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To simp or not to simp?

Published by
Matteo Antiga

Le comunità online si comportano come qualsiasi gruppo sociale d’individui nel mondo reale. Trasformano la propria identità e assorbono elementi culturali che li riconducano al suddetto gruppo. È un tratto distintivo dell’essere umano quello di essere un animale sociale che raramente rifiuta di aggregarsi ad altri umani. Si pensi alle tradizioni popolari o alla tifoseria calcistica. Proprio come ogni altro gruppo sociale, chi si identifica con alcune delle numerose comunità che internet ospita adotta un vocabolario particolare, frutto del nuovo millennio e delle nuove tecnologie di comunicazione, si approccia al mondo dell’informazione attraverso fonti diverse da quelle tradizionali e di massa… e così via.

Tra le tante mode che hanno coinvolto il mondo di internet, spicca un nuovo termine che, per quanto sia relativamente recente, porta con sé elementi ricorrenti degli ultimi dieci anni di cybercultura. La parola simp (e tutto ciò che è legato a essa) è un esempio perfetto per dimostrare che le comunità della rete hanno i loro topos ricorrenti.

Fenomenologia del simp

L’origine etimologica della parola simp non è chiara. La radice più probabile, secondo il sito di KnowYourMeme.com, è il termine simpleton, ovvero “sempliciotto” o “tonto” se contestualizzato in una situazione dove si viene sfruttati o derisi. Tuttavia, la definizione più popolare tra le centinaia raccolte da Urban Dictionary risale al 2012, molto prima del recente picco di popolarità della parola. Questa definizione ricollega il termine a sympathetic (una descrizione molto più gentile rispetto a quelle che trovereste oggi).

Definire accuratamente il simp e il simping risulta altrettanto complesso. Se volessimo utilizzare il sopracitato Urban Dictionary come fonte, affidandoci ai contributi di centinaia di persone nell’arco degli anni, sarebbe necessario distinguere le definizioni unicamente for the lulz da quelle da cui è possibile ricavare qualche elemento universalmente riconducibile al simping. Possiamo spiegare in maniera semplice e senza lasciarci influenzare troppo dalle voci più impegnate a deridere il simp che a inquadrarlo.

Un simp è un individuo (di prassi, di genere maschile) che si mette in una posizione di inferiorità nei confronti di una persona per cui prova attrazione (di prassi, di genere femminile). Occasionalmente, si sottopone a umiliazioni o sfruttamento da parte di quest’ultima. Alcuni giornali online hanno tentato di spiegare il fenomeno dell’esplosione del termine simping. Purtroppo, però, hanno spesso analizzato il trend in maniera sbrigativa, con l’obiettivo di spiegare a qualche genitore perché il figlio che fa video su TikTok è diventato ossessionato con una certa simp nation. Capire perché il web, i suoi protagonisti e i meme di cui abbonda siano ormai da mesi saturi dei simp è necessario prima di voler comprendere e spiegare il fenomeno.

 

 

Tra simp e nice guys

Innanzitutto, il termine simp non è che l’ultimo arrivato per descrivere un fenomeno che è raccontato da più di dieci anni sul web, il white knight o nice guy. Si tratta della figura dell’uomo accondiscendente, esageratamente gentile e costantemente respinto. Le comunità sul web a cui si fa riferimento sono una porzione molto piccola della popolazione globale e sono composte in maggioranza da uomini. Contrariamente a quello che si possa pensare se si entra in contatto con alcuni portali specifici nel web, la derisione e i meme rivolti al simp non deriverebbero da un sentimento di ostilità nei confronti del genere femminile.

Si vuole anzi ridicolizzare l’atteggiamento eccessivo di uomini che tentano di entrare nelle cerchie degli affetti di una donna rendendosi schiavi e reclamando affetto, o più semplicemente rapporti sessuali, in cambio della loro gentilezza. Il subreddit di r/niceguys pubblica costantemente immagini che mostrano uomini, inizialmente gentili e perfino imbarazzati, che presto trasformano i loro messaggi in insulti e minacce. Originalmente, quindi, il simping era deriso perché effettivamente nascondeva una realtà assurda e patetica. Proprio con la popolarità di simp rispetto a ogni altro termine si può però osservare un nuovo astio rivolto al genere femminile.

Simp ed e-girls

InvaderVie è una streamer su Twitch. Recentemente, è stata al centro di lamentele per delle affermazioni fatte in diretta sulla piattaforma. Ha criticato il pubblico che non si era ancora iscritto al suo canale e di conseguenza aveva pagato l’abbonamento, perché: «non importa quanto poveri siate. Se avete il tempo di guardare Twitch allora avete dieci dollari, altrimenti dovreste lavorare». È possibile che InvaderVie si sia espressa in maniera confusa e non volesse insultare il suo stesso pubblico né dipingersi come una persona avara e irrispettosa. Ciò ha comunque avuto un riscontro pessimo da parte di migliaia di utenti.  Qualche mese fa un’altra streamer, BadBunny, è stata fortemente criticata per il suo atteggiamento irrispettoso e aggressivo nei confronti del suo pubblico che non faceva donazioni e non si iscriveva.

Le e-girls non sono una novità, proprio come il simping. Nell’ultimo anno in particolare sono però diventate una categoria di utenti particolarmente malvista. Questo disprezzo nei confronti del genere femminile online raggiunge il suo apice nello stesso periodo in cui l’utilizzo del termine simp è esploso, creando aggressività nei confronti di donne e uomini semplicemente data un’interazione fra loro. Il termine simp, che nasceva per descrivere atteggiamenti e personaggi malsani, ha perso completamente significato. È utilizzato come insulto senza alcuna riflessione, proprio come erano usati tempo fa i termini thot, cuck o incel.

Il caso di Idubbbz

Un caso ancora più clamoroso dei due sopracitati coinvolge uno dei creatori su YouTube più importanti degli ultimi dieci anni: Idubbbz, Ian Carter. La compagna di Carter ha recentemente aperto un profilo su onlyfans.com, un sito dove i creatori forniscono a pagamento contenuti per i propri abbonati, principalmente pornografici o soft-porn. Idubbbz è famoso principalmente per il suo personaggio Content Cop, protagonista di una serie di video in cui critica fortemente un altro youtuber. Ian Carter è quindi famoso per una figura castigatrice, uno sorta di deus ex machina della piattaforma.

Il fatto che non solo non fosse d’accordo con la decisione della sua compagna di esporsi online, ma addirittura la sostenesse, è stato mal recepito dai suoi follower. Idubbbz è stato protagonista indiscusso di ogni meme inerente al simping per tutto il mese di marzo. Il suo video di risposta alle critiche non è servito a far tacere chi lo derideva. Nei commenti al video si possono leggere centinaia di persone che si limitano a digitare simp, senza aggiungere altro.

Il fenomeno del simping ricorda un altro importante dettaglio delle comunità online. La parola è stata ormai talmente tanto abusata che ha perso completamente senso. Se inizialmente era possibile comprendere, o addirittura giustificare, la condanna nei confronti di un tipo di persona tossica qual è il simp, oggi rappresenta soltanto una parola ostile nei confronti di uomini e donne senza distinzione. Un caso esemplare di come i meme migliori durino un lampo, ma quelli peggiori durano per sempre.

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Matteo Antiga

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