Dopo un mese di grande ciclismo con le classiche che hanno visto trionfare sia alcuni outsiders sia i big delle corse in linea, è giunto il momento dei grandi giri. Il 2020 è stato un anno insolito per quanto riguarda il calendario UCI e infatti la “corsa rosa” vinta da Tao Geoghegan Hart si è conclusa appena sette mesi fa, in una Piazza Duomo fredda sia di temperatura che di atmosfera sportiva. Archiviata la scorsa edizione, quest’anno si ritorna con la struttura classica delle corse a tappe di tre settimane: prima il Giro, poi il Tour e infine la Vuelta. Pertanto, allacciate le cinture perché sabato 8 maggio con la crono-prologo di Torino scatta il Giro d’Italia 2021!
Leggi anche: Al via le “classiche monumento”, le storiche del ciclismo.
La delicata prima settimana
Gli appassionati di ciclismo sanno bene che nei grandi giri la prima settimana ha un ruolo molto importante. Le battute iniziali delle corse a tappe di tre settimane infatti non dicono chi vincerà la competizione ma fanno capire chi sicuramente non la vincerà. Il Giro d’Italia 2021 è stato disegnato seguendo un’impostazione tradizionale, con le scalate storiche dalla seconda settimana in poi. La tappa inaugurale è una cronometro da 8,6 km dove il campione del mondo in carica nelle prove contro il tempo Filippo Ganna parte da favorito e potrebbe vestire la prima maglia rosa dell’edizione numero 103 del Giro.
Ci saranno molte volate, con i velocisti che stanno già scaldando i motori per le frazioni numero 2, 5 e 7, in cui sarà difficile evitare lo sprint a ranghi completi. Da non sottovalutare invece la quarta e la sesta tappa, in cui le pendenze inizieranno a salire e dove si metteranno alla prova le condizioni di forma degli uomini di classifica. In particolare, la frazione con arrivo a Sestola vedrà il gruppo cimentarsi con il gpm di terza categoria di Montemolino, 8,6 km al 5,7% di pendenza media e punte al 18%, e con il gpm di seconda categoria di Colle Passerino con scollinamento a tre chilometri dal traguardo.
Leggi anche: Il ritorno dei britannici: il Giro d’Italia 2020 è di Tao Geoghegan Hart.
La seconda settimana e la scalata dello Zoncolan
Nella seconda settimana i giochi inizieranno a complicarsi notevolmente per i favoriti e soprattutto ci sarà poco margine per respirare, salvo il giorno di riposo fissato per martedì 18 maggio. Il primo arrivo su un gran premio della montagna di prima categoria ci sarà domenica 16, con il plotone che si darà battaglia in una frazione con ben quattro cime da scalare e con l’arrivo appunto Rocca di Cambio. Il gpm conclusivo guardando solamente ai numeri potrebbe apparire come una passeggiata di salute. Tuttavia, l’ultimo chilometro in sterrato e con punte di pendenza in doppia cifra con ogni probabilità farà vittime. Vanno esclusi distacchi abissali al traguardo, ma anche perdere dieci secondi in quelle circostanze rischia di essere una vera mazzata per gli animi dei big.
Un altro passaggio importante del Giro d’Italia 2021 è rappresentato dalla due giorni tra Umbria e Toscana: le frazioni da Perugia a Montalcino e da Siena a Bagno di Romagna potrebbero restare sulle gambe visto il continuo e incessante saliscendi che si protrarrà complessivamente per 374 chilometri. Dopo le fatiche ci sarà una tappa di trasferimento con dislivello nullo, terreno di caccia per gli sprinter puri, prima di arrivare alla giornata infernale.
La quattordicesima tappa è la più attesa del Giro d’Italia 2021 perché vedrà i campioni scalare una delle montagne che hanno segnato pagine indelebili di questo sport: lo Zoncolan. Si partirà da Cittadella e per i primi 135 km non ci saranno particolari difficoltà, fino al momento della prima insidia di giornata: il gpm di seconda categoria del Monte Forcella. Una volta scollinati si potrà respirare per i dieci chilometri di discesa e per i trenta che precedono le “porte” dello Zoncolan che quest’anno sarà approcciato dal versante di Sutrio. Qui sì che i numeri parlano e dicono molto. 14,1 chilometri all’8,5%: gli ultimi tremila metri avranno una pendenza media del 13% con punte fino al 27 a pochi metri dal traguardo! La difficoltà di questa scalata è storica, tanto storica da aver spesso diviso il grande pubblico. Non ha mai avuto il fascino dello Stelvio o del Mortirolo anche perché le pendenze estreme non hanno quasi mai inflitto distacchi monstre (in salite così è difficile anche arrivare alla fine), ma senza dubbio lo Zoncolan fa parte della storia del ciclismo e farà parte anche di quella del Giro d’Italia 2021.
Le tappe conclusive che decideranno il Giro 2021
Prima del secondo e ultimo giorno di pausa si disputerà quello che in gergo viene definito “il tappone” del Giro. Il tappone quest’anno è posizionato alla sedicesima frazione con partenza da Sacile e arrivo a Cortina d’Ampezzo (212 km). Lunedì 24 maggio i ciclisti dovranno affrontare quattro gpm di prima categoria: la Crosetta, Passo Fedaia, il Pordoi e il Passo Giau. Grande peccato non avere l’arrivo in salita, visto che è stato posto alla fine della discesa del Giau, a 18 km dallo scollinamento. Tuttavia, a rendere magica quella giornata ci sarà la scalata della Cima Coppi, il gpm più elevato dell’edizione, che quest’anno sarà sul Pordoi.
Le due frazioni che, analizzando il percorso ex ante, potrebbero risultare quella più importante sul piano dei distacchi inflitti, saranno quella con partenza da Canazei e arrivo a Sega di Ala e quella con arrivo ad Alpe di Mera. I 15 km del Passo San Valentino e l’arrivo in quota a Sega di Ala su un gpm con pendenze massime del 17% daranno agli scalatori la possibilità di infliggere passivi pesanti e magari irrimediabili con poche frazioni mancanti. Discorso simile anche per la tappa di Alpe di Mera che vedrà i big arrivare in cima su un gran premio della montagna di circa dieci chilometri potenzialmente letale.
Il bello di questa edizione del Giro è che, salvo distacchi abissali costruiti nelle tre settimane, la corsa rosa verrà decisa proprio nelle ultime frazioni così come è successo lo scorso anno quando Geoghegan Hart ha trionfato grazie a una super cronometro conclusiva ai danni di Jai Hindley. La penultima tappa sarà anche l’ultima occasione per gli scalatori di ribaltare la situazione sul loro terreno ideale. I tre gpm di prima categoria lo consentiranno, ma il chilometraggio accumulato sulle gambe potrebbe risultare fatale per molti. Infine, il Giro d’Italia 2021 si concluderà con la cronometro regina di 30 km con arrivo a Milano. Se i distacchi resteranno in un range di venti o trenta secondi, la maglia rosa potrebbe essere ancora in discussione. In caso contrario, difficilmente si andranno a recuperare minuti.
I favoriti della vigilia
Al via dell’edizione numero 104 del Giro ci saranno nomi illustri, grandi campioni che hanno già vinto corse a tappe di tre settimane e giovani di ottime prospettive. Secondo i bookmakers il favorito principale è il colombiano Egan Bernal, vincitore del Tour de France 2019 che sarà chiamato a riscattare un 2020 sottotono. A supporto del giovane classe 1997 ci saranno in particolare il coetaneo Pavel Sivakov, seconda punta dell’armata Ineos, e Daniel Martinez, oltre al nostro fenomenale Filippo Ganna che punterà a fare incetta nelle frazioni a cronometro. Salite e pendenze per fare la differenza ce ne saranno. Ciò che farà realmente la differenza saranno le gambe e la testa.
Da non sottovalutare anche il britannico Simon Yates, vincitore della Vuelta 2018, che pochi mesi prima del trionfo di Madrid era arrivato a tre tappe dal sogno della maglia rosa. In quell’edizione, infatti, Yates mantenne il primato della generale dalla sesta alla diciottesima tappa per poi crollare completamente nella frazione con arrivo a Bardonecchia dove arrivò con oltre quaranta minuti di ritardo dal connazionale Chris Froome. Scommettere su Simon Yates è sempre un rischio, molto azzardato, perché negli anni ha dimostrato tanta classe quanta incostanza. Tuttavia, teniamolo d’occhio perché potrebbe fare il colpaccio.
Il terzo grande favorito è il ragazzo che ormai da qualche anno è considerato il vero enfant prodige del ciclismo mondiale: Remco Evenepoel. In molti hanno ancora impressa negli occhi la sua caduta da un ponte al Giro di Lombardia 2020 quando per alcuni istanti ha fatto tremare il pubblico che ha pensato davvero al peggio. Il classe 2000 è un predestinato e si sa. Il Giro d’Italia 2021 per lui potrebbe davvero rappresentare la consacrazione definitiva, per un campione che all’età di ventuno anni ha già nel palmarès un campionato europeo a cronometro e un argento mondiale sempre nelle prove contro il tempo, oltre alla Clásica San Sebastián, una Vuelta a Burgos e un Giro di Polonia. Per il belga potrebbe essere sufficiente arrivare allo start della cronometro finale di Milano con un distacco attorno ai quaranta secondi per poi riscrivere le gerarchie grazie alle sue doti nelle prove contro il tempo.
Gli outsiders
L’anno scorso è andato ad un soffio dalla vittoria del Giro mentre in questa edizione parte sottotraccia: Jai Hindley. L’australiano in salita è al pari di Bernal e quindi non può essere escluso dalla cerchia ristretta di potenziale vincitori. Il suo punto debole: le cronometro. Discorso inverso per Joao Almeida, compagno di squadra di Remco Evenepoel, che arriva dal quarto posto al Giro 2020 e che potrebbe approfittare di eventuali marcamenti serrati al talento belga. Parlando di talento è necessario citare anche Mikel Landa, ma ormai gli appassionati di ciclismo si sono abituati a non credere troppo al basco perché è quel classico corridore che può sparigliare le carte e il giorno dopo arrivare a mezz’ora di ritardo. E poi c’è Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto con ogni probabilità non vincerà il Giro, ci sembra abbastanza improbabile. Ma attenzione: come scalda i cuori degli italiani Nibali, in pochi riescono a farlo.
Buon Giro d’Italia a tutti!