Che ruolo ha il portiere? Degli undici giocatori di una squadra in campo è la figura che è impossibile non notare. Abbigliamento diverso, guantoni sulle mani e la possibilità di utilizzarle per toccare il pallone. Un ruolo contraddistinto da sempre per quel pizzico di follia che l’estremo difensore deve avere per compiere interventi nemmeno pensabili per i compagni di squadra. Certo, deve operare in poco spazio. L’area misura 40,32×16,50 metri, ma lo spazio di azione è circoscritto al baluardo da difendere a ogni costo, la porta, che di metri ne misura 7,32×2,24. Non di rado vediamo portieri uscire dalla propria area, ma lì le regole cambiano: niente mani e rischio altissimo di commettere un errore che può costare caro.
A volte al pizzico di follia che contraddistingue il ruolo si aggiunge l’estro, o più semplicemente la disperazione per una sconfitta di misura che sta per concretizzarsi. Qui avviene la magia. Il portiere cambia area di rigore, si sposta in quella avversaria e fa il contrario di ciò che è abituato a fare e che gli riesce meglio: anziché difendere la porta prova ad attaccarla. Certo, in quanto magia il risultato sperato arriva raramente, ma quando arriva salta tutto. L’ossimoro massimo nel mondo del calcio si concretizza, la gioia è incontenibile e il protagonista sa di essere entrato nella storia.
Limitandosi ai giocatori di Serie A, i nomi dei portieri goleador sono pochi. Proprio il numero esiguo rende il tutto ancora più speciale.
I primi portieri goleador in Serie A
In assoluto il primo portiere ad aver segnato nel Campionato italiano è stato Lucidio Sentimenti, conosciuto come Sentimenti IV. Proveniente da una famiglia ricca di calciatori di livello, si trattava di un portiere atipico: famoso per le sue uscite basse a i piedi uniti e per essere sceso in campo non solo come estremo difensore ma anche come ala destra.
Dei diversi motivi per cui ci si potrebbe ricordare di lui, però, quello più importante è proprio quello di essere stato il primo portiere a segnare un gol in Serie A. A fine carriera i gol da portiere saranno ben cinque. Da segnalare quello segnato in un Modena-Napoli del 1942 mentre difendeva i pali degli emiliani. Il portiere avversario era il fratello Arnaldo, che veniva da nove rigori parati consecutivamente e che si vide, così, interrompere la striscia positiva.
Sentimenti IV fu il primatista in ordine cronologico per quanto concerne i gol segnati come portiere, ma a essere in vetta per numero di gol segnati in carriera è un altro: Antonio Rigamonti.
Il portiere lombardo segnò in totale sei gol in carriera tra il 1973 e il 1976, equamente divisi tra Serie A e Serie B e tutti con la maglia del Como. Rigamonti, che segnò in tutte le occasioni su rigore, dopo l’esperienza da portiere goleador si trasferì al Milan con cui vinse uno scudetto e un Coppa Italia, sebbene non da protagonista. Concluse la carriera a fine anni Ottanta dopo diverse esperienze in squadre siciliane. Tutt’ora nel mondo del calcio, Rigamonti trasmette la sua passione e il suo sapere ai giovani portieri in erba come preparatore.
Rampulla, Amelia e Taibi
La Serie A, per vedere nuovamente un numero uno segnare un gol dopo l’ultimo di Rigamonti nella stagione 1975/1976, dovrà aspettare fino al 1992. Il 23 febbraio di quell’anno l’Atalanta ospita la neo promossa Cremonese. A difendere i pali dei grigio-rossi c’è Michelangelo Rampulla. Al minuto novantadue, con i padroni di casa bergamaschi sopra di un gol, anche Rampulla va nell’area avversaria per provare a creare scompiglio in occasione di un calcio di punizione defilato. Cross dalla destra, il collega avversario Ferron non è impeccabile nell’uscita e Rampulla insacca di testa! Non si tratta, però, di un semplice ritorno al gol per un portiere. È la prima rete segnata su azione da un estremo difensore nel campionato di Serie A.
Per Rampulla, dopo la Cremonese, quarantanove presenze in dieci anni da secondo alla Juventus. Poi una carriera da preparatore dei portieri, prima proprio ai bianconeri e poi in Cina, dove lavora attualmente.
Altro portiere di Serie A e altra prima volta. Marco Amelia, classe 1982 formato nelle giovanili della Roma, nel 2006 difende la porta del Livorno in Europa League quando entra nella storia come primo portiere di Serie A e primo (e finora unico) portiere italiano a segnare in ambito Europeo (Champions League o Europa League). Il gol arriva il 2 novembre nella sfida che contrappone i toscani al Partizan Belgrado. A una manciata di minuti dalla fine con la sua squadra sotto di un gol, Amelia indovina uno stacco di testa che dopo il tocco del portiere avversario si infila beffardamente in rete.
Per Amelia, dopo il Livorno e il Mondiale vinto nel 2006 con gli azzurri, l’esperienza più importante fu quella al Milan, dove ha vinto anche uno scudetto.
È necessario fare un salto indietro nel 2001 per trovare quello che è attualmente il penultimo gol segnato da un portiere in Serie A. Massimo Taibi, dopo essersi consacrato al Piacenza, ottiene due importanti occasioni in squadre di alto livello. Va al Milan prima e al Manchester United poi, non riuscendo in nessuno dei due casi a imporsi.
Il ritorno in Italia alla Reggina gli garantisce una maglia da titolare. È l’1 aprile il giorno in cui Taibi decide di entrare nella storia e fare un pesce d’aprile indimenticabile per l’Udinese. Con i friulani sopra di un gol, Taibi sale in area avversaria per un corner a favore della sua squadra negli ultimi minuti di gara. Lo stacco è da attaccante più che da portiere, la palla si insacca in rete e l’Oreste Granillo di Reggio Calabria esplode di gioia. La rete aiuterà gli amaranto ad evitare la retrocessione diretta, che arriverà comunque a causa della sconfitta nello spareggio contro l’Hellas Verona.
Brignoli entra nella leggenda
Il gol di un portiere, come si è potuto vedere, è cosa rara e che fa sobbalzare. Alberto Brignoli è riuscito a fare di più. L’attuale portiere dell’Empoli nella stagione 2017/2018 era tra le fila del Benevento. Pur non giocando titolare fisso (si alternava con Vid Belec) riuscì a ritagliarsi tredici presenze e sopratutto a segnare un gol storico.
I giallorossi, neopromossi nella massima, faticano non poco e collezionano quattordici sconfitte nelle prime quattordici partite di Serie A. Il 3 dicembre si presenta al Ciro Vigorito di Benevento il Milan. Il copione è simile, ma sempre carico di emozioni: Benevento sotto 2 a 1 e calcio di punizione a favore a una manciata di secondi dalla fine. Brignoli si porta in avanti per sfruttare i centimetri e saltare, e la magia si compie. Colpo di testa chirurgico e palla che rotola in rete, con Donnarumma che può solo guardare. Il numero ventidue degli stregoni diventa incontenibile: sa di essere entrato nella storia con quel gol, che vale alla sua squadra il primo, e altrettanto storico, punto in Serie A.
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Extra: i portieri goleador mancati
Non sempre la magia si compie e non sempre la corsa nell’area avversaria alla ricerca del gol da raccontare ai nipotini si conclude come nei casi appena citati. A volte per una questione di centimetri, come è successo a Vanja Milinković-Savić e Francesco Toldo.
Il primo, fratello del più celebre Sergej, centrocampista della Lazio, è andato vicino alla rete in Coppa Italia con la maglia del Torino. A risultato acquisito contro il Carpi (2 a 0 in pieno recupero) il serbo tenta il colpo su punizione. Il calcio è (quasi) perfetto e si infrange sulla traversa a portiere avversario battuto.
Non servono, infine, presentazioni per Francesco Toldo. Portiere con una carriera ad altissimi livelli che non può, però, vantare anche un uno alla voce “gol segnati” per un nonnulla.
Nella stagione 2002/2003, in un infuocato derby d’Italia che vedeva la Juventus in vantaggio sull’Inter di cui Toldo difendeva i pali, il numero dodici nerazzurro si spinge in avanti per aiutare i compagni in quella che potrebbe essere l’ultima azione della gara: un calcio d’angolo. Dopo la battuta segue una mischia e la palla scivola in rete: nerazzurri in visibilio mentre festeggiano il proprio portiere. Iván Ramiro Córdoba lo indica senza esitazione, ma la moviola dirà altro: Toldo tocca la palla e la spinge verso la porta, ma l’ultima deviazione (non volontaria) è di Vieri.
Formalmente il gol è dell’attaccante ma per tutti, Toldo in primis, le cose andarono diversamente: «All’ultimo minuto la sfiorò Vieri, ma la toccai io e l’Inter pareggiò. A Bobo che lottava per la classifica cannonieri assegnarono il gol, ma a segnare il pari con la Juve ero stato io».
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