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Tech&Games

Mount & Blade II: Bannerlord: bello ma non si applica

Published by
Alan Pasquali

Gli studenti prima di Mount & Blade II: Bannerlord:
The Guild 3 – Crusader Kings – Vermintide 2 – Tomb Raider – Frostpunk – Ancestors Legacy – Kingdom Come: Deliverance – Monster Hunter: World – World of Warcraft: Battle for Azeroth – Pathfinder: Kingmaker – Darksiders 3 – For The King – Metro: Exodus – Warhammer 40,000: Inquisitor Martyr – My Time at Portia – Mutant Year Zero: Road to Heaven – The Council – Warhammer 40,000 Mechanicus – World of Warcraft: Classic – The Outer Worlds – Graveyard Keeper – StoneshardYes, Your Grace


Mount & Blade II: Bannerlord è finalmente disponibile. Può un titolo uscito all’incirca dieci anni fa generare un culto e un seguito tanto fedele quanto fanatico da poter attendere più di un decennio per un gioco particolare, ma certamente mediocre? La risposta è ovviamente . Mount & Blade, il primo videogioco della serie che ha aiutato TaleWorlds Entertainment, un piccolo studio turco, a uscire dall’oscurità, si inserisce sicuramente in una posizione molto particolare. In un universo che si muove lontano dalla mappa tattica o il più vicino possibile a un’iperspecializzazione del proprio gameplay, TaleWorlds cerca invece di unire il meglio del passato con il meglio del futuro in Mount & Blade II: Bannerlord, incollando la gestione di un mondo persistente con il gameplay decisamente più eccitante di un action in terza persona. Un mix difficile da bilanciare in maniera perfetta, che si complica ulteriormente nell’istante in cui per potersi supportare come unico editore, TaleWorlds si appoggia alla metodologia dell’accesso anticipato.

Mount & Blade II: Bannerlord

Innanzitutto, occorre stabilire quanto effettivamente rilasciare un titolo prima che sia completo possa essere deleterio per l’obbiettivo principale dello stesso: Mount & Blade II: Bannerlord, punta a inserire il giocatore in un mondo persistente, in cui lentamente le sue caratteristiche e capacità progrediscono, portandolo dall’essere un signor nessuno seguito a malapena da contadini fino a essere un potentissimo signore feudale o un ricco mercante. Che la curva di potere del giocatore sia decisamente calcolata sul lungo periodo appare assolutamente evidente in Mount & Blade II: Bannerlord: navigheremo nell’oro ben prima di avere raggiunto anche solo la metà del ramo delle abilità che interessano il commercio, potremo reclutare eserciti di unità d’élite molto prima di averne l’effettiva necessità (o le abilità con cui renderli efficienti). Ecco che quindi molto presto buona parte del tempo di gioco si trasformerà in una ben noiosa ripetizione delle stesse identiche azioni, nell’attesa e speranza che il rapportarsi con delle meccaniche di gioco non sempre particolarmente divertenti o interessanti ci sblocchino l’accesso a qualcosa di più sensato. Questo genere di approccio non è assolutamente estraneo all’interno dei videogiochi, sia in giocatore singolo che in multigiocatore, allora perché in Mount & Blade II: Bannerlord sembra diventare così terribilmente punitivo? Presto detto: in genere, per quanto lungo, irritante e tedioso il grind, termine inglese che indica la ripetizione continua di determinate azioni, ha come ultimo obbiettivo quello di renderci o più potenti, oppure più appariscenti. Non sono rari i racconti di coloro che, pur di raggiungere il proprio obbiettivo, massacrano migliaia di cinghiali nelle zone di gioco iniziali. Ma cosa succede quando tutto questo progresso viene completamente distrutto dall’inevitabile sfilza di patch, il cui principale risultato dovrebbe essere sistemare proprio questo genere di problemi? Il giocatore medio passa sicuramente ad altro, dimenticandosi spesso del fatto che le parole “accesso” e “anticipato” poste l’una a fianco all’altra significhino proprio questo.

L’interfaccia del commercio è stata completamente rinnovata, e grazie ai perk si arriva anche a poterla controllare meglio. Quando funzionano.

Esiste, tuttavia, una branca di giocatori che tenta di risolvere questo genere di problemi a modo proprio. Ecco che si presenta di fronte a noi l’opzione C: non siamo costretti a sottoporci all’umiliazione della cancellazione dei nostri progressi in nome del progredire del gioco, o a smettere di giocare in toto, possiamo bensì rivolgerci a un mondo oscuro e pieno di mistero, dove il perfezionamento delle meccaniche di gioco e la nudità non censurata si mescolano in un vortice di emozioni agrodolce… Benvenuti nel mondo delle mod. Di fronte agli evidenti sbilanciamenti ed errori di design di Mount & Blade II: Bannerlord non possiamo far altro che notare come la mod Bannerlord Tweaks, un ribilanciamento abbastanza leggero di molte caratteristiche interne del gioco, sia decisamente al primo posto le mod più popolari di Nexusmods. Può questa scelta di una soluzione essenzialmente fatta in casa riuscire a risolvere ogni problema che sta in questo momento rendendo Mount & Blade II: Bannerlord un titolo decisamente non fruibile? Sì, e no: da una parte una così facile e veloce risoluzione di problemi critici potrebbe senza dubbio attirare i più. Non è per nulla raro che a volte giocatori appassionati riescano a risolvere bug che gli sviluppatori stessi ignorano o che non ritengono essenziali ma, in una fase importante come quella attuale, una scelta del genere può rivelarsi un’arma decisamente a doppio taglio. Come infatti le mod possono risolvere ogni genere di disturbo presente all’interno del gioco, possono anche generarne altri ben peggiori: le sostanziali modifiche e aggiunte ai file di gioco possono andare a creare problemi dove prima non ne erano presenti, toccando parti che non dovrebbero interagire o che potrebbero farlo in maniera decisamente spettacolare, sviluppando una situazione peggiore di quella che dovrebbero sistemare, ma non solo. Vanno ad aggiungere un’ulteriore difficoltà per gli sviluppatori stessi, che dovranno svolgere il doppio lavoro di isolare gli effettivi problemi, di certo non carenti in Mount & Blade II: Bannerlord, da quelli generati invece da mod più o meno estensive. Può trattarsi di una situazione molto complicata per TaleWorlds, la cui gestione potrebbe essere chiave di volta per il futuro della loro nuova creatura.

In Mount & Blade II: Bannerlord faranno anche il loro ritorno gli odiati nascondigli dei banditi. Bannerlord Tweaks ha già provato a sistemarli.

Tralasciando però le effettive polemiche riguardanti come risolvere o meno una delle situazioni più o meno chiave nella vita di un gioco quali è il lancio, cosa ci può offrire Mount & Blade II: Bannerlord allo stato attuale: una Calradia, il continente di gioco, completamente rinnovata e rifinita, resa leggermente più simile all’Anatolia con la presenza dell’impero ancora intatto; un’intera ambientazione storica modificata, in cui la copia frammentata internamente dell’Impero Romano d’Oriente si ritrova a contendersi il dominio del suo continente con celti, franchi, vichinghi, orde delle steppe e arabi; un nuovo sistema di gestione degli insediamenti, basato su statistiche ben precise e strettamente collegato al flusso di merci, abitanti e soldati all’interno di questi ultimi, ogni cosa ha il suo posto e significherà la differenza tra una città spopolata e morente e una florida; le meccaniche commerciali sono state rinnovate completamente, ed è ora finalmente possibile approcciarsi a un sistema che nelle precedenti edizioni risultava tanto intuitivo quanto utile: per nulla; il nuovo generatore delle mappe di combattimento, utilizzato anche nelle città e nelle scene più tranquille, permette ora combattimenti assolutamente spettacolari e cinematografici, che ci consentono di mettere in campo fino a 1000 uomini contemporaneamente. L’effetto che questa possibilità è in grado di dare risulta veramente mozzafiato, creando l’impressione che la carica di cavalleria che stiamo guidando contro i nostri nemici dal fianco sia davvero realistica. Il nuovo ramo delle abilità legato al nostro personaggio si amplia, trovando tanti vecchi amici già conosciuti e qualche nuovo arrivo, e ad aiutare questo senso di rinnovamento fanno anche capolino due nuove schede nell’interfaccia: clan e regno. Da qui potremo controllare rispettivamente gli affari domestici del nostro nuovo clan, argomento centrale dello sviluppo intorno al personaggio, o del regno di cui faremo parte, di cui potremo essere tanto regnanti, quanto vassalli, quanto traditori infiltrati per metterlo in ginocchio. Mount & Blade II: Bannerlord lascia la scelta in mano solo ai capricci del giocatore; anche l’editor dei personaggi ha ricevuto la sua giusta dose di amore, questo non ha certo impedito il raggiungimento e la creazione di personaggi a dir poco orripilanti, la fantasia di chi gioca è veramente senza limiti, ma ci troviamo comunque di fronte a uno strumento di tutto rispetto, in grado di poter dare, se usato correttamente, il giusto grado di immersione. Mount & Blade II: Bannerlord a prima vista risulta veramente aver applicato un quantitativo di miglioramenti invidiabili, che potrebbero essere in grado di catapultare TaleWorlds molto avanti nella corsa alla creazione del gioco perfetto.

Il 1023 in ogni suo splendore, in ben due abilità diverse. Abilità e punti caratteristica si intrecciano in questo nuovo menù, in cui possiamo consultare e selezionare i perk.

Bannedlords

Motivo per cui appare decisamente triste paragonare l’effettivo potenziale di un titolo così tanto atteso ai suoi attuali risultati: Mount & Blade II: Bannerlord passa rapidamente dall’ingiocabile al frustrante, una gigantesca cloaca di bug, grind, problemi, sbilanciamenti ed errori di design che ogni tanto vengono leggermente sconfitti dalla patch settimanale (o giornaliera), che in alcuni casi non fa altro che portare l’orologio sull’ora zero invece di risolvere qualcosa, come nel caso di abilità che improvvisamente passano a livello 1023 senza preavviso quando il massimo concettuale dovrebbe essere 250; perk nei rami abilità che non funzionano e nemmeno sono segnalati come non funzionanti; abilità decisionali dell’IA di dubbia funzionalità, in quanto non è raro trovare piccole pattuglie da 50-70 uomini caricare frontalmente, senza alcun motivo logico, eserciti da centinaia o migliaia di uomini e venire fatti a pezzi. Vedere i comandanti gestiti dal computer spostarsi per metà mappa di gioco per assediare un forte nemico dalla dubbia utilità solo perché ha qualche soldato in meno di guarnigione della città commerciale di fianco al proprio confine; un roster di unità assolutamente sbilanciato verso i tiratori a distanza, in cui certe unità di alcune fazioni risultano così potenti da essere praticamente una scelta obbligatoria in qualunque tipo di situazione, dal campo aperto fino all’assedio. A proposito degli assedi, una delle feature più promossa da TaleWorld riguardo a questo nuovo titolo, si tratta sì di uno degli eventi di gioco più divertenti e spettacolari, ma allo stesso tempo risulta imbottito di meccaniche ridondati o assolutamente poco divertenti: il sistema di costruzione delle macchine d’assedio è completamente sbilanciato e prevede quasi sempre la totale dominazione da parte di una delle due fazioni, che semplicemente farà a pezzi tutto ciò che viene costruito dagli avversari in un paio di secondi, spesso i difensori sono avvantaggiati da questo punto di vista, ma la situazione non cambia quando in favore degli attaccanti. Queste sono tutte cose che Mount & Blade II: Bannerlord ci offre come contorno a un piatto dal potenziale quasi smisurato e che non possono far altro che farci tremare dalla rabbia, poiché un titolo con così tanto potenziale deve ancora applicarsi in maniera smisurata.

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