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Etichette alimentari: guida a una lettura consapevole

Published by
Enrico Trinelli

Quante volte ci si trova davanti a etichette alimentari? E quante volte non le si riesce a “leggere” in modo corretto e consapevole? In questo articolo è presente una breve guida alla lettura delle etichette alimentari.

I Regolamenti Europei

Il primo aspetto da considerare nella lettura delle etichette alimentari è il Regolamento Europeo 1169/11. Questo è «relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori». Ciò significa che tutte le etichette, siano essere su cibi o bevande, devono avere le caratteristiche imposte da questo regolamento.

Il Regolamento Europeo 178/2002definisce invece cosa sia un alimento. Un alimento è «qualsiasi sostanza […] destinata a essere ingerita, o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerita, da esseri umani. Sono comprese le bevande, le gomme da masticare e qualsiasi sostanza, compresa l’acqua, intenzionalmente incorporata negli alimenti nel corso della loro produzione, preparazione o trattamento».

Foto: Pixabay.

Come è fatta un’etichetta alimentare?

Tutte le etichette devono contenere alcune indicazioni obbligatorie.

Denominazione dell’alimento

La denominazione dell’alimento è forse la parte più importante dell’etichetta alimentare. Sebbene possa sembrare banale indicare il nome, da questo si possono trarre numerose informazioni. Soprattutto nel caso di carni, la denominazione fornisce informazioni in merito alla parte anatomica, alla specie di provenienza e al metodo di produzione.

Vi è differenza ad esempio tra un preparato a base di carne e un prodotto a base di carne. Il primo termine si riferisce a carni fresche a cui sono stati aggiunti ingredienti, ma che non hanno subito trattamenti che abbiano modificato la struttura muscolare. Il secondo termine si riferisce invece a carni che hanno subito al contrario un trattamento, ad esempio la cottura. In altre parole, un taglio di carne pronto a essere cotto, come un arrosto, è un preparato, mentre l’arrosto già cotto venduto al supermercato è un prodotto.

Leggi anche: Cane: alcune domande al veterinario.

Elenco degli ingredienti

Il produttore ha l’obbligo di indicare tutti gli ingredienti che compongono l’alimento, i quali verranno riportati in ordine decrescente di “presenza” nell’alimento confezionato. Non vi è l’obbligo di indicarne la percentuale precisa. Deve poi essere indicata anche la quantità netta di prodotto e il nome dell’azienda produttrice.

Allergeni

Si definisce allergene un ingrediente in grado di provocare una reazione allergica nei soggetti predisposti che lo assumono. Gli allergeni più comuni sono la soia, il sedano, il glutine, la frutta a guscio, i crostacei, il latte e le uova. Gli allergeni devono essere indicati nella lista degli ingredienti in grassetto.

Termine minimo di conservazione o data di scadenza

Questi due termini non sono sinonimi. Il termine minimo di conservazione indica la data oltre la quale le caratteristiche organolettiche del prodotto possono non essere più conformi con quanto indicato sull’etichetta. Solitamente è riportato con la dicitura «da consumarsi preferibilmente entro». Superata questa data, l’alimento non è pericoloso per il consumo, ma potrebbe non essere molto gustoso!

La data di scadenza indica la data oltre la quale consumare l’alimento potrebbe essere potenzialmente dannoso per la salute umana. Questa è indicata con la dicitura «da consumarsi entro». La discriminante è allora la parola “preferibilmente“.

Il numero di lotto

Un lotto identifica un insieme di alimenti prodotti nello stesso giorno, nello stesso stabilimento, con le stesse materie prime e dagli stessi operatori del settore alimentare. Il concetto di lotto è essenziale per garantire la tracciabilità degli alimenti, che è un diritto del consumatore. Laddove si verifichi un problema a livello produttivo, il numero di lotto può essere utilizzato per richiamare il prodotto ed evitarne il consumo.

Paese di origine

Nel caso di alimenti carnei, deve essere indicato dove l’animale è nato, dove è stato allevato, dove è stato macellato e dove è stata lavorata la carne. Questi quattro elementi devono sempre essere indicati. Pertanto non è corretto supporre che una carne sia italiana solo perché è stata lavorata in Italia.

Importante sottolineare che i Regolamenti Europei sopracitati sono validi in tutta l’Unione Europea, senza distinzioni fra i Paesi membri. I prodotti che vengono importati da Paesi al di fuori dell’Unione devono comunque rispettare tutti gli standard definiti dai Regolamenti Europei.

Condizioni di conservazione e/o condizioni di impiego

Le condizioni di conservazione, come intuibile, riguardano le modalità di conservazione dell’alimento, in particolare le temperature e l’esposizione alle fonti luminose dirette.

Le condizioni di impiego riguardano invece le modalità di consumo dell’alimento. Rispettarle è essenziale per preservare la salute umana. Un esempio fra tutti riguarda i pesci della famiglia Gempylidae, di cui fa parte il ruvetto. Le etichette alimentari di questo prodotto devono riportare tale dicitura: «Nella cottura il grasso deve essere separato dalle carni, il liquido di cottura (anche alla brace) non deve essere usato per la preparazione della salsa. Temperature superiori a 0 °C favoriscono la formazione di istamina». Questo perché il grasso del ruvetto ha un fastidioso effetto lassativo se consumato non correttamente trattato.

Dichiarazione nutrizionale

Nelle etichette alimentari deve essere indicata la dichiarazione nutrizionale. Essa si compone di valore energetico, grassi totali, grassi saturi, carboidrati totali, zuccheri, proteine e sale.

Leggiamo insieme un’etichetta alimentare

In questa immagine è possibile vedere l’etichetta di un noto prodotto alimentare. “Brioche di pasta sfoglia” corrisponde alla denominazione del prodotto. Sotto di esso, sono riportati gli ingredienti in ordine decrescente di presenza. Sono messe in evidenza mediante il grassetto gli allergeni, in questo caso il grano, le uova e il burro. Sempre nella stessa colonna sono indicate anche le modalità di conservazione.

240 g corrisponde poi al peso netto dell’alimento. Accanto è riportato il simbolo di stima, che garantisce che la quantità media del prodotto non sia inferiore a quella riportata sull’etichetta. Sulla sinistra è riportata la tabella della dichiarazione nutrizionale.

A parte, sulla confezione, sono poi indicati il produttore, il numero di lotto e la termine minimo di conservazione.

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