Dopo ventidue stagioni giocate in NBA, a quarantatré anni compiuti a gennaio, Vince Carter ha deciso di appendere le scarpe al chiodo e ritirarsi dal basket professionistico. Carter aveva già annunciato, ad inizio stagione 2019-2020, che questo sarebbe stato il suo ultimo anno, ma la notizia ufficiale è arrivata solo lo scorso 25 Giugno concludendo di fatto la sua strepitosa e lunga carriera, che lo ha portato a essere l’unico giocatore della storia a scendere in campo in quattro decenni diverse. Durante gli anni che vanno dal 1998 al 2020, Vince è riuscito a reinventarsi varie volte, grazie a un fisico esplosivo e una grande resilienza.
Durante le sue prime sette stagioni, Carter ha vestito la maglia dei Toronto Raptors, guadagnandosi presto il soprannome di Air Canada grazie alle sua elevazione strepitosa che lo portava appunto a volare sopra il ferro come un aereo. In Canada, Carter è riuscito a portare interesse a una giovane franchigia che stava faticando ad emergere al suo terzo anno di vita. Durante il suo primo anno in NBA, Vince Carter ha dimostrato grandi doti offensive e un gioco spumeggiante, formando una temibile coppia con il giovane Tracy McGrady, anch’egli di stanza a Toronto. Nella sua stagione d’esordio, Carter mette insieme 18,3 punti a partita, arricchendo le partite con numerosi highlight e riesce ad aggiudicarsi il titolo di Rookie of the Year. É però nell’anno da sophomore che Air Canada esplode definitivamente, riuscendo ad arrivare quarto per punti segnati durante la stagione regolare (25,7 punti per partita) e portando per la prima volta la franchigia canadese ai playoff (anche se con scarsi risultati). Durante la sua seconda stagione inoltre, Vince vince forse il più spettacolare Dunk Contest di sempre, battendo anche il suo compagno di squadra (e cugino) McGrady e dimostrando una totale padronanza dei propri mezzi atletici.
Prima dell’inizio della sua terza stagione, la franchigia canadese scambia la co-star McGrady con gli Orlando Magic, di fatto riponendo tutta la fiducia su Carter. Vince ripaga a pieno questa responsabilità e segna il suo record stagionale di punti segnati per partita (27,6) migliorando molto, soprattutto nel tiro da tre punti, che nei primi anni del duemila non era ancora esasperato como negli ultimi anni. Anche durante quella stagione, Air Canada porta i Raptors in postseason, dove la squadra vince per la prima volta nella sua storia una serie di playoff (contro i Knicks). Al secondo turno Toronto incontra i 76ers di Allen Iverson: dopo una lunga e affascinante serie, che arriva a gara sette, Carter sbaglia il canestro della vittoria con due secondi a cronometro, decretando la vittoria della squadra di Philadelphia.
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Ciononostante, un paio di mesi dopo la sconfitta, Air Canada rinnova il suo contratto con la franchigia canadese, che lo blinda per sei anni. Durante la stessa estate però, Carter inizia a lamentare un problema al ginocchio che lo costringerà a saltare un quarto della seguente stagione e, soprattutto, inizierà a deteriorare il suo rapporto con i Raptors. Anche durante la stagione 2002-2003 (la quinta a Toronto) Vince gioca un numero numero ridotto di partite (43 su 82) dopo essersi operato durante l’estate. Nonostante le poche partite giocate in queste due stagioni, Vince riesce comunque a contribuire alla produzione offensiva della squadra mettendo a segno più di venti punti a partita, ma il rapporto con la dirigenza e i fan dei Raptors continua a precipitare fino a quando dopo sole venti partite della stagione 2004-2005 viene scambiato ai New Jersey Nets.
Vince Carter arriva ai Nets dopo aver recuperato pienamente dall’infortunio e, se da un lato l’esplosività non è più quella dei primi anni in Canada, migliora la sua capacità di scorer e trova una squadra decisamente più solida di Toronto a dargli man forte. Durante la sua prima stagione ai Nets, Carter sfiora il suo record di punti di media e dimostra che nel contesto giusto può fare ancora molto bene. Purtroppo nonostante il suo contributo, i Nets vengono eliminati al primo turno di playoff dai Miami Heat.
Nelle due stagioni successive Vinsanity colleziona 24 e 25 punti a partita, saltando solo tre partite nella stagione 2005-2006 e giocando addirittura tutte le 82 partite della stagione successiva. In particolare, durante la sua seconda stagione con i Nets, la squadra del New Jersey riuscì a collezionare 49 vittorie e il terzo posto nella Eastern Conference; dopo aver sconfitto i Pacers al primo turno però, i Nets incontrarono i Miami Heat, futuri campioni di quella stagione, che vinsero la serie in cinque partite. Carter continua a proporre un buon livello di gioco anche nelle successive due stagioni in maglia Nets, che però, in seguito allo scambio di Jason Kidd, non riescono più a essere competitivi in una Eastern Conference dove il talento emergente di LeBron James e Dwight Howard, e la rinascita dei Celtics la fanno da padrona.
È proprio ad Orlando, nella squadra di Howard, che Carter viene scambiato a giugno 2009. La squadra della Florida cercava infatti un giocatore capace di allargare il campo e di potersi creare il tiro dal palleggio, in modo da togliere un po’ di pressione offensiva a Howard. La stagione promette bene e Carter si adegua in maniera ottimale al suo nuovo ruolo da secondo violino: ai playoff i Magic vincono le prime dieci partite, completando uno sweep sia contro i Bobcats che contro gli Hawks. In finale di conference però, dopo essere andati in vantaggio per 2-0, vengono rimontati e sconfitti dai Celtics che perderanno poi in finale contro i Lakers. La serie contro i Celtics sarà l’unica finale di Conference raggiunta da Vince Carter.
La stagione ad Orlando è anche l’ultima che vede Carter come vero protagonista della squadra di cui faceva parte. Partirà dal quintetto nella maggior parte delle due stagioni successive (a Phoenix e Dallas) senza però riuscire a superare i 14 punti di media a partita. Il suo stile di gioco si allontana sempre di più dall’atletismo che lo caratterizzava a Toronto mentre il suo tiro da tre punti migliora sempre costantemente (in particolare nelle tre stagioni a Dallas, dove viene seguito, insieme a Nowitzki, da un allenatore specializzato nel tiro). Dopo la parentesi a Dallas, Carter gioca tre stagioni a Memphis, una a Sacramento e le ultime due ad Atlanta. Se da un lato il passare del tempo lo rendeva, giustamente, meno esplosivo, Vinsanity riusciva sempre a far ricordare il suo passato grazie a grandi giocate e buzzer beater.
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Vince Carter è stato un giocatore vero, uno di quelli con il love for the game che lo ha fatto andare avanti per ventidue stagioni. Durante la sua carriera è riuscito ad evolversi da schiacciatore a specialista da tre punti, da titolare a role player a veterano. VC è stato un giocatore capace di umiliare un uomo di 2,8 metri e allo stesso tempo vincere il titolo di miglior compagno di squadra nel 2016. Ricordato da tutti per le sue spettacolari schiacciate, è però il settimo giocatore con più triple realizzate nella storia della lega americana. I suoi soprannomi Air Canada e Vinsanity caratterizzano il suo gioco spettacolare , ma è Half man, Half amazing quello che riassume la sua straordinaria evoluzione in NBA. E anche per Carter, è arrivato finalmente il momento di dire stop al basket professionistico, dopo ventidue stagioni e mai come adesso: it’s over.
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