L’ora di religione è frutto del concordato del 1929 fra la Santa Sede e il regime fascista di Mussolini. Il suo nome istituzionale è quello di Insegnamento della Religione Cattolica, spesso abbreviato in IRC. L’ordinamento scolastico italiano prevede che nelle scuole di ogni ordine e grado siano presenti ore facoltative di lezioni settimanali per l’ora di religione. L’adesione è libera e comunicata all’inizio di ogni anno scolastico. In questo articolo si intende ripercorrere le scelte e gli avvenimenti che hanno segnato la storia dell’insegnamento della religione cattolica in Italia.
Dallo Statuto Albertino alle soglie della Seconda Guerra Mondiale
Nel 1848 fu emanato lo Statuto Albertino dal re Carlo Alberto di Savoia, che resterà in vigore anche dopo l’Unità d’Italia avvenuta nel 1861 fino alla promulgazione della Costituzione avvenuta nel 1948. L’articolo 1 affermava che la religione cattolica era la religione ufficiale dello Stato e gli altri culti erano «tollerati conformemente alle leggi». Si delineava quindi uno stato confessionale, con gruppi non cattolici legalmente riconosciuti, come le comunità ebree o valdesi.
Nel 1859, la Legge Casati tentò promuovere l’istruzione dal vincolo cattolico. Essa prevedeva l’obbligo dell’insegnamento della religione, ma con il diritto di richiedere l’esonero. L’obiettivo era quello di una progressiva laicizzazione dell’istruzione. La Legge Coppino del 1877 tentò un ulteriore passo in avanti in questa direzione, senza mai però trovare approvazione. Essa avrebbe previsto l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai nove anni e l’eliminazione dell’ora di religione.
Nel 1907, a Napoli, si riunì la Federazione Nazionale degli Insegnanti di scuola Media. Emersero due posizioni: da un lato Gaetano Salvemini e altri riformisti proponevano di eliminare l’insegnamento della religione e di sostituirlo con una educazione morale e civile, dall’altra Giovanni Gentile ribadiva un concetto di laicità positiva, sostenendo la necessità di aggiungere uno spazio per il religioso nella sfera pubblica, e quindi nella scuola. Il congresso si concluse con la soppressione dell’insegnamento religioso nelle scuole elementari.
L’ambiente cattolico era molto preoccupato, e alcune voci, come quella di Tommaso Gallarati Scotti volevano una separazione tra religione e scuola. Secondo loro, la scuola non era il luogo più idoneo per insegnare i precetti cattolici. Il suo pensiero si scontrò con l’autorità ecclesiastica.
Il ventennio fascista
Con la fine della Prima Guerra Mondiale, il dibattito sull’ora di religione riprese. Fascismo e Chiesa cominciarono così un progressivo avvicinamento. Giovanni Gentile fu Ministro dell’Istruzione dal 1922 al 1924. La riforma che porta il suo nome, del 1923, prevedeva l’ora di religione obbligatoria con possibilità di esonero. La religione era vista come una filosofia minore, che ben si adattava alla fase giovanile degli alunni. Nelle scuole secondarie si sarebbe poi insegnata filosofia, che era l’unica in grado di fornire una crescita spirituale.
Nel febbraio 1929 la Santa Sede e il Fascismo di Mussolini firmarono i Patti Lateranensi. Questi prevedevano l’insegnamento della religione cattolica alle elementari e alle medie.
L’ora di religione e la Costituente
Dopo il la fine della Seconda Guerra Mondiale e il referendum del 2 giugno 1946 che sancì la vittoria della repubblica come forma di governo per la nuova Italia, si aprì la strada alla creazione di una nuova Costituzione.
Nella prima sottocommissione, si discuteva circa il fatto di mantenere o meno i Patti Lateranensi, che erano uno strascico del Ventennio.
Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista Italiano, era convinto che durante l’ ora di religione si facesse politica contro i comunisti, e il partito spingeva per eliminare la religione nelle scuole. La Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi invece, voleva mantenere il concordato e l’ora di religione.
Questo dibattito portò all’approvazione dell’articolo 7 e dell’articolo 8 della nostra Costituzione, di seguito riportati:
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
La discussione intorno all’articolo 7 aveva però acceso una riflessione sull’opportunità di mantenere o meno un concordato fascista. La validità era basata sul riconoscimento che gli accordi internazionali non si basano sui regimi politici che li firmano, ma è anche vero che per modificare un patto entrambe le parti devono essere in accordo.
L’Italia repubblicana
Lo Stato laico e repubblicano richiamava nella sua Costituzione i Patti Lateranensi. In anni già mossi da critiche, come gli anni della Contestazione, emergevano così ulteriori proteste e bisogno di secolarizzazione.
Nel 1971 si tenne a Roma un convegno sull’insegnamento della religione nella scuola superiore. Emersero diverse proposte, che oscillavano tra mantenere l’ora di religione o eliminarla completamente, con una serie di sfumature.
Intanto anche negli ambienti ecclesiastici il clima stava cambiando. Si faceva sempre più accesso un bisogno di rinnovo dei termini del concordato.
Nascevano nuove proposte, tra cui quella di istituire un insegnamento religioso di stampo catechistico facoltativo, affiancato da uno obbligatorio, laico e più improntato sulla storia delle religioni. Questo sistema prendeva il nome di doppio binario.
Importantissima fu la revisione del Concordato, avvenuta il 18 febbraio 1984, che prese il nome di Accordi di Villa Madama. Questi documenti furono firmati dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal segretario della Santa Sede Agostino Casaroli. L’ora di religione non era più obbligatoria con possibilità di esonero, ma diventava di fatto facoltativa, con la possibilità di scegliere se avvalersi o meno dall’inizio dell’anno scolastico. Gli Accordi di Villa Madama prepararono poi la strada anche alle Intese con altri culti. La prima Intesa fu firmata nel 1984 con la Tavola Valdese.
E oggi?
Negli ultimi anni, un importante passo verso la laicità fu fatto dalla sentenza 203/1989 della Corte Costituzionale, detta Sentenza Casavola, del 1989. In questa sentenza si parla per la prima volta di laicità inclusiva, che impone il rispetto per la fede di ciascuno, che può liberamente essere espressa. Si stabiliva poi che chi non avesse intenzione di partecipare all’ora di religione, avrebbe potuto seguire l’ora alternativa o uscire da scuola.
Alla luce di più recenti dibattiti, dal 1989 in poi, le teorie sull’insegnamento della religione a scuola si concretizzano in due grandi aree. Da un lato vi sono studi di storia delle religioni, improntate su un insegnamento storico, mentre dall’altro studi di scienze delle religioni, che osservano l’etica, la sociologia e il diritto delle varie religioni, offrendone una visione più complessa.
Ad oggi un equilibrio a proposito di questo argomento non esiste. Nel sistema scolastico italiano vige un insegnamento ancora confessionale, che ha subito modifiche. L’ora alternativa resta però difficile da attuare in modo fruttuoso, spesso per scarsità di mezzi e risorse da parte degli istituti scolastici.
I docenti di religione devono avere una formazione universitaria, ma ad oggi, a livello universitario, non ci sono corsi pubblici di religione, poiché tutte le facoltà teologiche pubbliche sono state abolite nel 1873.
Bisogna sottolineare che una corretta educazione alla storia e ai valori delle religioni è utile per costruire un dialogo fra le diverse culture, promuovendo così integrazione e rispetto fra i diversi popoli.
Per una conoscenza più approfondita dell’argomento, si consiglia la lettura del saggio L’insegnamento della religione di Ermanno Genre. Il saggio è reperibile gratuitamente qui.