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Tech&Games

Baldur’s Gate III: bello ma non si applica

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Alan Pasquali

Gli studenti prima di Baldur’s Gate III:
The Guild 3 – Crusader Kings – Vermintide 2 – Tomb Raider – Frostpunk – Ancestors Legacy – Kingdom Come: Deliverance – Monster Hunter: World – World of Warcraft: Battle for Azeroth – Pathfinder: Kingmaker – Darksiders 3 – For The King – Metro: Exodus – Warhammer 40,000: Inquisitor Martyr – My Time at Portia – Mutant Year Zero: Road to Heaven – The Council – Warhammer 40,000 Mechanicus – World of Warcraft: Classic – The Outer Worlds – Graveyard Keeper – Stoneshard – Yes, Your Grace – Mount & Blade II: Bannerlord – Pillars of Eternity II: Deadfire – Kenshi – Endless Space 2Crusader Kings III


Baldur’s Gate III fa finalmente capolino sullo store più conosciuto del mondo il 6 ottobre 2020. Tutti non possono che essere felici di questo connubio tra Larian Studios, le menti dietro la saga decisamente di successo di Divinity, e una delle ambientazioni più conosciute di D&D, resa famosa dagli omonimi videogiochi che hanno preceduto Baldur’s Gate III. Certo, i presupposti con cui ci è stato presentato sono tutt’altro che buoni. Parliamo infatti di un piccolo incidente tecnico durante la presentazione al PAX East 2020. Si sarà sicuramente trattato di un piccolo inciampo che nulla avrebbe a che fare con lo stato attuale di sviluppo del titolo di per sé, che nei lunghi mesi di sviluppo trascorsi da febbraio avrà sicuramente fatto passi da gigante. Sì beh, ecco… non proprio. La targhetta Accesso Anticipato sembra fissarci silenziosa, mentre la nostra volontà si scontra con l’inevitabile realtà e aspettativa. Ovviamente è un fallimento critico, ma questo lo scopriremo solo quando sarà troppo tardi.

Baldur’s Gate III: la vendetta dei mind flayer

La scelta di Baldur’s Gate III di farci partire direttamente dalla nostra interazione con queste creature è sicuramente particolare. I mind flayer dell’universo di D&D sono creature molto potenti e pericolose, caratterizzate da spiccatissime abilità psioniche e da una peculiare dieta, composta principalmente di tessuto neurale umanoide. Sono quindi però un eccellente motore per la trama principale del gioco, soprattutto se consideriamo il loro metodo di riproduzione preferito: infettare altre creature con un girino, che trasformerà il malcapitato in una creatura munita di tentacoli nel giro di pochi giorni. Come creare quindi un senso di urgenza per la storia del giocatore, se non facendo sì che l’incipit del gioco stesso sia liberarsi di questo ospite indesiderato? Questa scelta si rifletterà molto rapidamente anche sui luoghi che il giocatore dovrà visitare con il proseguire della sua avventura, portandoci a esplorare l’Underdark, ovvero il sottosuolo del mondo di Abeir-Toril. In genere, data la particolare bellicosità dei suoi abitanti, che comprendono oltre ai mind flayer stessi altri piccoli amici particolarmente mostruosi o decisamente squilibrati, l’Underdark è utilizzato come ambientazione per gli ultimi livelli di gioco o per espansioni.

Baldur’s Gate III invece ci porta nell’Underdark esattamente verso la fine del primo capitolo, pur dandoci la possibilità di non passare per forza dalle buie e pericolose caverne del sottosuolo.

Baldur’s Gate III è infatti caratterizzato dal suo approccio assolutamente non lineare: ogni situazione che si proporrà di fronte al giocatore potrà essere affrontata in una miriade di modi differenti, ed è veramente raro che vi sia qualche passaggio forzato. Persino dal punto di vista dell’allineamento del nostro personaggio ci troviamo di fronte a un sistema molto più fluido e meno restrittivo di quello che generalmente avremmo in mente pensando ai classici RPG, lasciandoci libertà di scelta, azione e anche di conseguenza. Il dipanarsi della storia di Baldur’s Gate III sarà infatti incredibilmente influenzato dalle nostre scelte. Già fin dai primi momenti ci sarà permesso di compiere ogni genere di passo all’interno del mondo di gioco, che reagirà in maniera incredibilmente coerente e profonda. Ogni singolo combattimento o dialogo potrà essere affrontato direttamente, evitato, conquistato o gestito grazie alla pletora di oggetti, incantesimi e interazioni che Baldur’s Gate III ci mette a disposizione dalla sua esperienza con Divinity.

Ogni situazione e nemico potrà essere affrontata nella maniera leggermente stramba che tanto adoriamo da Divinity, senza però pregiudicare troppo la serietà dell’ambientazione. Qualcuno ha detto polvere da sparo?

Se infatti desiderassimo riassumere Baldur’s Gate III in una sola frase, potremmo in maniera un po’ sempliciotta affermare che sia Divinity con un’ambientazione decisamente più immersiva.

Questo è il vero reale problema dei passati titoli di Larian Studios. La capacità di Larian di applicare l’ambientazione dei Forgotten Realms allo stile di gioco di alcuni degli RPG classici più amati degli ultimi anni è infatti eccelsa, supportata più che adeguatamente da una narrazione interessante e da una trama assolutamente intrigante e quasi mai scontata. Si tratta infatti di quest’ultima caratteristica a far brillare assolutamente Baldur’s Gate III, che in un solo capitolo sui tre previsti riesce a fornirci uno spazio di movimento incredibile e vario, senza diventare però per questo particolarmente scontato. Potremo essere il classico eroe avventuriero di tutte le avventure dei giochi di ruolo, una creatura spregevole che trova diletto nell’uccidere bambini (Baldur’s Gate III non si fa davvero problemi per quanto riguarda la violenza sui minori) o un mix di entrambe queste cose. Esattamente a nostra scelta, e tutto questo avrà peso sullo sviluppo della storia di gioco, rendendo ogni singolo percorso affrontato dal giocatore diverso e unico.

Baldur’s Gate III è quindi immersivo, interessante, concede molta libertà al giocatore sotto quasi ogni punto di vista e sembra praticamente essere uscito dai nostri sogni più irrealistici. Quale sarebbe quindi il suo mortale difetto?

Tutto questo non è altro che un’ombra a fronte degli evidenti problemi tecnici. Ogniqualvolta si acquista un prodotto in accesso anticipato, si sa, si corre un rischio. Sarà il prodotto mai realmente pronto? Quanto realmente manca al suo completamento? Che cosa ci viene offerto con questa modalità d’acquisto? Si tratterà di un qualcosa di pronto che richiede di essere raffinato, una scultura a malapena definita, o l’intero blocco di marmo praticamente ancora intonso? Baldur’s Gate III risponde a questa domanda in una maniera decisamente palese, ed è esattamente ciò che non vorremmo sentirci dire. Di tutta la trama, l’unica parte disponibile al momento è un solo capitolo sui tre previsti. Questo dettaglio non è particolarmente preoccupante, poiché per quanto il gioco sia quindi già disponibile al prezzo di acquisto standard di un tripla A e sia in realtà disponibile solo un terzo del contenuto, è ragionevole pensare che in realtà i lavori su tutto il resto del prodotto siano già a buon punto, soprattutto considerando l’effettiva qualità di molte delle caratteristiche del primo capitolo.

Soprattutto nella parte finale del capitolo uno raggiungeremo dei punti in cui il gioco non è stato sviluppato completamente. Tra tutti i bug finora incontrati, questo passaggio all’impostazione per le decisioni multigiocatore è sicuramente uno dei più particolari.

Ciò che invece è realmente preoccupante, è il fatto che qualcuno possa aver considerato la parte di gioco di Baldur’s Gate III già rilasciata come qualcosa di più di una demo.

Le ore di gioco sono presenti, la trama è costruita, ed è possibile arrivare alla fine del primo capitolo. Farlo agilmente però? Una completa utopia. Parliamo di problemi tecnici tanto eclatanti da essere praticamente imbarazzanti. Alcune missioni non si aggiornano, il sistema di tracking ha la tendenza a essere poco intuitivo, assolutamente invasivo (quando si ha un oggetto importante con sé continuerà a seguire il nostro personaggio) e spesso risulterà essere completamente rotto, permanendo ben oltre il tempo necessario o segnalando aree già completate senza alcun motivo. Dal lato della grafica parliamo di una vera e propria ecatombe. Il lip sync funziona in maniera completamente arbitraria, disattivandosi e riattivandosi in ogni spezzone di dialogo seguendo criteri non meglio precisati. Molti dialoghi sono rotti, vanno ripetendosi senza fine o non si aggiornano in maniera corretta, bloccandoci fuori dal completamento di alcune missioni o prevenendoci dallo sbloccarle completamente. Diversi modelli, soprattutto quelli di personaggi secondari, sembrano rompersi in maniere decisamente inaspettate, oscene o esilaranti, a seconda di come si voglia reagire.

La capacità delle macchine dei giocatori di reggere allo stress di tutti i dettagli di Baldur’s Gate III sarà inoltre messa a dura prova.

La mancanza di una seria ottimizzazione sarà pesantissima e si sentirà non appena si sarà superata una certa soglia di tempo di gioco. Utilizzare il viaggio rapido per muoversi tra più aree sarà esattamente l’equivalente di un suicidio, portando il gioco stesso a rattrappirsi su sé stesso a causa dei troppi dettagli caricati, per poi crashare in maniera decisamente poco cerimoniosa. La telecamera non sarà tanto migliore, incastrandosi generalmente in qualsiasi tipo di texture sia durante il gioco in visuale strategica che durante i dialoghi. Molti oggetti mancano delle loro icone finali, buona parte delle cutscene non è presente. Baldur’s Gate III si rivela quindi essere il vero e proprio prototipo di gioco in accesso anticipato, indegno quasi di essere definito persino un embrione di ciò che tecnicamente dovrebbe essere una volta che avesse visto la luce. Se da una parte un epilogo di questo genere avrebbe potuto essere scontato, data l’effettiva mole di dettaglio che possiamo certamente vedere attraverso questo spesso strato di melma, non si può in alcun modo nascondere che come presentazione sia alquanto deludente.

Questa schermata è così importante per lo stile di gioco di Baldur’s Gate III da essere ormai diventata parte integrante di esso.

L’alba dell’accesso anticipato

L’analisi di ciò che rappresenta quindi Baldur’s Gate III è molto contraddittoria. Un possibile ritorno ai fasti degli RPG classici? L’unione perfetta che sembra aver sempre evaso Larian Studios nei suoi titoli precedenti? L’ennesimo tentativo di rifarsi a vecchi classici già ben rodati, svecchiandoli per un pubblico più moderno? Baldur’s Gate III sembra possedere l’ambizione per poter essere contemporaneamente tutte queste cose, tuttavia una cosa è certa: al momento non rappresenta altro che una scommessa. Riuscirà Larian a superare tutte le difficoltà grazie agli incassi di questa modalità? Si rivelerà la scelta di aver reso accessibile un prodotto assolutamente incompleto quella più adatta al proseguimento di questo progetto? Baldur’s Gate III è un sogno bellissimo, fatto di trame e intrighi posizionati in una delle ambientazioni fantasy più interessanti e conosciute del globo, supportato da uno dei gameplay più coinvolgenti che questo genere sia mai stato in grado di offrire, ma per ora e per un bel po’ di tempo sembra essere destinato a rimanere poco altro. Un sogno irraggiungibile, pronto a scontrarsi e cozzare con la dura realtà dei fatti a colpi di poche dure e semplici parole: send and close.

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Alan Pasquali

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