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Allenatori anziani che ce l’hanno fatta

Published by
Riccardo Angori

Il calcio contemporaneo ci ha abituato a un’estetica nelle panchine molto standardizzata. Che ha coinciso grossomodo con un ringiovanimento degli allenatori, accompagnando l’aspetto giovane e rampante con molti trofei e successi. E non si può dire che non abbia influenzato nessuno. Nel mio piccolo, nelle interminabili partite di Football Manager, seguo sempre il solito copione con il mio alter ego virtuale, un giovane trentenne alla conquista di successi sportivi in giro per l’Italia e per l’Europa, seguendo le orme di allenatori a tutt’oggi sulla cresta dell’onda, come Zinédine Zidane, a 44 anni campione d’Europa e del mondo con il suo Real Madrid nel 2016. Sempre a 44 anni Jürgen Klopp ha posto la firma sulla Bundensliga del 2011 con il Borussia Dortmund, mentre José Mourinho riuscì a condurre il Porto sul tetto d’Europa a 41 anni nel 2004. Allenatori poco più vecchi dei giocatori da loro allenati, ma già di successo.

Ma gli dei del calcio hanno regalato agli annali molte storie in cui il condottiero rientra nella categoria degli allenatori anziani. Storie di scudetti arrivati ben oltre i 50 anni, titoli arrivati dopo tanta gavetta e tanti tentativi a disposizione, a dimostrazione che il detto non è mai troppo tardi è una verità che spesso trova conferme eccellenti anche nello sport.

Maurizio, il primo degli allenatori anziani

Maurizio Sarri durante la conferenza stampa prima dell’incontro contro la Sampdoria che gli è valso il primo scudetto con la Juventus. Foto: Pagina ufficiale Facebook Juventus.

Maurizio Sarri, l’allenatore classe 1959, a 61 anni ha vinto il titolo con la Juventus, conquistando un altro primato: è diventato l’allenatore più anziano in Italia a vincere lo scudetto. Un successo arrivato in un crescendo di notorietà e dell’applicazione delle sue idee di calcio alle squadre da lui allenate, lasciando un ottimo ricordo di sé a Napoli con due secondi posti e un terzo tra il 2015 e il 2018. Un solo anno all’estero, a Londra per guidare il Chelsea, ma sufficente per conquistare l’Europa League 2019. Il ritorno in Italia per allenare la Juventus è stato bagnato da due sconfitte in Supercoppa Italiana e in Coppa Italia, ma baciato dalla vittoria dello scudetto, arrivato alla terz’ultima giornata del massimo campionato segnato dal Covid-19.

Dal tridente svedese alla città eterna

Liedholm con la tenuta da allenatore della Roma nel 1973. Foto: Wikicommons.

Sarri ha superato nella classifica degli allenatori anziani Nils Liedholm. Un nome che per i più giovani non dice niente, salvo chiedere delucidazioni ai propri genitori o nonni di fede rossonera. Nils Liedholm, classe 1922, capitano e punta dell’attacco Gre-No-Li che fece vincere quattro scudetti al Milan negli anni Cinquanta, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo intraprese una buona carriera da allenatore. Tra gli anni Settanta e Ottanta fece la spola tra Milano e Roma, allenando Milan e Roma. E fu proprio in quegli anni che raggiunse il suo apice da allenatore, culminato con due scudetti. Quello della stella per il Milan, nella stagione 1978-1979 a 57 anni, e il secondo della Roma, nel 1983 a 60 anni.

Vujadin, il principe degli aforismi

Boskov durante un allenamento della Sampdoria. Foto: Facebook.

Vujadin Boškov segue al terzo posto in questa classifica degli allenatori anziani. Nato il 16 maggio del 1931 a Begeč, in Serbia, è passato alla storia del calcio italiano per due motivi: per i suoi aforismi e per lo scudetto vinto con la Sampdoria. Dopo aver giocato come centrocampista per dodici anni tra Vojovodina e Sampdoria, intraprese la carriera da allenatore in diverse squadre europee, spaziando tra Jugoslavia, Paesi Bassi, Spagna e Italia. In seguito ai successi spagnoli, sul finire degli anni Ottanta portò la Sampdoria sul tetto d’Italia. Due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe e soprattutto il tricolore della stagione 1990-1991, arrivato a 60 anni compiuti. Una bella bacheca quella dell’allenatore serbo, con buona pace di chi l’ha definito modesto dalle pagine di un quotidiano, a cui Vujadin probabilmente avrebbe risposto così:

Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello.

Scudetti vinti tra gli appennini e la scuola ungherese

Helmut Haller e Fulvio Bernardini festeggiano lo scudetto vinto allo spareggio contro l’Inter. Foto: Wikicommons.

Tornando indietro nel tempo, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, troviamo gli altri protagonisti di questa classifica. Fulvio Bernardini, nato a Roma il 28 dicembre del 1905, fu il primo allenatore a vincere nel dopoguerra due scudetti con due squadre diverse. Un primato che acquista ulteriore valore dato che vinse i due titoli nazionali rispettivamente con Fiorentina (1956) e Bologna (1964), spezzando per due stagioni il monopolio guidato da Juventus, Inter e Milan. Lo scudetto rossoblù arrivò al termine di una stagione molto combattuta, che si concluse con uno spareggio contro l’Inter in campo neutro. A spuntarla fu il Bologna di Bernardini, che a 57 anni portò il titolo all’ombra delle due torri.

Lajos Czeizler (terzi da sinistra) assieme a Wampetits, Nagy e Kalman. Foto: Wikicommons.

Il monopolio delle strisciate interrotto da Bernardini trovò nel 1951 la vittoria del Milan allenato da Lajos Czeizler, nato il 5 ottobre del 1893 nel bel mezzo dell’Impero austro-ungarico nella città di Heves. La sua prima esperienza da allenatore nei campionati italiani fu sulla panchina dell’Udinese nel 1927, e dopo aver vinto cinque titoli di Svezia con l’IFK Norrköping arrivò la chiamata del Milan nella stagione 1949-50. Fu nella stagione successiva che Czeizler, a 57 anni e 8 mesi, vinse il quarto scudetto rossonero, prima di andare a vincere con il Benfica nel 1964 il titolo di campione di Portogallo, cinque anni prima della morte avvenuta nel 1969 nella capitale lusitana.

La Zona e il Mago

Cesarini (terzo da sinistra in piedi) con la Juventus nel 1959. Foto: Wikicommons.

Per Zona Cesarini si intendono i minuti conclusivi e di recupero in ambito calcistico. Un modo di dire che è entrato a far parte del linguaggio comune, che deriva dalla mezzala della Juventus Renato Cesarini, il quale durante la carriera realizzò diverse reti nei minuti finali delle partite da lui disputate con la maglia bianconera. Che decise di allenare nella stagione 1959-1960, dopo una prima esperienza negli anni Quaranta e l’aver allenato River Plate e Boca Juniors. E a Torino non mancò l’obiettivo, conquistando lo scudetto nell’unica stagione da allenatore a 55 anni e 2 mesi.

Sandro Mazzola e Helenio Herrera durante il HH bis della stagione 1973-1974. Foto: Wikicommons.

La metà degli anni Sessanta è tinta di nerazzurro: il nerazzurro dell’Inter guidata da Helenio Herrera, nato nel 1910 a Buenos Aires. Dopo aver vinto quattro Liga tra Atletico Madrid e Barcellona, portò l’Inter sul tetto del mondo con due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, iniziando con la vittoria dello scudetto della stagione 1962-1963, vinto a 53 anni.

Uno svedese biancoceleste e il terzo scudetto giallorosso

Sven Göran-Eriksson in una foto degli anni 2000. Foto: Wikicommons.

Sono passati vent’anni dal secondo scudetto biancoceleste, arrivato nella stagione 1999-2000. Alla guida della Lazio l’allenatore svedese Sven-Göran Eriksson, che negli anni passati a Roma guidò i biancocelesti alla vittoria dell’ultima Coppa delle Coppe e della Supercoppa Europea del 1999. Non mancarono i successi anche nelle coppe nazionali, con la vittoria di due Coppe Italia e altrettante Supercoppe a discapito di Juventus e Inter. Lo scudetto del 2000 arrivò alla fine di un testa a testa con la Juventus, ma alla fine ebbe la meglio la Lazio guidata dal cinquantaduenne Eriksson, sorpassando i bianconeri bloccati dalla sconfitta contro il Perugia.

Fabio Capello sulla panchina della Russia. Foto: Wikicommons.

Lo scudetto restò anche l’anno successivo tra i sette colli, cambiando casacca. Finì sulle maglie giallorosse della Roma di Fabio Capello, che dopo aver vinto tutto con il Milan a metà anni Novanta conquistò il terzo e per ora ultimo scudetto della Roma a 54 anni e 364 giorni. Il titolo arrivò il 17 giugno del 2001 con la vittoria contro il Parma, un giorno prima del compleanno del tecnico friulano.

Bonus track doppia con due allenatori anziani recordman

Da questa classifica di allenatori anziani ho voluto escludere alcuni nomi eccellenti, privilegiando i primi scudetti vinti da ogni allenatore che avesse superato i 50 anni. Altri siti hanno inserito nelle proprie classifiche Marcello Lippi, sebbene abbia vinto il primo scudetto con la Juventus nel 1995 a 47 anni. Così come Nereo Rocco, che festeggiò il primo scudetto del Milan a 49 anni. 49 anni anche per Osvaldo Bagnoli, allenatore dello storico scudetto del Verona del 1985.

Preme però raccontare di due allenatori che hanno vinto titoli nazionali nella cara vecchia Europa ben oltre i cinquant’anni. Giovanni Trapattoni e Guy Roux, due recordman di longevità per motivi diversi.

Giovanni Trapattoni durante Austria-Irlanda. Foto: Wikicommons.

Giovanni Trapattoni, classe 1939, ha bisogno di poche presentazioni. Conosciutissimo per il decennio d’oro alla guida della Juventus con cui ha vinto letteralmente tutto, negli anni Duemila accettò di buon grado due offerte proveniente dai campionati esteri. Vinse in Portogallo con il Benfica nel 2005, all’età di 66 anni, e nel 2007 in Austria allenando il Red Bull Salisburgo, a 68 anni compiuti. Due primati che probabilmente gli potrebbero far tenere la testa della classifica degli allenatori “anziani” della Primeira Liga e della Fußball-Bundesliga.

Guy Roux nel 2014. Foto: Wikicommons.

Guy Roux ha tutt’altra storia. Ha già da sé un primato tutto particolare, quello dell’essere il tecnico più a lungo legato a singola squadra professionistica. Roux ha guidato l’Auxerre, società di calcio francese, per quindicimila giorni di nomina, sedendosi in panchina 894 volte in un arco di tempo durato 43 anni, dal 1961 al 2005. E in tutti questi anni al timone della società della Borgogna Guy Roux ha arricchito il palmarès della squadra con quattro coppe di Francia e la Ligue 1 del 1996, vinta all’età di 57 anni.

 

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