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La seconda vita di Miroslav Klose

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Arnaldo Figoni

Miroslav Klose torna in prima linea nel calcio tedesco. Dopo essersi ritirato dall’attività agonistica, ormai quattro anni fa, nella stagione 2016, il top scorer più prolifico di sempre della Mannschaft tornerà nella Bundesliga in veste di vice allenatore del Bayern Monaco. Da diversi anni l’ex-attaccante di Lazio, Werder Brema e lo stesso Bayern, lavorava come tecnico delle rose giovanili dei bavaresi, più precisamente la formazione under-17. Non è il primo impiego manageriale che svolge nella sua carriera di allenatore: infatti poco dopo il suo ritiro dal calcio giocato, nel novembre del 2016 è entrato a far parte dello staff tecnico della Nazionale tedesca guidata da Joachim Löw. Dopo aver passato due anni come allenatore della Under-17 dei bavaresi, a partire dal primo luglio sarà al fianco di “Hansi” Flick nel Bayern della prossima stagione. Pochi giorni fa, infatti, c’è stato l’annuncio ufficiale con tanto di presentazione al centro sportivo – rispettando la distanza interpersonale, ovviamente – tra lo stesso Klose, e due leggende del Bayern Monaco: il primo è Karl-Heinz Rumenigge, e l’altro è Hasan Salihamidzic, entrambi militanti per tantissimo tempo tra le fila dei bavaresi.

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Se volessimo raccontare Miroslav Klose, andremmo a parlare un calciatore straordinario. Per quanto non fosse – sulla carta – tra gli attaccanti più forti del momento, ha sempre fatto il suo, anche molto discretamente. Era un giocatore che possiamo definire “ibrido”, a metà tra una punta fisica e un attaccante veloce, una sorta di prototipo degli attaccanti moderni di oggi. Centravanti con spiccato senso di posizione, con una capacità – come si suol dire – di “sentire la porta”. Assieme a una tecnica individuale molto buona, vantava pochi eguali in quello che erano i colpi di testa, che rendevano Miroslav Klose un’autentica minaccia per le difese avversarie. Univa un certo cinismo nell’uno contro uno a una capacità di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto: del resto non si diventa il miglior marcatore di sempre della Nazionale tedesca per caso. Oltre ad aver staccato Gerd Muller come top scorer della Mannschaft, Klose è attualmente il giocatore più prolifico della storia dei Mondiali di calcio, con sedici reti realizzate in ventiquattro match giocati nelle varie rassegne della Coppa del Mondo.

La storia di Miroslav Klose inizia nel FC Homburg, che inizialmente schiera l’attaccante nella formazione delle riserve, per poi arrivare nella prima squadra. Successivamente dal FC Homburg, Klose passerà al Kaiserslautern, che farà esordire il ragazzo poco più che ventenne nella Bundesliga: diventerà un attaccante da più di trecento gol in carriera.

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Miroslav Klose, una punta “Mondiale”

Durante la sua militanza al Kaiserslautern, si capisce che Miroslav Klose potesse essere un vero e proprio talento. Nella stagione 2001/02 arriva a segnare sedici gol in campionato, a sole due reti di distanza da Màrcio Amoroso, che vinse la classifica cannonieri in quell’anno. Questa sua vena realizzativa non passa certo inosservata al tecnico della Nazionale Rudi Völler, che lo porta in squadra durante le qualificazioni alla Coppa del Mondo e successivamente lo inserisce tra i ventitre che prenderanno parte al Mondiale di Corea-Giappone 2002. Segnerà tre gol nel suo esordio alla rassegna mondiale nella prima partita del girone contro l’Arabia Saudita, finita poi per 8-0 per i tedeschi. Segnerà in totale quattro gol nella sua prima Coppa del Mondo, per poi arrivare finalmente a trionfare nel 2014, sotto il cielo di Rio nella finale tra Germania e Argentina. Proprio durante il mondiale brasiliano segnerà il suo sedicesimo gol in totale nelle Coppe del Mondo a cui ha partecipato. Arriverà durante il pesantissimo 7-1 della Germania ai danni del Brasile padrone di casa, il celeberrimo Mineirazo, sui cui Miroslav Klose ha messo la firma del momentaneo 2-0.

Paradossalmente, il miglior Miroslav Klose, mettendo da parte per un attimo la Mannschaft, si è visto nelle squadre come il Werder Brema e la Lazio. Durante la sua militanza dai bavaresi, Klose è sempre stato decisivo ma meno prolifico a livello realizzativo in termini di gol segnati, anche perché spesso accostato a giocatori come Luca Toni, Arjen Robben, Mario Gomez oltre all’allora giovane Thomas Müller. Durante gli anni del Werder Brema e della Lazio, invece, su Miroslav Klose erano riposte molte più responsabilità per quello che riguarda l’attacco. Inoltre, durante il periodo biancoceleste – ormai verso la fine della carriera – Klose aveva rivoluzionato il suo modo di giocare, essendo sì un po’ più statico, ma facendosi trovare sempre pronto.

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A rimarcare quanto fosse un calciatore speciale, durante i suoi anni a Roma, con i suoi sessantaquattro gol è riuscito a entrare nella storia del club. Miroslav Klose è riuscito a eguagliare il record di Goran Pandev di miglior calciatore straniero ad aver segnato più reti con la maglia biancoceleste, arrivando al settimo posto dei top scorer di sempre della Lazio. Per quanto fosse considerato un calciatore vecchio, il “panzer” – come chiamavano Klose alla Lazio – era è riuscito a conquistarsi così l’amore dei tifosi, e a scrivere un pezzo di storia della squadra.

Come detto in precedenza, dopo aver giocato in campo con il Bayern, Miroslav Klose torna a far parte della prima squadra bavarese come staff tecnico. La domanda che viene da porsi è: ci potrà essere un futuro come allenatore dello stesso Bayern da parte di Miroslav Klose? Non si può certamente escludere a priori. Se andiamo a vedere i recenti annunci dei bavaresi per quello che riguarda il cambiamento dello staff, seppure rimanendo al top del calcio tedesco, il Bayern dopo l’addio di Carlo Ancelotti ha avuto numerosi cambi di panchina. Spesso complici i risultati altalenanti per quello che riguarda l’ambito europeo. Conoscendo la storia del Bayern, uscire agli ottavi di Champions League non è accettabile per la società: se poi si vanno a considerare gravi sconfitte nei confini nazionali come quella per 5-1 da parte dell’Eintracht Francoforte, una panchina vincente come quella di Niko Kovač, inevitabilmente si libera. È così che al suo posto arriva Hans-Dieter Flick, portando avanti il trend di giovani allenatori che possono cimentarsi così a guidare una big – se non la più grande – del campionato tedesco. Mettendo da parte le speculazioni riguardo la panchina del Bayern, l’annuncio di Miroslav Klose come nuovo vice allenatore dei bavaresi è un segnale di normalità, che almeno in Germania sembra stia tornando. Difatti, la Bundesliga – stando a quanto detto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel – riprenderà dal 16 maggio, in attesa che anche gli altri campionati possano ripartire come quello della Bundesliga.

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