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Spettacolo

Il pop punk tratta anche tematiche serie

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Marco Capriglio

Il pop punk è un sottogenere del punk rock, che ha trovato la sua maggiore espansione tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila. Simboli di questo genere sono band famosissime come Green Day, blink-182, Sum 41, ma anche All Time Low, Mayday Parade e Simple Plan. Il genere presenta melodie orecchiabili associate ai suoni potenti, veloci e distorti tipici del punk rock.

I testi di questa corrente sono spesso associati alle feste, al consumo di alcolici, alle sbandate amorose o al ricordo della vita adolescenziale. Ci sono però delle eccezioni. Di seguito è riportato un elenco (non esaustivo) di brani pop punk, che affrontano in maniera seria e critica eventi difficili della vita, come la depressione, la morte o le tragedie famigliari.

Stay Together For the Kids

Il video di questo singolo del 2002 dei blink-182, band icona del pop punk, si apre con una frase bianca su sfondo nero, che recita: «Il 50% di tutte le famiglie americane è distrutto dal divorzio». Il brano tratta il tema del divorzio, di cui sia Tom DeLonge che Mark Hoppus sono stati vittime a causa della separazione dei loro genitori.

Le strofe cantate dal bassista Mark sono dolci e malinconiche e raccontano la vicenda con gli occhi ingenui di un bambino. Il protagonista vede la sua casa come «stregata», e si chiede quale poesia, che leggerebbe ogni giorno, potrebbe risanare la triste situazione. Il piccolo non riesce a comprendere la rabbia dei suoi genitori, che gli «ferisce le orecchie» e si chiede perché «se questo è quello che lui vuole, e se questo è quello che lei vuole» ci sia così tanto dolore.

Il ritornello di Tom è invece pieno della rabbia di chi, per colpa di qualcun altro, ha dovuto rinunciare alla propria infanzia. Il protagonista dice ai propri genitori di prendersi questa «vacanza», urlando più volte che tutto questo «non è giusto».

I blink-182 nel 2003.

Welcome To My Life

Singolo più famoso dei Simple Plan, questo brano del 2004 invita l’ascoltatore ad entrare nella vita del protagonista, contornata dalla rabbia adolescenziale contro la vita, spesso così frustrante che nessuno riesce a comprendere.

Il brano presenta una serie di domande, come «Ti sei mai sentito come se stessi crollando?», «Ti sei mai sentito come se fossi fuori posto?», «Hai mai voluto essere qualcun altro?», «Ti sei mai sentito intrappolato in un mondo che odi?», alle quali però non vengono date risposte.

Nel ritornello queste risposte sembrano trovare un’unica risposta nel fatto che in queste situazioni «non c’è nessuno lì a salvarti».

Leggi anche: One-hit wonder: dieci meteore rock.

The Kids Aren’t All Right

Questo brano del 1999 dei The Offspring presenta un testo quasi autobiografico. Il cantante della band scrive la canzone dopo una visita nel quartiere di Garden Groove, nella contea di Orange, in California, dove è cresciuto. I quattro protagonisti del brano sono ragazzi che avevano tutto il potenziale per vivere una vita serena, ma come molti suoi amici di infanzia hanno gettato via la loro esistenza in un modo o nell’altro.

Jamie «ha lasciato la scuola e ha avuto due figli», Mark «abita a casa dei suoi perché non ha un lavoro, suona solo la chitarra e fuma un sacco di erba», Jay si suicida e Brandon muore per overdose. La canzone si chiude con una domanda retorica, con una risposta spiazzante: «Cosa diavolo sta succedendo? Il sogno più crudele, ovvero la realtà».

Leggi anche: Anarchia e ribellione: la sottocultura punk.

Drugs or Me

Questa ballad dei Jimmy Eat World, uscita nel 2004, tratta la piaga della tossicodipendenza. Il testo parla di una coppia nella quale uno dei due, non è chiaro se lui o lei, fa uso di droghe. La canzone diventa quindi per il/la protagonista una richiesta verso il/la partner , come da titolo, di scegliere «le droghe o me». L’utilizzatore di droghe (o forse la droga stessa, lontana dalla realtà di chi non ne fa uso) viene definito come «lo sconosciuto accanto a me», che «scava un grosso buco, nel quale finiremo entrambi».  Il testo pare essere intervallato dalle parole dello/a stesso/a partner tossicodipendente, che dice di aver bisogno dell’altro/a per riprendere la guida della situazione.

Il finale è aperto, con una frase che potrebbe essere pronunciata da entrambi, come se fosse una speranza: «Tieni stretto il mio cuore, in un posto dove le droghe non arrivano, dove il sole rallenta, tienimi sempre vicino a te».

Wake Me Up When September Ends

Questo è un brano del 2005 dei Green Day, famosissima band pop punk californiana. Il testo, scritto dal frontman Billie Joe Armstrong, è dedicato al padre, morto di cancro quando Armstrong aveva dieci anni. Armstrong ha definito questa canzone la più autobiografica che avesse scritto fino a quel momento, considerandola terapeutica ma anche difficile da eseguire. Triste e toccante è anche il video musicale, che mostra una coppia “spezzata” dalla partenza (e la successiva morte del ragazzo) per la guerra in Iraq, che ha lo scopo di trasmettere all’ascoltatore il dolore provocato dal tema centrale del brano, cioè la perdita.

Un Billie Joe del passato, ancora ragazzino, ricorda la morte del padre avvenuta sette anni prima, per poi catapultarsi nel futuro, e ricordare l’evento a distanza di vent’anni: «Come la mia memoria si riposa, ma non dimentica mai quello che ho perso. Svegliami quando settembre è finito».

I Green Day in concerto nel 2015.

Adam’s Song

Brano del 2000 dei californiani blink-182, affronta il tema della solitudine e del suicidio. Il testo si presenta come una lettera che un ragazzo scrive alla famiglia. Il giovane scrive di come non avrebbe mai pensato di morire da solo, poiché era quello che rideva più forte di tutti. Ricorda con nostalgia i suoi sedici anni, giorni in cui si sentiva ancora vivo e si dispiace affermando che dopo sei mesi dal suo suicidio tornerà a essere uno sconosciuto.

La band riesce però a trasformare questa triste lettera in un inno contro il suicidio, inserendo nell’ultimo ritornello frasi che rimandano al futuro. L’ipotetico ragazzo afferma infatti di aspettare il domani che «racchiude giorni migliori», giorni in cui potrà ancora sentirsi vivo.

For Fiona

Questo brano dei No Use For a Name del 2005 vuole essere un bonus in questo elenco. Il brano tratta infatti una tematica seria e profonda, ma al contempo felice: la nascita di una nuova vita.

Scritta per la nascita della figlia Fiona, Tony Sly, il frontman della band, vuole ricordarle che sarà sempre al suo fianco: «Se potessi congelare la nostra piccola quantità di tempo insieme, allora potremmo far finta che il mondo non finisca mai, ma la verità è fredda, allora rimani giovane mentre io sarò vecchio, ma sappi che sarò sempre il tuo migliore amico».

Grazie ai miei amici e compagni di tanti concerti e serate Alessio, Erik, Davide e Daniele.

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Marco Capriglio

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