Lo avevamo già scoperto all’inizio del decennio scorso e il 2020 ce l’ha confermato: nei periodi di crisi, c’è più ricorso al gioco d’azzardo. Al contrario di quanto consiglierebbe la teoria del “Gioco Responsabile”, alla cui base c’è il concetto che vorrebbe il gioco come un passatempo a cui destinare una percentuale irrisoria dei propri averi, il fenomeno a livello sociale va mediamente nel verso completamente opposto: meno ho, più cerco la fortuna.
Nel 2020 Italia sesto paese al mondo per perdite da gioco d’azzardo: volano i casinò online
Con il lockdown che ha abbassato le serrande di centri scommesse e sale slot per quasi 6 mesi complessivi su 12, il grande sconfitto è lo stato, che ha perso 4 miliardi di entrate per l’erario. A volare, invece, è il gioco online.
Ancora più che giochi storicamente più popolari come scommesse e poker, il vero boom l’ha fatto registrare il mondo del casinò online, che ogni giorno saluta la registrazione di centinaia di nuovi utenti che rendono questo un business in continua crescita sempre più solido e che si orientano attraverso siti come wisecasino.net per apprendere le varie tecniche di gioco e per aggiornarsi su tutte le promozioni, i bonus, i casinò più in voga e così via.
Secondo AGIMEC, con una spesa degli utenti pari a 103,6 milioni di euro (+57,5% rispetto all’anno precedente), il mercato dei casinò online ha chiuso il mese di ottobre mostrando un importante crescita rispetto allo stesso periodo del 2019, quando si era registrata una spesa di “appena” 65,7 milioni di euro. E’ andata molto bene anche per il poker a torneo online, che ha chiuso ottobre con una spesa di 7,8 milioni (+34,5%) e poker cash online, che ha registrato ad ottobre un +8,2%, ben 5,3 milioni di euro. Ma è l’intero periodo, quello da gennaio a ottobre 2020, che ha mostrato l’importante crescita del 39,1% rispetto al 2019. Il segmento dell’online ha fatto segnare una spesa di 938,6 milioni di euro nel 2020 contro i 674,9 milioni dello scorso anno.
Non solo dati italiani
Se è vero che il problema italiano è abbastanza noto e anche quest’anno il Bel Paese si è preso il sesto posto nella speciale classifica dei paesi in cui si gioca di più al mondo (circa 423 euro di media di perdita da gioco per cittadino adulto), il fenomeno lo si può osservare anche attraverso i dati clamorosi di altri paesi. Si pensi al Portogallo per esempio, che non entra nella top 10 dei paesi giocatori (comandata per la cronaca dall’Australia con una media di 1005 euro di perdita per cittadino adulto), ma che ha registrato una crescita incredibile della sua spesa per il gioco d’azzardo, specie nell’ultimo trimestre del 2020 dove il mercato del gioco ha raggiunto gli 84,2 milioni di euro di ricavi mettendo a segno una crescita addirittura del 55,6% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Gli utenti che hanno perso non sono però gli unici sconfitti dell’anno. Chi ci ha perso, per una volta, è stato anche lo Stato, che ha fatto registrare per i proventi fiscali da gioco d’azzardo una perdita per l’erario di ben 4 miliardi. Questo, in virtù delle sale giochi chiuse e della migrazione dell’azzardo verso il web (che ha discorsi fiscali diversi) e (peggio) verso il gioco illegale.
Altro sconfitto, è l’indotto: con tutte le limitazioni volute dal decreto dignità, una su tutti quella del divieto di pubblicizzare il gioco, sono stati migliaia i posti di lavoro persi dal 2018 e più di 200 i milioni persi, per esempio, dai club di calcio per gli introiti di sponsorizzazione. Avesse aiutato gli italiani a spendere meno per il gioco d’azzardo, avremmo derubricato il tutto a un male necessario, ma in virtù della crescita sempre più esponenziale del settore, viene da chiedersi a questo punto se il Governo gialloverde non abbia già palesemente perso la sua scommessa.
Andrea Falco