Guida al bonus vacanze

Il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, conosciuto come “Decreto Rilancio”, è un decreto imponente di quasi trecento pagine che contiene numerose misure il cui scopo, almeno teoricamente, è quello di permettere un rilancio dell’economia italiana a seguito della pandemia del Covid-19. Il decreto, infatti, tocca numerosi ambiti di applicazione spaziando dalle misure per le imprese e l’economia ai lavoratori, dalle agevolazioni fiscali e incentivi  fino alle specifiche misure settoriali.

Fra queste si può ritrovare il cosiddetto “bonus vacanze”, un intervento diretto dallo Stato e volto a stimolare uno dei mercati più fiorenti in Italia: quello del turismo. Da un lato, infatti, si vuole stimolare i privati, magari scoraggiati da mesi di carenze lavorative, ad andare in vacanza in Italia. Dall’altro, invece, si vuole agevolare il settore del turismo composto da proprietari, lavoratori stagionali e altri lavori connessi che si sono visti annullare numerose prenotazioni tanto da italiani quanto, purtroppo, da turisti provenienti dall’estero. Senza contare i mesi persi finora a causa della chiusura “forzata”. Una simile misura, che coinvolge ancora una volta la mano invisibile dello Stato, è sufficiente? Avrà qualche utilità pratica nell’economia del turismo? Forse è presto per dirlo ma, dato che il legislatore si è mosso in questo senso, tanto vale provare a capire il funzionamento e, se possibile approfittarne per spendere le proprie vacanze nel Bel Paese.

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I requisiti essenziali

ISEE

L’incentivo in esame necessita di alcuni particolari requisiti. Il primo è l’attestazione ISEE inferiore ad una determinata soglia. Innanzitutto va precisato che l’attestazione può semplicemente essere richiesta a un CAF o compilata in autonomia sul sito dell’INPS. Tuttavia, essendo la soglia ISEE spesso presente in simili provvedimenti, appare necessario spendere qualche minuto per capire di cosa si sta parlando. Lo scopo dell’ISEE, come si può intuire dal suo acronimo (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), è quello di consentire a enti pubblici o privati di determinare la situazione economica delle famiglie e, nel caso, concedere prestazioni sociali.

La certificazione ISEE viene rilasciata dopo aver compilato la dichiarazione sostitutiva unica (DSU). Si tratta di un documento contenente diversi dati anagrafici e reddituali dei richiedenti, e ha valenza annuale. Nello specifico, la dichiarazione si struttura in diverse sezioni, denominate moduli. Qui l’utente è chiamato a dichiarare i redditi percepiti, la composizione del nucleo familiare, il patrimonio mobiliare e immobiliare, i riferimenti alla casa di abitazione, la percezione di eventuali assegni di sussistenza o, ancora, il possesso di veicoli.

SPID

Il secondo elemento essenziale per poter accedere al bonus vacanze è l’essere in possesso dell’identità digitale chiamata, generalmente, SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). L’identità digitale, così come la certificazione ISEE, non esaurisce la sua utilità nel bonus vacanze ma, anzi, è oggi sempre più richiesta per l’accesso a numerosissimi servizi pubblici online tanto della Pubblica Amministrazione quanto di soggetti privati. L’identità digitale viene rilasciata da soggetti privati abilitati, gli Identity Provider, dopo la verifica dei dati ad essi forniti.

Il gestore scelto dall’utente (il più conosciuto è senz’altro Poste Italiane) richiederà la tessera sanitaria o il codice fiscale oltre a un documento di riconoscimento. Completata questa prima fase, che può essere eseguita anche online, sarà tuttavia necessario recarsi personalmente dal gestore al fine di confermare l’identità del richiedente. Solo a quel punto, egli entrerà in possesso delle credenziali. Ci sono differenti livelli di SPID a seconda della tutela che gli stessi offrono per i privati cittadini. Comunque, SPID-1 e SPID-2 sono gratuiti. La differenza è che nel primo l’autenticazione si compone di un ID e una password. Nel secondo, invece, si introduce un ulteriore grado di sicurezza dato da un OTP (One-Time Password, cioè un codice di verifica) inviato su un numero di telefono certificato.

App dei Servizi Pubblici IO

L’app IO, gestita da PagoPa S.p.A., è un’applicazione per smartphone di recente introduzione. Costituisce l’espressione concreta della volontà del Ministero dell’innovazione nella strategia di digitalizzazione intrapresa dal Governo e prevista dall’art. 64-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale. L’applicazione, infatti, è scaricabile solo dal 18 aprile 2020. Permette l’accesso ad alcuni servizi della Pubblica Amministrazione, di ricordare e tenere sotto controllo scadenze, ricevere avvisi e comunicazioni da qualunque ente pubblico o, ancora, di eseguire pagamenti di servizi e tributi. Data la recente introduzione di una simile app le funzioni della stessa sono ancora limitate. Tuttavia, almeno è questa l’intenzione del Governo, essa rappresenterà in futuro un’importante base per la gestione dei rapporti fra pubblico e privato arrivando, perfino, alla smaterializzazione dei documenti personali. L’ambizione, in questo caso, c’è, così come ci sono i presupposti. Il bonus vacanze, allora, costituisce un primo incentivo all’installazione dell‘app IO.

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Il bonus vacanze

Analizzati tutti i requisiti necessari per procedere con la richiesta possiamo finalmente capire, innanzitutto, cos’è il bonus vacanze e, ovviamente, chi ha diritto a richiederlo nonché in che cosa questo consiste, nello specifico. Il bonus vacanze potrà essere utilizzato dal 1 luglio fino al 31 dicembre 2020. Esso è richiedibile dai contribuenti il cui indicatore ISEE risulti inferiore alla soglia dei 40.000 euro. La somma erogata dovrà essere spesa in un’unica soluzione. Vale a dire che lo si dovrà usare in una sola volta per un’unica struttura. Oltretutto, poi, esso verrà corrisposto a un solo componente per ogni nucleo familiare.

La quantificazione del bonus, poi, varia a seconda della dimensione del nucleo familiare. Il provvedimento, infatti, prevede un contributo di 150 euro per i nuclei composti da una sola persona; 300 euro euro per i nuclei di due persone; 500 euro per i nuclei familiari composti da tre o più persone. La somma concessa nei termini appena visti potrà essere utilizzata all’80% in maniera diretta, tramite uno sconto sul prezzo totale della struttura selezionata, e al 20% in forma di detrazione d’imposta da usufruire nella dichiarazione dei redditi dell’anno 2021. Non occorre specificare, ovviamente, che si dovrà documentare ogni spesa.

Dove spenderlo?

Per quanto riguarda, invece, la struttura selezionata, il bonus è spendibile nel territorio nazionale per imprese turistiche, agriturismi, alberghi, appartamenti con partita IVA e bed&breakfast. Vengono esclusi, in maniera espressa, tutte le forme di intermediazione, informatiche e non, quindi agenzie viaggi, tour operator o noti siti come Airbnb o Booking. Le strutture ricettive, invece, recupereranno gli sconti applicati ai singoli fruitori del bonus al momento della dichiarazione dei redditi nella forma di crediti d’imposta.

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Nella pratica, allora, qualora un cittadino disponga dei requisiti essenziali fin qui richiamati potrà scaricare l’applicazione IO. Da qui, una volta eseguito l’accesso tramite SPID, potrà predisporre una domanda. Il sistema, allora, verificherà i requisiti, rappresentati dalla famosa soglia dell’ISEE e, dunque, rilascerà un codice QR o un codice univoco da esibire direttamente alla struttura. Ulteriori oneri, poi, sono quelli previsti a carico dell’esercente che dovrà procedere, tramite web, all’inserimento dei dati anagrafici di cui presenta il codice nonché a inserire lo sconto previsto. Non occorre, comunque, che il soggetto che ha proceduto con la richiesta coincida con chi si reca fisicamente alla struttura. È sufficiente unicamente essere parte del medesimo nucleo familiare.

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Bonus vacanze: pro e contro

La procedura è di per sé semplice purché sussistano i tre requisiti, due informatici eduno reddituale, già analizzati. L’idea di fondo, come anticipato in premessa, è quella di rilanciare un settore pesantemente colpito dal coronavirus come quello del turismo. Le perdite economiche, infatti, sono state enormi e parimenti negative sono le stime, rilasciate dalle associazioni di tutela del settore, per il futuro. Ebbene, un plauso va fatto ad una simile iniziativa ma, purtroppo, la stessa è caratterizzata evidentemente da aspetti negativi.

Abbiamo visto, infatti, che per le strutture gli sconti applicati saranno restituiti sotto forma di credito d’imposta. Ciò significa, in parole povere, che le strutture sono chiamate ad anticiparli di tasca loro. Certo, dopo tre mesi di lockdown, per le imprese di settore il provvedimento rappresenta sì un incentivo turistico per tutti coloro che, complice il periodo, avevano già rinunciato alle ferie. Altresì rappresenta una perdita di guadagno nell’immediato a cui, purtroppo, si devono sommare le diverse spese di sanificazione dei luoghi e, ancora, la riduzione della capienza delle strutture necessarie a livello di sicurezza.

Il bastone e la carota

Da ultimo, l’iter previsto per la percezione del bonus mostra un altro aspetto negativo ma, purtroppo, invalicabile. Sono necessari, infatti, due strumenti “innovativi” per accedervi: l’identità digitale e l’app IO. Per chi ha dimestichezza con la tecnologia entrambi rappresentano la quotidianità. Si tratta solo di scaricare un’applicazione e memorizzare un nome utente ed una password che, nell’intenzione del progetto, racchiude molteplici servizi.

Si sa, però: l’Italia è un Paese vecchio e gran parte del turismo locale è rappresentato proprio dalla terza fascia d’età. Per queste persone una simile procedura può risultare macchinosa se non impossibile, salvo l’aiuto di un familiare più avvezzo alla tecnologia. Ma questo, bisogna dirlo, è un passo necessario se si vuole procedere all’evoluzione tecnologica del Paese e alla tanto auspicata digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Non si può biasimare, allora, il Governo nell’aver incentivato l’installazione dell’applicazione IO, diretta proprio a digitalizzare il rapporto cittadino-pubblico, approfittando di un bonus economico. D’altronde la strategia del bastone e della carota è cosa antica e, il più delle volte, efficace.

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