Domenica quindici marzo si è tenuta una maratona di beneficenza patrocinata da theWise Magazine e dal gruppo Facebook IMDI official gruppo (potete recuperare la maratona a questo link). Si è trattato di una grande videochiamata collettiva, dalla durata di dodici ore, trasmessa al pubblico su YouTube, che ha raccolto tra gli ospiti i protagonisti dello scenario memetico italiano, oltre a “esterni” alla scena, come il comico Edoardo Ferrario.
L’iniziativa è stata un successo e sono stati raccolti quasi ottomila euro, che sono stati donati all’ospedale Spallanzani di Roma. Oltre alla cifra raccolta, ha rappresentato qualcosa di veramente significativo per chi conosce gli invitati e le loro pagine Facebook, chi bazzica i vari gruppi che compongono l’universo memetico italiano e chi questo mondo lo conosce più o meno bene. Abbiamo intervistato alcuni degli ospiti per chiedere le loro impressioni sull’evento e sulla partecipazione della community, facendo a ognuno di loro queste domande.
1 – Certo, e conoscevo questa community già da prima, sia sul web che di persona. Sono dei pezzi di pane. Poi Nocoldiz è anche mio collaboratore su Player.it.
2 – Non mi aspettavo tutti questi soldi. Sono felicissimo che abbiamo fatto qualcosa di carino in questa situazione di emergenza.
3 – In realtà sono stati già organizzati degli eventi a tema meme, come per esempio il Memecon.
4 – Direi il “momento scimmia”: ha mandato a puttane (si può dire puttane?) la mia impostazione professionale della live tra le 14 e le 15.
1 – Ha più che senso definirci una community. Ha ancor più senso definire che tipo di community si tratti. A me ricorda molto la situazione socio-culturale dell’ex Jugoslavia: una nazione non molto popolata ma altamente variegata ed eterogenea. Nella community di meme italiani esistono decine di realtà che si conoscono e non si conoscono, si legano e non si legano, ma tutte si diversificano nettamente. Ciò che ci lega è la piattaforma e sono questi eventi eccezionali che ci fanno sentire parte di un reale gruppo di ritardati.
2 – Non mi aspettavo che andasse così bene. Non perché abbia da ridire sull’organizzazione di theWise (che si è rivelata davvero funzionale) ma perché sono un inguaribile catastrofista. Ero convinto che non avremmo raggiunto cinque menù kebab e invece siamo arrivati a quasi novemila euro che sono tipo… boh… tredici menù kebab? Non lo so, ma sicuramente mi ha riempito di orgoglio e filantropismo.
3 – Boh, dipende dalla minchiata per cui fare l’evento. Non lo so, vedo difficile che la gente tiri fuori i soldi per un evento tipo «aiutiamo a salvare il padre di Lorenzo Nardi, afflitto da un grave caso di divorzio parassitario».
4 – Il momento scimmia, la storia del Re delle Nocciole di Oznerol e quando abbiamo fatto finta di essere un’illusione nella mente di Amerigo Cirelli.
1 – Chiaramente chi ha partecipato è gente che segue la scena memica italiana, curiosa di vedere le facce delle persone che ogni giorno si impegnano per strappare un sorriso, soprattutto in questo periodo ahimè non facile in cui quel che ci consola è proprio scrollare e guardare i meme. Sono persone con un’”enciclopedia” comune, quella memetica, quindi direi di sì; si tratta di una vera e propria grande community.
2 – Detto sinceramente, sono rimasta piacevolmente sorpresa del risultato raggiunto. Ci sono state tantissime donazioni e abbiamo raggiunto un risultato sorprendente e di questo sono molto felice, d’altronde era l’obiettivo primario. Gli ospiti scelti sono stati tutti in gamba. Si è avvertita tantissimo la volontà di partecipare a questa bella iniziativa e personalmente ho adorato la poliedricità degli ospiti, tutti con pagine e temi diversi.
3 – Credo di sì, ci sono già stati episodi di questo tipo. Il Memecon tenutosi a Roma è la dimostrazione che eventi di questo tipo attirano sempre molto e il senso di community non si perde, sia in periodi difficili come questi sia in tempi più tranquilli.
4 – Oltre ai “big” come Oznerol e Lorenzo Nardo di Merdapostaggio, che sanno davvero intrattenere e hanno anche una componente attoriale straordinaria, mi è piaciuto anche lo slot delle regionali e la parte in cui hanno parlato i miei amici di Quirme che, sebbene sacrificati, mi hanno fatto ridere molto
1 – Secondo me ha perfettamente senso, tant’è che si può respirare un’aria di fratellanza tra IMDI e il mio gruppo, L’Ordine dell’Avena Oscura (tanto per fare un esempio). La cosa interessante è che anche tutti gli altri admin di pagine e personalità conosciute nel circuito sono membri di un ecosistema che non si limita ai semplici confini virtuali dei gruppi. Tant’è che si possono trovare admin, moderatori e utenti IMDI in Avena e in tanti altri gruppi con lo stesso spirito. Molti di noi si conoscono e sono nate tantissime amicizie virtuali, proprio in virtù di una stima e rispetto reciproco da navigatori del web dall’indole simile. Unirci sotto quest’unica causa, in questo momento difficile, è stata un’ottima occasione per ricordarci che insieme possiamo fare molto, al di fuori delle immaginette divertenti o della semi-settorialità dei nostri gruppi.
2 – Mi ero fissato mentalmente un goal di circa diecimila euro. Ero certo che avremmo potuto avvicinarci a quel numero, soprattutto tenendo a mente l’efficiente organizzazione e il numero di partecipanti. Sapevo che queste premesse avrebbero certamente portato un grosso numero di utenti a contribuire. Per quel che ho potuto vedere si è creata un’ottima sinergia e la diretta è stata una piacevole chiacchierata, raramente noiosa per i partecipanti o gli spettatori.
3 – Difficile a dirsi. Probabilmente, per ragioni di puro intrattenimento, potrebbe definirsi più complesso creare un format coeso e appropriato alla situazione come quello che c’è stato. Magari daremmo tante cose per scontate, senza apprezzare così tanto questa compagnia in quarantena. Ci sentiremmo così uniti, senza un fronte comune? Chi può dirlo? Sarei curioso di sperimentare!
4 – Senz’ombra di dubbio il momento Scimmia di Lorenzo Nardi, a mani basse.
1 – Secondo me la community di cui parli esiste eccome. Esistono vari gruppi (Rui /A/yanami, IMDI e l’Avena, almeno) che raggruppano moltissimi admin di pagine di meme che hanno modo di entrare in contatto con una frequenza anche quotidiana e che finiscono per allacciare relazioni personali che vanno al di là del mondo dei meme. Per farti un esempio, noi di Serie /A/ Memes abbiamo partecipato sotto il nome di Quirme, che è un progetto di streaming che portiamo avanti da qualche mese insieme ad alcuni utenti del nostro gruppo e degli admin di altre pagine (Relatable Roma Memes e Ravidememe). Questo progetto, prima ancora che un vlog (penso sia la definizione più giusta), è semplicemente la registrazione di una chiacchierata tra amici che hanno piacere a sentirsi una volta a settimana e cazzeggiare insieme, nonostante dal vivo ci siamo visti a malapena una volta e ci si sia conosciuti su un gruppo Facebook. Al di là di questo, mi accorgo come grossi gruppi Facebook permettano di unire persone lontane che non si sarebbero mai conosciute ma che hanno molto in comune. Fa parte delle novità portate nella nostra vita dai social network, ed è giusto che sia così.
2 – Purtroppo di natura sono abbastanza pessimista, quindi sì, non mi aspettavo né tutto questo seguito (mi è parso che gli spettatori siano rimasti per tutta la live tra i centocinquanta e i trecento) né soprattutto che si raccogliessero tutti questi soldi. Il tutto utilizzando mezzi assolutamente rudimentali. Non è facile fare il presentatore né evitare i silenzi imbarazzanti o trovare argomenti interessanti di cui parlare, soprattutto in un programma di dodici ore organizzato in pochissimo tempo. Gli organizzatori sono stati molto bravi a gestire il tutto. Più che i vari memer, che comunque hanno esperienza nel campo e colgono le varie battute e riferimenti, mi ha stupito in particolare come non sembrassero fuori posto gli invitati “vip”, come Daniele Tinti, Edoardo Ferrario o Matteo Corradini. Non sembravano persone annoiate tirate dentro all’evento da un gruppo di nerd, ma si sono dimostrate tanto interessate quanto partecipative.
3 – Onestamente sì, riallacciandomi alla prima domanda. Il valore aggiunto dello scopo benefico a mio avviso è stato il dare una ragion d’essere a questo streaming. Ha dato l’idea che non fosse un circle-jerking tra nerd e memer, ma che ci fosse un reale motivo a giustificare la trasmissione. Però il senso di community si può ritrovare in molte altre iniziative con scopi meno nobili, dai raduni delle pagine e dei gruppi a storie che sono ormai leggende di un certo internet, come l’assalto all’Area 51 o i raid contro la bandiera di Shia LaBeouf da parte di 4Chan. Possiamo essere testimoni di un cambiamento della società, in cui il mondo dei meme esce dalla nicchia dove è stato finora e diventa un fenomeno di massa con effetti tangibili, come sono stati in questo caso i quasi ottomila euro raccolti. E siccome questo processo di spostamento irl [in real life, N.d.R.] dei meme è in corso, non credo sarà necessario aspettare la prossima pandemia per ripetere un evento come quello di domenica.
4 – Il palinsesto variegato ha fatto sì che i macro-blocchi (sportivo, shitposting, regionale eccetera) rendessero la maratona uno spettacolo adatto a tutti i gusti. Mi è piaciuta molto la parte sportiva, probabilmente perché Ferrario e Tinti, essendo del mestiere, avevano una marcia in più rispetto agli altri. Purtroppo non sono riuscito a vedere la parte degli shitposter, che recupererò nei prossimi giorni. Sono molto curioso di vedere come se la sono cavata dieci svitati messi insieme. Sono certo che quella parte sarà stata un mix di risate e follie che non voglio perdermi.
1 – Anche se ogni community ha le proprie specificità, c’è evidentemente un’omogeneità di fondo tra le varie pagine e gruppi “memetici” italiani, sia per temi che per pubblico di riferimento, e il successo di questa iniziativa lo ha dimostrato.
2 – Che gli ospiti si sarebbero trovati a loro agio, complessivamente, non avevo molti dubbi. Sicuramente non mi aspettavo il successo del fundraising. Avrei scommesso intorno ai tremila euro, cinquemila proprio nella più rosea delle aspettative.
3 – Sicuramente il contesto benefico ha contribuito alla buona riuscita dell’evento, anche perché ha permesso di smussare un po’ l’ego dei partecipanti e le frecciatine che spesso sono inevitabili in questo ambiente. Però sarei molto curioso di vedere qualcosa di simile realizzato in un contesto diverso.
4 – La parte più divertente è stata aggiornare il moneybox per vedere le donazioni crescere in tempo reale, e leggere i commenti sagaci rilasciati dai donatori! [ride, N.d.R.]
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