Ha ispirato pellicole cinematografiche, è stato oggetto di studi matematici avanzati, ha dato origine a miti e leggende ed è stato giocato da alcuni dei più grandi geni dell’era moderna. Stiamo parlando ovviamente del blackjack, uno dei giochi di carte più conosciuti al mondo. Proviamo a ripercorrere le tappe di questa epopea iniziata, secondo i documenti storici, quasi sei secoli fa.
Le prime testimonianze scritte di giochi simili al blackjack risalgono al Cinquecento, epoca in cui in Italia si giocava a “sette e mezzo” e in Spagna a “uno e trenta”. Ma è nel diciassettesimo secolo che il gioco sbarcò negli Stati Uniti grazie all’opera di immigrati francesi in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo e assunse la denominazione attuale.
In epoca recente il blackjack, anche grazie al miglioramento dei sistemi di calcolo e alla nascita dei computer, inizia a interessare il mondo della matematica e della statistica. Negli anni Cinquanta del secolo scorso il matematico Roger Baldwin pubblicò sulle riviste di settore un articolo incentrato sui metodi statistici e sull’analisi delle probabilità per ridurre le puntate del banco e riuscire a vincere.
Due decenni dopo arrivò anche il primo software in grado di analizzare le dinamiche di gioco, ovvero Blackjack Analyser. Il merito fu di Stanford Wong, informatico, programmatore e grande appassionato di blackjack che era solito memorizzare le carte prima di decidere o meno di sedersi per iniziare a giocare.
Wong non fu l’unico personaggio a scrivere a caratteri cubitali il suo nome nell’evoluzione della disciplina.
Doti che ne hanno fatto una leggenda in ben due discipline ma che non piacevano moltissimo ai gestori di un casinò di Atlantic City che nel 1982 decisero di fargli causa. Ungar, però, sostenendo che la sua mente brillante non avesse bisogno di certi trucchetti, vinse in tribunale e mantenne immacolata la sua reputazione.
Un percorso simile a quello di Ken Uston, passato alla storia come il primo personaggio a ideare e mettere in pratica il gioco di squadra nel mondo del blackjack. La sua fama crebbe a dismisura negli anni Settanta del Novecento, periodo in cui girò il mondo riuscendo a vincere milioni di dollari nei casinò più famosi. Il tutto grazie alle capacità di memorizzazione della carte e alle strategie con i compagni di tavolo. Negli anni successivi, diventato personaggio non amato dai gestori delle case di gioco, si specializzò nei travestimenti, riuscendo a portare avanti la sua passione in incognito. Fu a causa sua che le sale iniziarono a usare un numero maggiore di mazzi.
Nella Blackjack Hall of Fame troviamo anche Julian Braun, informatico di professione e giocatore leggendario. Dopo aver lavorato per anni come programmatore per la IBM, azienda da sempre interessata al mondo del gaming, si innamorò del blackjack dopo aver letto il libro di Edward Thorp Beat the Dealer. Fu così che, unendo le idee di Thorp e la sua conoscenza delle basi di calcolo, creò una strategia di gioco utilizzata ancora oggi. Negli anni successivi pubblicò anche lui molti libri sull’argomento tra cui il best seller del 1980 How to Play Winning Blackjack.
Negli anni Novanta del Novecento il blackjack tornò sulle prime pagine dei giornali grazie al lavoro di un professore del MIT e di alcuni suoi studenti. Dal 1990 al 1997 il gruppo riuscì a sbancare i casinò di Las Vegas grazie a una strategia vincente basata su complesse formule matematiche. Una storia estremamente suggestiva che ha ispirato la scrittura di un libro e la pellicola cinematografica 21 con protagonista Kevin Spacey.