Da qualche mese le pubblicità di PlayLover Academy hanno invaso i social. Le promo che promettono anche ai maschi più impacciati di diventare perfetti seduttori appaiono a ripetizione nel feed di Instagram, sulla home di Facebook, prima dei video di YouTube. Ma cosa ne pensa la gente? Per scoprirlo lo abbiamo chiesto a un uomo e a una donna, Stefano e Giulia.
Prima di tutto leggo le biografie dei fondatori, Christian e Steve. I due enumerano le conquiste ottenute nel corso degli anni, dalla fanciullezza al presente. Ciò ha senso, visto che devono dimostrarsi ottimi seduttori, ma chi elencherebbe tra le conquiste anche le bambine baciate alle elementari? È molto strano e decisamente inquietante. Tra l’altro, se una ottenne conta come conquista, questo dimostra che non c’è bisogno di nessuna tecnica per avere successo con l’altro sesso, visto che a otto anni non la si può certo possedere.
Uno dei due (Christian), nella sezione donna ideale, dice che predilige nientemeno che lo stereotipo della ragazza perfetta: «giovane, in ottima forma stile fitness, appariscente, femminile, sexy, voce dolce ma sensuale, intelligente, simpatica, spigliata, dinamica, romantica, con un buon animo, rispettosa, sensibile e comprensiva, onesta e sincera». Secondo la mia esperienza, le ragazze così non esistono. Fortunatamente, perché se esistessero avrebbero ben poco di umano. Non è molto realistico pensare che Christian possa trovare così tante ragazze di questo genere, tanto da farle diventare il suo tipo standard, a meno che non abbia scoperto la fabbrica dove si producono in serie. Va detto, però, che ammette di essere a volte attratto da ragazze che non rispecchiano questi criteri.
L’altro fondatore, Steve, per sostanziare il fatto di essere un novello Casanova, carica una foto che lo raffigura accanto a quattro ragazze. Niente in stile Dan Bilzerian o Paolo Brosio prima della conversione, ma semplici foto caste, che potrebbero essere state scattate in qualsiasi contesto e in cui si vede appena un bacio sulla guancia. Le ragazze potrebbero essere semplicemente amiche o perfino sconosciute. Si tratta del genere di foto di cui è in possesso ogni genere di persona che non sia antisociale. Possibile che una persona che ha avuto «tre [appuntamenti, N.d.R.] alla settimana per quattro anni» non sia in grado di mostrare niente di meglio? Al contrario di Christian, sembra prediligere ragazze normali.
Ultimamente le pubblicità di PlayLover Acedemy sono ovunque. Vado a memoria, quindi potrei sbagliarmi su qualche dettaglio. Me ne ricordo due: nella prima delle ballerine entrano in scena su uno sfondo da lunapark e si mettono a ballare e a twerkare con dei pon-pon, scandendo una frase che non ricordo. Poi appaiono Christian e Steve, che con fare molto aggressivo accusano il potenziale spettatore maschio di essere un «lombrico» e di iscriversi a PlayLover Academy se vuole smettere di esserlo.
Nella seconda Christian e Steve parlano di seduzione con due belle ragazze (belle, nemmeno bellissime e piuttosto volgari) che sono due modelle di Instagram. Sembra abbastanza evidente che recitino un copione. La prima pubblicità contiene una chiarissima oggettificazione della donna nella figura delle ballerine, messe lì letteralmente solo per mostrare le loro forme e attrarre i maschi. Non la più esaltante delle premesse per chi promette di trasformarti in un gentiluomo. Mentre la seconda appare forzata e molto poco credibile.
Una costante è che i due sono quasi sempre vestiti male, in un modo che farebbe inorridire qualunque ragazza dotata di un minimo di gusto estetico. Christian ha i capelli ingellati e camicie con spacchi a “v” abissali e sciarpe delle dimensioni di un bambino; Steve si presenta con maglioni a righe improbabili, giacchette tremende e cappellini da baseball con la visiera a rovescio, che nessuno usa più dagli anni Novanta. Nessun italiano uscirebbe vestito così a un primo appuntamento, e il bello è che in uno dei video caricati su YouTube Steve sciorina il consiglio «vestiti bene». Viene da chiedersi quanto davvero i due conoscano i gusti delle ragazze, almeno in fatto di abbigliamento.
Consideriamo ora i video su YouTube, in cui Christian e Steve danno consigli su come sedurre una donna.
Alcune cose che dicono hanno senso: essere originali e cercare di impostare una conversazione coinvolgente con un sottotesto in chat; il fatto (e qui Christian solletica abilmente gli incel, che sono uno dei target di riferimento, col tema del doppio standard) che le ragazze non siano mai originali nell’approcciare un ragazzo puntando tutto sulla bellezza, mentre l’uomo è condannato a dover essere non solo bello, ma anche originalissimo tutte le volte; il consiglio di sviluppare la parlantina leggendo o frequentando corsi di teatro, eccetera.
Il problema è che poi a volte il senso si perde. Il sottotesto che propongono sfuma nell’insulto e, secondo la mia esperienza, se scrivi «ti voglio mettere alla prova» o cose simili con aria di sfida a una ragazza, questa non la prende bene. O ancora, il solito stereotipato suggerimento per cui in amore vince chi fugge, che si traduce nel non dare troppe attenzioni alla ragazza che ti piace.
Altri atteggiamenti sono invece fastidiosi, come l’apostrofare continuamente lo spettatore con termini offensivi, ad esempio «mie piccole zigulì» o «piccolo gnomo delle foreste della Norvegia» o prenderlo in giro sistematicamente come fosse un bambino o un deficiente. Inoltre, a volte all’inizio dei video Steve fa delle faccette ed emette dei bofonchiamenti che sono la definizione stessa di cringe. Nel rivolgersi al pubblico è sempre presente un’aria di superiorità («quando creo messaggi sono un po’ come Dante, che crea fottuti capolavori») come se i due fossero i depositari segreti di qualche antica sapienza, cosa che in fondo dicono di essere. In questo modo il potenziale cliente, che a un certo punto a causa della sua bassa autostima si potrebbe convincere di essere davvero un deficiente, si iscriverà davvero a PlayLover Academy, e Christian e Steve avranno ottenuto il loro risultato.
Il problema vero non è solo che i due diano messaggi sbagliati, perché alcune delle cose che dicono sono sensate, ma che ripropongano il vecchio stereotipo dell’uomo cacciatore arrapato ossessivamente a caccia di donne, che deve acquisire «potere e leadership». I punti critici di PlayLover Academy sono due. Il primo è che, come in molti manuali di auto-aiuto di argomento sessuale, la donna è vista come un essere da “hackerare” per finirci a letto, una collina su cui piantare la bandiera, una preda. Si parla sempre di come conquistare una donna e mai, che so, di come farla stare bene o renderla felice, o se se ne parla è comunque tutto finalizzato a ottenere una prestazione sessuale.
Il secondo punto critico, dal mio punto di vista, è che, anche se tutto ciò che dicono fosse vero e efficace, probabilmente non funzionerebbe comunque, perché certe cose si imparano da soli, attraverso l’esperienza personale, non con un corso che ti imbecca. Solo vivendo l’esperienza in prima persona e senza aiuti questa si sedimenta in noi e ci aiuta a crescere. Inoltre, più cose impari, meno sei naturale, mentre il segreto per avere una relazione proficua con gli altri, comprese le donne, è essere spontanei e avere la testa svuotata, non applicare nozioni iper-ragionate, anche perché è probabile che non te le ricorderai nei momenti critici. Il mio consiglio è: siate voi stessi, osate e seguite le andature dell’universo. Il resto verrà.
Da donna, accedere al sito playloveracademy.it ha lo stesso effetto di essere catapultata in un altro pianeta. Perché se è vero che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, chiunque abbia inventato questa massima non ha considerato il pianeta Christian&Steve, inventori dell’accademia di seduzione che promette di far cadere le donne ai piedi anche dell’uomo più impacciato. Ma si tratta, per come la vedo io, di un pianeta così lontano dalla sfera femminile da non essere in grado di suscitare alcuna attrazione gravitazionale verso la galassia delle donne. Fin dall’interfaccia il sito promette grandi cose. Se si riesce a superare con successo l’associazione mentale istantanea della foto che compare subito (un uomo che si gira a guardare una ragazza bionda) con il celeberrimo meme del ragazzo che si gira a guardare la ragazza col vestito rosso.
Il sito di PlayLover Academy si presenta senza dubbio carico di informazioni e materiale. Spulciando a fondo, ad esempio, nella sezione “chi siamo”, però, ci si rende conto che si tratta soprattutto di ripetizioni ad libitum degli stessi concetti in salse diverse e in gironi di egocentricità sempre più rassomiglianti all’inferno dantesco. Quanto siamo fighi, quanto la sappiamo lunga. Un unico shot di orgoglio mascolino trangugiato tutto d’un fiato e sospinto fin nella trachea del visitatore, fino a strozzarlo.
Le biografie dei fondatori dell’accademia di seduzione, Christian Pozza e Steve Master, rappresentano il livello successivo dell’imbevuta di ego. Una biografia che si sofferma sulle conquiste dei fondatori fin dalle elementari, con dovizia di particolari, e che impiega svariati paragrafi prima di passare a descrivere l’età in cui diventa legale fare certe cose, è difficile da prendere sul serio. Come giustamente sottolineato da Stefano, poi, la descrizione della loro donna ideale è alquanto utopistica. A chi non piacerebbe una donna atletica, bella come una dea, intelligente, spigliata, romantica, eccetera eccetera, insomma una donna che non esiste? La mia sensibilità femminile (e il mio sesto senso per i narcisisti) mi spinge ad alcune riflessioni in merito allo stile di seduzione proposto dal duo Christian&Steve.
Il trucco «prendi una donna, trattala male» (nel sito questa tecnica viene presentata come cocky&funny, arrogante&simpatico), non funziona. O meglio, funziona su una ragazza dalla psiche fragile, facilmente manipolabile («da sminuire in modo simpatico», dicono nel sito) e bisognosa di attenzioni, che si legherà in modo indissolubile a un partner egocentrico che le lascerà ferite permanenti nella psiche. Insomma, non certo una dea tutta gambe, intelletto e sagacia, che rivolterebbe un narcisista come un calzino. Quindi, la tecnica seduttiva proposta dal duo, oltre che vagamente immorale (tentare di conquistare una ragazza in discoteca con il partner presente mi sembra un ottimo modo per procurarsi cicatrici sexy, non certo una «prova d’esame», come viene venduta nel sito) proporrebbe un ideale di mascolinità assolutamente tossica, oltre che decisamente fuori moda e irraggiungibile, perché legata più a film di James Bond e a videoclip di Robert Thicke che alla realtà.
Naturalmente, se l’ideale di uomo proposto nel sito è estremizzata in un senso, quello della donna è estremizzato nell’altro: vista sempre e solo come oggetto di lusso da conquistare, rappresentata in maniera univoca come un esemplare di pregio, un accessorio dell’uomo fatale, nella perfetta iconografia da pubblicità anni Cinquanta (da cui proviene, tra l’altro, anche l’ideale di uomo che Christian&Steve cercano di plasmare).
Sono solo i two cents di una ragazza sicuramente lontana anni luce dall’ideale di Christian&Steve (e per fortuna, aggiungo: non vorrei mai ritrovarmeli davanti in discoteca). Sminuire i loro allievi, strizzando l’occhio alla cultura incel, idealizzare e allo stesso tempo mercificare maschi e femmine come partecipanti a una esposizione bovina, e non da ultimo proporre le peggiori tecniche di abbordaggio che si possano immaginare, non credo valga i soldi che sono chiesti.
Insomma, il giudizio complessivo di entrambi non è certo positivo. Per Giulia un uomo educato secondo le regole di PlayLover Academy non solo non ha nessuna attrattiva, ma è anche inquietante. Per Stefano, da quanto ha visto, il corso è inutile e i metodi di insegnamento e promozione mostrati sono fastidiosi e violenti.
Se volete leggere altri articoli sull’argomento che danno una chiave di lettura diversa su PlayLover Academy consigliamo La verità dietro Playlover Academy del Redpillatore e, per un punto di vista femminile, Il corso di seduzione con il profilo Instagram più cringe di sempre di Cecilia Caruso.
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