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Sport

La F1 sbarcherà finalmente al Mugello?

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Riccardo Angori

Sono stati mesi difficili sotto ogni punto di vista. Mesi di assoluta incertezza, con il Covid-19 a fare da padrone con la terribile carica virulenta che ha causato e continua a causare contagi e decessi. Ma piano piano il mondo sta ripartendo. Abbiamo quindi assistito alla ripartenza a porte chiuse del calcio in tutta Europa, più o meno. Ma nelle domeniche sportive mancava ancora il rombo dei motori. Il gran tour del mondo della F1, che sarebbe dovuto partire a marzo come tutti gli anni in Australia, aveva rimandato la partenza a causa della pandemia. In questi mesi è successo di tutto, ma finalmente, dopo molti appuntamenti rimandati o annullati, la F1 sta per ripartire. Mercedes in avanti e tutti gli altri a inseguire Hamilton e Bottas, a partire dal Gran Premio d’Austria del weekend del 5 luglio. La F1 resterà in Austria anche per il fine settimana del 12 luglio, sempre sul circuito di Spielberg, per disputare il Grosser Preis der Steiermark.

Un doppio appuntamento sullo stesso circuito che verrà riproposto anche d’agosto in Gran Bretagna a Silverstone. Nei fine settimana del 2 e del 9 agosto si terranno il Gran Premio di Gran Bretagna e il Formula 1 70th Anniversary Grand Prix. Questo per festeggiare i 70 anni dalla prima gara assoluta del mondiale di F1, che si tenne il 13 maggio 1950 sul circuito britannico. L’epidemia di Covid-19 ha avuto un decorso differente in ogni angolo del mondo, e la FIA per recuperare le gare cancellate ha optato per questi weekend “doppi” di gare da tenersi sullo stesso circuito o nella stessa nazione, per limitare gli spostamenti dei team e dei media che seguono la competizione. Una necessità che ha portato alla candidatura di un circuito italiano, conosciuto di più per le battaglie date sulle due ruote.

Mugello e automobilismo, connubio centenario

Dopo anni di sogni ad occhi aperti e voci di corridoio pare che l’autodromo internazionale del Mugello potrà ospitare un weekend di F1 già a partire da quest’anno. Si correrebbe nella storica sede del Motomondiale il fine settimana successivo a quello del Gran Premio di Monza, ovvero quello del 13 settembre. Gufate permettendo, è salita l’attesa per la decisione della FIA, la federazione internazionale dell’automobile, che probabilmente confermerà i rumors usciti finora. Si tratterebbe del primo Gran Premio di F1 nel Mugello, che negli anni ha ospitato in diverse occasioni i test delle monoposto Ferrari e non. Mark Webber nel 2012 rilasciò una “recensione” sul tracciato che si snoda per 15 curve nella valle di Scarperia e San Pietro, dichiarando

In termini di soddisfazione, 10 giri sull’asciutto al Mugello valgono quanto 1000 ad Abu Dhabi

Leggi anche: Ferrari, vincere o deludere.

Il rapporto tra Mugello e automobilismo inizia con la nascita delle prime competizioni su quattro ruote. Nel 1914 l’Automobile Club di Firenze, già organizzatore della Coppa della Consuma, decise di organizzare una gara molto più impegnativa, basata sulla regolarità. La gara fu battezzata I Circuito Automobilistico Toscano, composta da un tracciato ad anello tra le valli e le colline del Mugello, con partenza e arrivo nella località di San Piero a Sieve, all’epoca poco più di un villaggio ma facilmente raggiungibile in treno grazie alla stazione ferroviaria situata nel paese. Le strade scelte per il circuito erano poco più che mulattiere in gran parte, da percorrere su quattro giri da 67,5 km totali in un’ora e mezza a una media di circa 45 km/h. Chi avrebbe impiegato di più o di meno del tempo stabilito avrebbe subito una penalizzazione. Ciò non fermò il vincitore assoluto, il fuoriclasse Eugenio Silvani alla guida della Diatto.

Due guerre mondiali e il ritorno nel dopoguerra

Lo scoppio della Prima guerra mondiale bloccò le edizioni successive, che ripartirono solo nel 1920. Sul Circuito del Mugello si presentarono fior fiore di assi del volante dell’epoca, come Alfieri Maserati, Giuseppe Campari e un giovane Enzo Ferrari. Il circuito fu una vetrina anche per molti piloti toscani come Felice Nazzarro, Carlo e Giulio Masetti e Emilio Materassi. Quest’ultimo, natio di Borgo San Lorenzo, faceva l’autista degli autobus della SITA e conosceva molto bene le strade del Mugello, tanto da spaventare i passeggeri per le velocità elevate tenute durante il servizio. Il regime fascista pose fine alle gare sul Circuito del Mugello nel 1929, puntando sulla gara livornese del Circuito di Montenero, sponsorizzata da Costanzo e Galeano Ciano.

Emilio Materassi di Borgo San Lorenzo alla guida della sua Talbot 1500. Foto: Facebook

La seconda guerra mondiale bloccò tutte le competizioni sportive, e solo nel dopoguerra si riprese a correre con le automobili. Dopo una gara tenuta nel 1955 in sostituzione della Coppa Toscana sul Circuito ridotto di Barberino del Mugello, solo nel 1964 si riaccese l’interesse nell’organizzare una gara sulla falsariga di quelle tenute negli anni venti. La risposta di pubblico fu eccezionale, e nel 1965 parteciparono in via privata diversi piloti con tre Ferrari Le Mans, due Ferrari GTB e varie Porsche, che si affrontarono nel circuito con otto giri da compiere per un totale di 540 km. L’anno successivo si presentarono niente meno che le scuderie ufficiali, dando ulteriore lustro alla competizione. A spuntarla su Alfa Romeo, Ferrari, Lancia e Abarth fu la Porche Carrera 6 guidata da Gerhard Koch e Jochen Neerpasch.

L’Autodromo del Mugello per offrire alternative sicure

L’ingresso dell’autodromo del Mugello inaugurato nel 1974 e rinnovato negli anni. Foto: Wikicommons

Le battaglie sulle strade statali del Mugello avrebbero avuto vita breve. Due incidenti mortali in tre anni avevano posto dubbi sulla sicurezza della gara. In ultimo, la morte di un bambino investito durante le prove della competizione fece calare il sipario sulla gara stradale, ma non sulla voglia di correre con  le automobili, che trovarono una nuova casa sempre nel neonato autodromo costruito a Scarperia. L’autodromo internazionale del Mugello, conosciuto anche come Mugello Circuit, fu costruito nel 1972 su iniziativa dell’Automobile Club di Firenze, con un principale intento: dare una sede adeguata alle caratteristiche competizioni motoristiche della zona.

Il progetto fu assegnato a Gianfranco Agnoletto, che tracciò l’iconica pista che ad oggi non ha subito cambiamenti in quasi cinquant’anni di carriera, se non dal punto di vista della sicurezza con le riasfaltature e il rinnovamento delle vie di fuga in linea con il progetto originale. L’impianto è stato inaugurato nel 1974 con una gara di Formula 5000, e nel corso degli anni ha ospitato numerose gare di vetture turismo del DTM, Formula 2, Formula 3000 e del Campionato FIA GT. Ma la fama internazionale degli ultimi anni la si deve al Gran Premio motociclistico d’Italia. Ogni anno a inizio giugno le strade del comune di Scarperia e San Piero si affollano di appassionati di MotoGP. Il circuito toscano ospita ormai in pianta stabile il Gran Premio d’Italia dal 1994, e senza dubbio il Mugello è diventato sinonimo del motomondiale in Italia. Ma non solo.

La Ducati 46 di Valentino Rossi durante il Gran Premio d’Italia del Mugello. Foto: Wikicommons

Ferrari e Mugello, di test e di sogni

Leggi anche: F1 2020 tra test e segreti

La Ferrari acquistò il circuito toscano nel 1988, investendo molto in ristrutturazioni e adeguamenti agli standard di sicurezza, mantenendo inalterato il tracciato originale, amato dalla maggior parte dei piloti che hanno corso sul circuito con le due o le quattro ruote. La Scuderia Ferrari scelse il circuito di proprietà come teatro dei festeggiamenti per il titolo mondiale vinto con Kimi Raikkonen. Il tracciato di Scarperia è poi sede dei test su pista della rossa di Maranello, e nel 2012 ospitò l’unica sessione collettiva di prove F1 a stagione in corso, riscuotendo successo tra i piloti che si cimentarono tra le curve dell’Arrabbiata e di San Donato. Mentre si attende un’ufficialità che tarda ad arrivare, al Mugello non si può che aspettare e sognare. Dopo anni di promesse mancate e voci di corridoio infondate il sogno F1 può diventare realtà. Se si avvererà nessuno degli addetti ai lavori del circuito si farà trovare impreparato dinanzi la classe regina delle corse automobilistiche. Forte della tradizione motoristica centenaria, non ci sono dubbi che la F1 sarà ben accolta nella valle del Mugello.

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Riccardo Angori

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