records, etichetta discografica madre dello skate punk, ricorda come coloro che arrivavano nel suo studio per registrare fossero «ragazzi con vestiti pieni di buchi e strumenti di seconda mano. Erano poveri. Sapevo che tutti facevano skate perché arrivavano in studio con le loro tavole».

Musica e combo in simbiosi

Una colonna sonora fedele alla sua natura ribelle, che è riuscita ad amalgamare al suo interno diversi generi, dando vita a qualcosa di veramente speciale. Per chi è stato bambino o adolescente durante la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila, l’ascolto di queste tracce rappresenta un tuffo nel passato. Con la loro aggressività e la voglia di essere ribelli, le colonne sonore dei vari titoli della serie di Tony Hawk sono state compagne di innumerevoli pomeriggi e serate trascorsi a distaccarsi dalla realtà per la maggior parte di quelle persone dotate di una console durante quegli anni. Un primo incontro con dei generi che con le loro sonorità hanno contribuito a plasmare i gusti musicali di migliaia di persone, nate a cavallo di due secoli.

A distanza di quasi vent’anni, è raro per delle canzoni presenti in un videogioco che non sono tracce originali essere così facilmente associabili a determinati ricordi, come quelli di correre a tutta velocità su una tavola di legno con le ruote attraverso un supermercato, spaccando vetri e collezionando VHS entro i due minuti di tempo limite imposti dal gioco. È l’effetto Rip & Tear di DOOM: la colonna sonora ha i toni perfetti per accompagnare gli smembramenti dello sparatutto di Soft. È identico a quanto succede nei titoli di Tony Hawk: il gioco è frenetico, le combo si susseguono senza sosta e il moltiplicatore del punteggio continua ad aumentare, così come la musica di sottofondo. Sono rari i casi in cui questo legame rischia di essere una simbiosi perfetta. I brani sono disponibili sia su YouTube che su Spotify, dove qualche utente si è preso la briga di creare delle playlist apposite.

E per quanto possa sembrare un’affermazione naive, le tracce contenute in questa serie per molti possono rappresentare un flashback, vivi sprazzi di ricordi che li trasportano indietro negli anni, a tempi migliori, più spensierati, nei quali erano più ingenui e vivevano senza preoccupazioni di sorta.

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Marco Cherubini

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