La possessione è una condizione tale per cui una persona viene considerata “abitata” da un’entità soprannaturale, che sia un demone (possessione negativa) o un dio (possessione positiva). Chiaramente le possessioni non possono che essere presunte, in quanto la scienza non ne ha mai accertato un caso reale. Abbiamo parlato di questo con il dottor Armando De Vincentiis, psicoterapeuta e divulgatore scientifico specializzato nel paranormale religioso.
Laureato in psicologia, già docente nel corso di laurea in Scienza dell’Educazione della Università Pontificia di Roma, ha partecipato a numerosi programmi tv in qualità di esperto di paranormale religioso e fenomenologia mistico-religiosa. Armando De Vincentiis ha dato numerosi contributi alla conoscenza di fenomeni considerati “straordinari” come le stimmate di Padre Pio e di Natuzza Evolo sulla quale ha pubblicato anche un dettagliato dossier per il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, fondato da Piero Angela nel 1989), del quale è membro storico.
Leggi anche: Pseudoscienza e ciarlatani: theWise incontra Massimo Polidoro.
Armando De Vincentiis si occupa di paranormale religioso e in particolar modo della fenomenologia psicologica legata a esso, come le apparizioni mariane, le estasi mistiche e le possessioni demoniache. Oltre alla psicologia dei fenomeni religiosi, si occupa di false informazioni legate alle pseudoterapie e alla distorta comunicazione mediatica. Numerosi sono i suoi contributi per lo studio sulle NDE, Near Death Experience, ovvero le esperienze ai confini della morte, e le possessioni demoniache per le quali è considerato uno tra i maggiori esperti italiani.
Oggi theWise Magazine ha incontrato il dottor Armando De Vincentiis.
Cosa è il paranormale religioso? Dove nasce l’interesse per questo campo?
«Il paranormale religioso fa riferimento a tutte quelle dinamiche di natura sovrannaturale che rientrano in ambito religioso. Queste ovviamente non dovrebbero essere soggette alle leggi della natura. Stiamo parlando di miracoli, apparizioni, possessioni e tutto ciò che riguarda la fenomenologia sovrannaturale che viene a contatto con la sfera religiosa.
Il mio interesse si perde nella notte dei tempi. Mi sono scoperto appassionato da queste dinamiche fin da piccolo. In famiglia si parlava di fenomeni strani, di persone che in Puglia, la mia regione, avevano contatti con la Madonna, e di miracoli. Mi sono allora interessato, sempre però rimanendo scettico e non credendo a nulla di quello che sentivo. Volevo capire cosa ci fosse dietro a questi fenomeni».
Cosa è un esorcismo? Quando si ricorre a questa pratica?
«L’esorcismo è una pratica utilizzata nella Chiesa Cattolica (ma anche in altri ambiti religiosi, con altre regole) che ha funzione di eliminare eventuali spiriti, in questo caso maligni, che si è impossessato di una persone o di un oggetto. Nei rituali cattolici il sacerdote scaccia il demonio, mentre in altre religioni si eliminano spiriti malvagi o spiriti di animali che si sono “impossessati” del malcapitato».
Secondo lei, è necessario avere fede per sperimentare fenomeni di paranormale religioso? Un ateo convinto può esserne vittima?
«Ritengo assolutamente improbabile che una persona che non crede in determinati fenomeni possa essere vittima di paranormale religioso. Questo tipo di avvenimenti si esprimono all’interno di un contesto culturale preciso e condiviso. Se in un gruppo o in una famiglia si crede in determinati fenomeni, qualsiasi cosa accada viene interpretata in base a precise credenze che fanno ritenere plausibili le apparizioni, ad esempio. Vedendo una nuvola, in un contesto di persone credenti, può essere che per effetto della pareidolia si possa vedere l’immagine della Madonna. Quella stessa immagine, in un gruppo con una cultura differente, è niente di più che una nuvola in cielo».
Quali sono le reazioni del “posseduto” davanti a medici e psicoterapeuti?
«Innanzi tutto, se c’è la convinzione di essere posseduti e questa è condivisa anche dal contesto familiare, lo psicoterapeuta e il medico non arrivano davanti al “posseduto”. Noi siamo ostacolati, troviamo dei paletti: se c’è la convinzione che si tratti si possessione non ci si rivolge al medico o al terapeuta, ma al sacerdote. Può succedere che ci si rivolga al medico, ma se questo è compiacente e crede in determinate dinamiche, rimanderà la palla al sacerdote.
I presunti posseduti si comportano in base alle regole dettate dal loro contesto culturale. In ambito cattolico, sappiamo bene che la possessione si verifica con determinati comportamenti, tra cui avversione al sacro, urla e blasfemie. Questi sono diventati famosi anche grazie al film L’esorcista. Questo dal punto di vista scientifico e psicologico però non è altro che un “gioco di ruolo”. Il presunto indemoniato sa come deve comportarsi per sembrare tale e quando è convinto di essere posseduto si comporterà di conseguenza».
Qual è il ruolo della famiglia in queste situazioni?
«Il ruolo della famiglia è importante, perché quando c’è un determinato fenomeno, come la possessione, questo è condiviso nel proprio gruppo. Risulta molto improbabile che una persona risulti posseduta in un ambiente in cui le persone circostanti non credono nella possessione. Appare ovvio che ci sia un rinforzo reciproco, una credenza condivisa e la famiglia può avere questo ruolo di rinforzo».
Quali sono le conseguenze a cui può portare il trascurare dal punto di vista medico e psicologico un presunto episodio di possessione?
«Trascurare significa rinforzare questo tipo di credenze e di conseguenza peggiorare le condizioni cliniche della persona. Se sono posseduto e ho problemi psicologici e raggiungo l’esorcista che mi conferma la mia possessione, questo non fa altro che confermare ed alimentare questa mia credenza. Di conseguenza io incrementerò la sintomatologia che sto esprimendo, tra cui il malessere e l’avversione al sacro. Questo diventa una vera e propria patologia.
Non ho mai visto cose gravi, come la morte del paziente, ma ho visto situazioni che, viste da fuori, possono essere un po’ ridicole. Ho visionato un esorcismo collettivo durante il quale una ragazza, presunta posseduta, si butta a terra avendo però cura di non fare alzare troppo la gonna. Può mai un posseduto avere senso del pudore?».
Qual è la differenza tra le possessioni e le visioni?
«La possessione è una sensazione. Il posseduto non vede il diavolo, ma lo sente dentro di sé. Sono sensazioni deliranti e possono essere culturalmente indotte, ma non ci sono visioni. La visione è la convinzione di vedere qualcosa. In questa situazione possono verificarsi vere e proprie allucinazioni e fenomeni di illusione. Sono entrambe dettate da un contesto culturale, ma dal punto di vista fenomenico sono molto diverse.
Quelle fino a ora descritte sono possessioni negative, cioè il posseduto è invaso da uno spirito malvagio. Possono verificarsi però anche episodi di, sempre presunte, possessioni positive, in cui ad abitare la persona è uno spirito buono. Sono tutte quelle persone che ritengono di essere in contatto con la Madonna o lo Spirito Santo».