Con il 2020 finalmente ormai giunto al termine è arrivato anche il momento tanto atteso dagli appassionati di basket: il ritorno della NBA con la stagione 2020/2021. Dopo la chiusura ritardata della scorsa stagione (ultima partita delle finals giocata a metà ottobre, quindici giorni prima della ripartenza della stagione in un’annata normale), Adam Silver è riuscito a organizzare la prima partita per il 22 dicembre, permettendo quindi ai fan di vivere anche quest’anno l’atteso NBA Christmas Day, con tre partite che si giocheranno a Natale.
Per compensare alla partenza posticipata di quest’anno, durante la stagione ogni squadra giocherà soltanto 72 partite (contro le 82 di una stagione regolare), sperando di poter arrivare a concludere le finals a luglio (un mese più tardi degli anni passati) e poter quindi riprendere la stagione 2021/2022 in ottobre, Covid-19 permettendo. Inoltre, per contrastare le restrizioni agli spostamenti internazionali, i Toronto Raptors giocheranno la prima parte della stagione a Tampa, in Florida. Infine, per questa stagione è stata introdotta la formula del play-in per aggiudicarsi gli ultimi due posti ai playoffs. La settima e ottava qualificata di ogni conference si scontreranno in una partita per aggiudicarsi il settimo posto. La perdente, invece, si scontrerà contro la vincente della gara tra nona e decima per qualificarsi come ottava e ultima testa di serie.
Anche quest’anno, come ormai di consuetudine, la Eastern Conference sembra essere a un livello decisamente inferiore rispetto alla controparte occidentale.
L’unica squadra che potrebbe impensierire i favoritissimi campioni in carica sono ancora una volta i Milwaukee Bucks, anche se la campagna acquisti di questa off-season non è stata tra le più entusiasmanti. Ciononstante, i Bucks possono contare sul non scontato rinnovo della loro star e back-to-back MVP Giannis Antetokounmpo, che già di per sé li proietta a favoriti vincitori della Eastern Conference. Inoltre, la squadra allenata da Budenholzer può fare affidamento al playmaking di Jrue Holiday (scambiato con Eric Bledsoe e George Hill) che dovrebbe portare più qualità e fantasia rispetto all’anno scorso.
Con il resto dell’organico molto simile a quello dell’anno scorso, i Bucks dovranno dimostrare di avere delle alternative al gioco schiacciasassi di Giannis dato che la serie contro Miami degli scorsi playoffs ha dimostrato che una corretta impostazione difensiva può mettere in difficoltà anche la star greca. Proprio Antetokounmpo, inoltre, è chiamato a innalzare il suo livello di gioco, non tanto in quantità quanto in varietà e costanza.
Gli highlights della scorsa stagione dei Bucks
La squadra probabilmente più intrigante della Eastern Conference di quest’anno è sicuramente quella dei Brooklyn Nets. Finalmente, dopo una stagione passata in tribuna causa infortunio, Kevin Durant è pronto a tornare a giocare in NBA, per la prima volta a est nella sua carriera. Durant è sembrato sicuro di sé e in controllo del proprio corpo durante le partite di pre-season. Se riuscirà a rimanere in salute, potrà sicuramente far bene ai Nets.
L’altra grande incognita della squadra di Brooklyn è anche quest’anno Kyrie Irving. Oltre al suo smisurato talento, ha dimostrato di portare molta instabilità nello spogliatoio. C’è inoltre da considerare un completo stravolgimento del coaching staff, con Steve Nash che esordirà come allenatore accompagnato da Amar’e Stoudemire e Mike D’Antoni per riformare un terzetto già visto a Phoenix una quindicina di anni fa. Oltre ai sopraccitati, Brooklyn ha confermato quasi tutto il resto del roster, con giocatori non eccelsi, ma che in un sistema organizzato possono fare bene. Le premesse rendono sicuramente i Nets una scommessa alto rischio-alto guadagno. La squadra di Brooklyn ha talento per arrivare alle finali di conference, ma potrebbe anche andare fuori al primo turno nel caso i nuovi innesti non funzionassero a dovere.
Dopo aver raggiunto abbastanza inaspettatamente (ma altrettanto meritatamente) le finals l’anno scorso, Miami si presenta in questa stagione con alcune differenze e molte certezze. Da un lato, le partenze di Derrick Jones Jr. e soprattuto Jae Crowder sono state molto sofferte. L’arrivo di Avrey Bradley e Moe Harkless ha però sicuramente compensato il brutto colpo. Entrambi i giocatori, infatti, sembrano buoni innesti nella squadra di coach Spoelstra, grazie a una buona addattabilità e attitudine difensiva. Il nucleo della squadra è poi rimasto lo stesso, e Miami può sicuramente contare su un’arma in più: la consapevolezza di essere riusciti ad arrivare in finale e di poter essere una spina nel fianco anche per gli avversari più agguerriti.
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Boston si presenta all’inizio di questa stagione leggermente indebolità rispetto all’anno scorso. La dipartita di Gordon Hayward sicuramente si farà sentire, anche se il giocatore ex Utah Jazz non era mai riuscito a ritornare ai livelli pre-infortunio. Inoltre, l’off-season della squadra di Boston non è stata certamente tra le più entusiasmanti con solo Tristan Thompson firmato tra i free agents e nessun trade-up durante il draft. D’altro canto, i Celtics rimangono una squadra solida e ben collaudata con un quintetto base formato da Walker, Smart, Brown, Tatum e Thompson. Non sembra esserci profondità per arrivare fino in fondo, ma le semifinali di conference sembrano essere un obiettivo alla loro portata.
La grande stagione di Tatum
Tra le altre squadre della Eastern spuntano sicuramente i 76ers. Dopo l’ormai fallito the process, possono comunque contare su un buon roster e sono riusciti a rimpiazzare facilmente la partenza di Al Horford prendendo Dwight Howard come cambio a Embid, che avrà quest’anno possibilità di giocare più vicino al canestro. Inoltre, l’arrivo di Danny Green, Seth Curry e Doc Rivers in panchina potrebbe rendere Philadelphia una delle squadre che potranno prendersi qualche rivincita durante questa stagione NBA 2020/2021.
Occhio anche ad Atlanta. L’arrivo di Bogdanovic Rondo e Gallinari potrebbe essere la sorpresa di questa stagione. Atlanta ha un roster pieno di giovani talenti, a cui sono stati aggiunti veterani che possono portare solidità e esperienza in una squadra che ha fame di vittorie.
Prima dell’inizio della scorsa stagione, ci si chiedeva se la coppia James-Davis fosse effettivamente compatibile in campo. Dopo l’anello e l’evidente strapotere dei Lakers dell’anno scorso non rimangono più dubbi. I problemi per i potenziali avversari però sono due. Entrambe le star hanno già rinnovato con i Lakers, garantendo quindi una permanenza pluriennale. Inoltre, se possibile, durante questa off-season i Lakers sono riusciti a migliorare il loro organico.
Rispetto all’anno scorso, i gialloviola hanno perso Howard, Rondo, Waiters, McGee e JR Smith, molti dei quali sono stati parte fondamentale per la cavalcata al titolo. D’altro canto, però, i Lakers si sono irrobustiti con gli arrivi di Marc Gasol, Dennis Schroder, Montrezl Harrell e Wesly Matthews. Tutti giocatori di qualità con molta esperienza in NBA. Con queste premesse, è chiaro che per la stagione NBA 2020/2021 i Lakers siano nettamente favoriti e che qualsiasi risultato diverso dal titolo potrà essere considerato come un fallimento.
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Dall’altra sponda di Los Angeles, ci sono i Clippers, probabilmente i favoriti della scorsa stagione. Non hanno però convinto durante la regular season (un po’ giustificati da un aggressivo load mangament) e hanno deluso ai playoffs. Durante la pausa autunnale, i Clippers hanno perso Shamet e soprattutto il sesto uomo dell’anno Harrell, ma sono riusciti a rimpiazzarli con Kennett e Ibaka. In panchina, invece, c’è stato forse il cambio più importante: fuori Doc Rivers, dentro Tyronn Lue.
Rivers ha infatti deluso nelle sette stagioni alla guida dei Clippers. È arrivato nel momento più brillante di Lob City e l’anno scorso ha avuto a disposizione la coppia Leonard-George, senza mai riuscire a arrivare più avanti del secondo turno di playoffs. Per Lue, invece, questa stagione sarà l’occasione per zittire tutti gli haters che credono che il suo titolo di Cleveland sia solo merito di Lebron. Sulla carta, come anche nella passata stagione, i Clippers sono gli unici insieme ai Bucks con le capacità di far impensierire i Lakers. Dovranno però riuscire a elevare di molto il loro livello di squadra per poter essere una vera minaccia.
I problemi dei Clippers contro i Nuggets agli scorsi playoffs
Dopo aver eliminato proprio i Clippers rimontando uno svantaggio di 3 a 1 agli scorsi playoffs, i Nuggets si confermano come una solida squadra anche all’inizio della stagione NBA 2020/2021. Nonostante le dipartite di Plumlee, Grant e Craig, i Nuggets sono riusciti a confermare Millsap, portare in NBA Campazzo e innestare due interessanti giovani come Hampton e Nnaji. I playoffs dell’anno scorso hanno sicuramente dato fiducia alla squadra, specialmente nella solidità offensiva di Murray e nel genio cestistico di Jokic. Come l’anno scorso, nonostante la presenza di buonissimi giocatori, Denver dovrà trovare la forza nel gioco di squadra. Se è vero che l’organico è leggermente migliorato rispetto, anche le altre contenders hanno innalzato la loro qualità e i Nuggets dovranno lottare duramente per arrivare a eguagliare il traguardo della stagione passata.
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I Mavericks si sono mossi molto in questa off-season, liberando parecchio spazio salariale e pescando delle scelte al draft che sembrano essere perfette per il sistema della squadra texana. Anche se non ci sono stati grandi nomi tra gli acquisti, Dallas ha recuperato Powell che aveva fatto vedere un buon basket pre-infortunio. Inoltre, recupererà in gennaio Porzingis che, al netto degli infortuni, è ancora un power forward di primo livello. Molti analisti danno inoltre come favorito MVP Doncic, che dopo la definitiva consacrazione della stagione passata sembra non volersi più fermare. Anche se il livello del roster è ancora troppo basso per puntare al titolo, quest’anno i Mavericks potrebbero riuscire a sorprendere e arrivare in finale di conference.
Come è spesso accaduto negli ultimi anni, la Western Conference si conferma molto agguerrita e, a parte le squadre sopracitate, molte altre sembrano in grado di arrivare ai playoffs. I Jazz non hanno avuto grandi stravolgimenti di roster e si presentano quindi alla nuova stagione come una possibile mina vagante, senza però troppe ambizioni.
Quasi la stessa situazione per Portland. Portland però è riuscita a firmare Covington (che può dare una gran mano soprattutto in difesa) e Kanter, che potrà far rifiatare Nurkic. A Phoenix finalmente si intravede la possibilità di giocare una buona stagione, dopo anni nel limbo tra tank e ultime posizioni di playoffs. I Suns portano a casa Chris Paul e Jae Crawder, probabilmente gli innesti migliori di questa off-season. Aggiungono quindi a un roster già molto promettente l’esperienza e il QI cestistico di Paul e la grinta di Crawder.
Contrariamente alla passata stagione, sembra esserci una chiara favorita alla vittoria finale della stagione NBA 2020/2021. Ciononotante, i movimenti di mercato e molti rientri da lunghi infortuni hanno mescolato le carte in tavola e creato incertezza perlomeno per quanto riguarda la squadra che sarà la vera contender dei Lakers. Si parte con la nuova stagione, con la speranza di poter tornare presto a vedere le arene piene di pubblico e con la certezza di ricominciare ad ammirare il grande spettacolo della NBA.
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