Forse sarà l’aria che si respira in Italia, ma da quando Alexis Sanchez è tornato nel Bel Paese sembra quasi aver ritrovato un po’ di quel talento che si era perduto strada facendo. Non è un mistero che il Niño Maravilla al Manchester United fosse un giocatore molto diverso da quello che abbiamo ammirato durante l’esperienza all’Udinese. Arrivato ai Red Devils, Alexis Sanchez ha trovato numerose difficoltà dovute agli infortuni: salterà ben venti partite nella stagione 2018/2019 con il Manchester United. Finirà la sua annata con appena cinque gol in quarantacinque presenze in un anno e mezzo.
Sebbene la stagione appena trascorsa sia stata assolutamente disastrosa per quanto lo riguarda, arrivando all’Inter Alexis Sanchez ha avuto modo di rilanciarsi. Perlomeno, non subito. Nel girone d’andata di questa Serie A, il Niño Maravilla segna contro la Samp ma si fa anche espellere nella stessa partita. A metà ottobre, durante la pausa nazionali, Sanchez si infortuna in amichevole nel match giocato contro la Colombia dalla sua nazionale: rimarrà lontano dai campi per tre mesi. Alexis Sanchez è tornato in pianta stabile nella partita dell’Inter giocata a Lecce, trasformandosi in un assistman nelle giornate successive: servirà il passaggio decisivo per Matias Vecino, che segnerà il momentaneo 2-2 nel derby contro il Milan. Manterrà questa caratteristica tutto sommato atipica, visto la storia del giocatore, anche nel post-lockdown. Sanchez, effettivamente è sempre stato più goleador rispetto a un assistman, nonostante abbia una fornito più di centoventi assistenze in carriera.
È anche vero che vedendo come si è svolta finora la sua carriera, è lecito che si possano nutrire dubbi su quanto possa risultare determinante per l’idea di gioco di Antonio Conte. Soprattutto, può pensare di inserirsi tra i due titolari di della coppia d’attacco nerazzurra?
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È difficile pensare che l’Inter possa effettivamente puntare tutto su Alexis Sanchez, perlomeno per quanto riguarda la titolarità nel 3-5-2 di Antonio Conte. Due giocatori come Romelu Lukaku e Lautaro Martinez sono difficili da sostituire in caso di cessione, figuriamoci a metterli in panchina. Se da una parte il belga è sicurissimo del suo posto di centravanti nell’attacco dell’Inter, dall’altra Lautaro Martinez, sebbene sia titolare, ha attraversato un momento di crisi. Dopo aver segnato nel recupero di Serie A giocato contro la Samp, El Toro è stato per cinque gare di campionato a secco, e non solo, sbagliando numerose occasioni. Quella più lampante è stata il rigore fallito da Martinez contro il Bologna, che a posteriori si è rivelato decisivo ai fini del risultato. E con la “brutta cera” di Lautaro è uscito fuori Alexis Sanchez, che si è inserito come partner di Lukaku nell’attacco dell’Inter. Infatti, guardando il rendimento del Niño Maravilla, si nota come il giocatore sia stato spesso usato come punta, rispetto a quello di esterno offensivo o di trequartista.
Considerando quello che Antonio Conte ci ha insegnato con le partite giocate dalle sue squadre, il binomio d’attacco è sempre rappresentato da un attaccante molto fisico, in contrapposizione a uno magari brevilineo, ma soprattutto tecnico. Vengono subito alla mente giocatori come Carlos Tevez, nella prima stagione alla Juventus, ma anche l’Eder visto in maglia Azzurra. Questi giocatori, così come Sanchez, hanno sempre avuto il loro compagno di reparto in un attaccante molto fisico, specialmente bravo nel gioco aereo. Alla Juve fu Fernando Llorente, in nazionale italiana Graziano Pellè. Sia per Alexis Sanchez che per Lautaro Martinez, l’attaccante fisico è indubbiamente Romelu Lukaku, giocatore che alla prima stagione in Serie A sta facendo benissimo.
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La continuità di Alexis Sanchez dipenderà tantissimo dal prossimo calciomercato. Il cileno al momento è in prestito secco, con scadenza 30 giugno 2020. Con la pausa forzata il termine di molti contratti, non solo quello di Alexis, è stato ritoccato. Stando così le cose, l’Inter avrebbe a disposizione il calciatore cileno fino alla fine della Serie A. Ritornerebbe poi allo United per affrontare l’Europa League. Inoltre, la situazione si complica ulteriormente visto che ci sono trattative per cercare di convincere gli inglesi a lasciare Sanchez all’Inter per quello che sarà a tutti gli effetti il finale di stagione.
La società nerazzurra avrebbe pensato a una sorta di compenso, una penale da pagare al Manchester United qualora Sanchez incontrasse la sua ex squadra. Sebbene le due squadre siano sorteggiate in maniera opposta nel tabellone di questa Europa League, c’è comunque l’ipotesi che possano affrontarsi in finale.
Soprattutto, l’Inter vorrebbe provare a prendere il Niño Maravilla a titolo definitivo. Già questo primo contatto per garantire la possibilità a Sanchez di giocare l’Europa League aprirebbe a una trattativa successiva per il trasferimento a titolo definitivo. Il mercato però non riguarda solamente Alexis Sanchez.
L’Inter si trova a dover fare i conti con la situazione Lautaro Martinez, giocatore che ha parecchio mercato. Per molto tempo il Barcellona ha cercato di portarlo via da Milano, quasi minacciando di pagare la fantomatica clausola di 111 milioni di euro in più occasioni. Fortunatamente per l’Inter, questa clausola è scaduta il 7 luglio scorso. Questo porta a uno scenario in cui sì, Lautaro può partire dall’Inter, ma la stessa società ha la possibilità di offrire un rinnovo contrattuale per il calciatore.
La possibilità che El Toro lasci l’Inter c’è, dato che oltre all’interesse – un po’ scemato dopo la scadenza della clausola – da parte del Barcellona, è spuntato anche il Manchester City che ha individuato in Martinez il giocatore che sostituirebbe Sergio Aguero. Cessione di Lautaro o meno, Antonio Conte è sempre più convinto di vedere Sanchez in quella che è la sua Inter, ed è un giocatore che la stessa società proverà ad acquistare dato che ha ritrovato in lui una certa continuità. Quindi, Alexis Sanchez e Lautaro Martinez non sono effettivamente paragonabili: il cileno è classe 1988, mentre l’altro deve ancora compiere ventitré anni. La logica direbbe che puntare su un giocatore già di trentadue anni non sarebbe esattamente una grande programmazione. Magari non sarà titolare, ma è pur sempre un giocatore che, se recuperato a dovere, può ancora dare tanto al calcio, ma soprattutto a un’Inter che, oltre ai due titolari, non ha una vera e propria alternativa offensiva.
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