Netflix, la piattaforma di streaming che accompagna le nostre serate pre e post quarantena, continua ad arricchire il proprio catalogo a cadenza mensile con nuove e interessanti uscite. Tra le sezioni che si vanno così rimpolpando, oltre alle categorie regine (serie tv e film) acquista sempre più spazio quella dei documentari. Nel particolare, il 10 luglio si è aggiunta alla lista una miniserie che ha da subito guadagnato grande successo. Parliamo di Down to Earth with Zac Efron.
Si tratta di un documentario di otto puntate in totale, ognuna ambientata in un angolo del mondo diverso. Protagonista della serie, oltre alla star nata da High School Musical, anche Darin Olien. Per capire quale sia il tema di questa serie partiamo proprio scoprendo l’identità del compagno di viaggio dell’ex idolo delle teenager. Olien, oltre che scrittore e autore di podcast di successo, è un esperto di benessere e di superfood. Questo termine viene utilizzato per indicare cibi dalle notevoli qualità benefiche per via delle loro caratteristiche nutrizionali o della loro composizione chimica.
Sebbene molti nutrizionisti mettano in dubbio la loro effettiva superiorità a livello salutare, cibi come la quinoa, i semi di chia o di canapa (definiti supercereali) o il mirtillo rosso e la papaya (superfrutti) hanno riscontrato una popolarità sempre maggiore negli ultimi anni. Le proprietà attribuite ai superfood vanno da quelle energizzanti e toniche a quelle antiossidanti e addirittura di prevenzione contro malattie come il cancro.
L’attività di Olien è quindi quella di viaggiare per il mondo per scoprire nuovi cibi e piante speciali per il benessere fisico, come la barukas, una noce brasiliana acquistabile direttamente dal suo sito internet. Darin ha anche collaborato con Beachbody, azienda del settore fitness, nella creazione di alcuni programmi alimentari specifici. Dallo strano ma a quanto pare epifanico incontro tra questo guru vegano e l’attore hollywoodiano è nato Down to Earth, un viaggio alla scoperta di sostenibilità e stili di vita salutari.
Gli episodi, della durata di circa un’ora, si concentrano, attraverso l’esplorazione di Paesi quali l’Islanda, Porto Rico o il Perù, sul mettere in risalto delle particolari scelte ambientali o di stili di vita e alimentari che hanno portato a soluzioni innovative e favorevoli all’interno del mondo sostenibile. Ne sono esempi gli impianti per l’energia geotermica in Islanda, la vita nell’ecovillaggio a basso impatto ambientale a San Mateo in Costa Rica, i giardini verticali di Londra o la criopreservazione delle differenti specie di patate in Perù.
Un’intera puntata è invece dedicata proprio all’Italia, nel particolare alle zone blu della Sardegna che detengono alte percentuali di abitanti centenari. Visitando alcuni paesini dell’isola il duo americano avrà anche occasione, tra qualche parolina masticata in italiano qua e là, di sperimentare una lezione di cucina locale e di mungere delle capre durante il pascolo. L’episodio è forse uno dei migliori della stagione, in quanto sembra riuscire a suscitare sincera emozione anche in Efron che, quasi commosso alla fine del viaggio, afferma di sentirsi sempre più distante dalle dinamiche dello star system. A toccare l’attore è anche la positività e l’autenticità delle parole dei vivaci ultranovantenni intervistati e il suggestivo fascino del loro mondo bucolico.
Sicuramente la serie ha il pregio di cercare di avvicinare un target molto ampio e giovane a temi importanti come la cura per l’ambiente e l’attenzione verso un regime alimentare sano. Per fare ciò si avvale della presenza di Zac Efron che, per quanto interessato alla tematica, contribuisce allo show generalmente con una serie di esclamazioni di continuo stupore (seriamente, quante volte avrà detto «wow» o «cool»? In questo articolo qualcuno si è preso la briga di contarle). L’attore assume quindi la doppia funzione di canalizzare l’attenzione e personificare lo spettatore medio che nonostante la sua carenza conoscitiva si lascia comunque trasportare con sincero stupore da ciò che gli accade intorno.
I temi trattati puntano a mettere in risalto anche quanto gli Stati Uniti siano ancora lontani da un modello di vita che rispetti l’ecosistema e dia importanza a stili alimentari più sani. Darin e Zac puntano spesso il dito contro il loro mondo di appartenenza, motivo per il quale la serie si è attirata più di una critica in patria.
Se da una parte è innegabile che parlare di sostenibilità su una piattaforma di largo consumo come Netflix possa incentivare comportamenti più responsabili, affrontare situazioni anche molto delicate in maniera piuttosto leggera, passando da un’attività all’altra, senza una puntale analisi, rischia di non lasciare il segno. Olien e Efron, infatti, spesso si limitano a mostrare quanto accade senza una spiegazione scientifica o un approfondimento sociologico, maneggiando tutto in modo un po’ troppo mainstream.
La serie si lascia comunque guardare e ha il merito di mostrare realtà davvero interessanti e all’avanguardia che lasciano i due viaggiatori genuinamente colpiti. Il tempismo è inoltre ottimo, visto che consente a noi spettatori di viaggiare per il mondo nonostante le barriere post-Covid.
Down to Earth with Zac Efron si può quindi definire un documentario sulla sostenibilità dal sapore pop e dallo stile commerciale nel quale una star hollywoodiana cerca la via della redenzione senza rinunciare troppo alla sua immagine patinata. Ma, come dice proprio Zac, «il cambiamento deve pur iniziare da qualche parte».
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