Di Tommaso D’Amelio
Inizio con un mea culpa: nonostante il mio essere di sinistra, ho sempre trovato delle ragioni nelle frasi del virologo Burioni, il cui mantra principale risiede in un laconico: «La scienza non è democratica». Più volte criticato di classismo da chi è vicino alla mia parte politica, il dottore più famoso dei social ha tuttavia le sue ragioni.
Uno degli effetti collaterali dei social network è la cassa di risonanza fornita a quelle che un tempo venivano definite chiacchiere da bar, o persino teorie per strampalati oggi riunite sotto l’ombrello del complottismo. La più famosa di queste è la teoria terrapiattista, che per brevità non andrò a esporre ma, e qui faccio il mio secondo mea culpa, dei cui sostenitori in molti se non tutti abbiamo riso almeno una volta. Similmente oggi prendiamo in giro e ci arrabbiamo con i no-vax per le assurde teorie antiscientifiche che finiscono per mettere in pericolo vite umane.
Ma perché ridiamo dei terrapiattisti? Perché prendiamo in giro i no-vax su Facebook? Perché le loro teorie sono assurde e contrarie a ciò che è scienza. Io ho studiato economia, quindi non so quasi nulla di medicina, ma se un medico e la comunità scientifica in generale mi dicono che i vaccini sono utili e non causano autismo mi fido, nonostante per me sia impossibile capire se e perché questo è vero.
Noi accettiamo costantemente quello che la comunità scientifica fa arrivare all’uomo comune: non sarei in grado di provare il teorema di Pitagora, ma credo a un matematico che lo enuncia. Non sono un fisico, ma credo a un fisico che mi dice che «E = mc2», se mi trovo in una discussione, mi aspetto che il mio interlocutore mi creda quando dico, ad esempio, che non si può inferire un rapporto causale da una correlazione se non in determinate (quanto difficilmente realizzabili) circostanze.
Avendo una certa esperienza del web e in particolare del mondo dei meme, sono entrato più volte in contatto con persone che, grazie a una sferzante ironia, prendono in giro e minimizzano moltissime questioni che al giorno d’oggi stanno guadagnando importanza negli ambienti progressisti. Se, da una parte, andrebbe capito con una certa urgenza perché questo mondo sia stracolmo di reazionari, d’altro canto è estremamente utile capire se queste idee hanno una qualche base: cosa pensare di chi prende in giro le persone transessuali o non binarie dicendo di identificarsi sessualmente in un elicottero d’assalto?
Fortunatamente, come direbbe l’opinionista di destra Ben Shapiro, ai fatti non importa delle tue opinioni o dei tuoi sentimenti. Il che significa che ciò che ci dice la scienza dev’essere accettato come un dogma, a meno che non si abbiano prove che ciò non sia vero.
Se si presentasse alla comunità scientifica qualcuno con prove che la terra è piatta, rischierebbe il Nobel. Se uno studente di Economia provasse la stessa impresa, sarebbe esposto giustamente al pubblico ludibrio.
Cosa dice la scienza dunque sulla questione del gender? L’OMS definisce chiaramente il genere come qualcosa di potenzialmente slegato dal sesso biologico (che si riferisce alle caratteristiche fisiche e genetiche, come i cromosomi o gli organi sessuali) e pertanto l’identità di genere come qualcosa che una persona percepisce dentro di sé, che può o meno corrispondere con il sesso assegnato alla nascita.
Quindi io da non medico e non psicologo, mi sentirei davvero un cretino a pensare di contraddire ciò che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce. Alla fine, il ragionamento è lineare: non essendo io un esperto di virologia, trovo stupido dubitare dio ciò che dicono gli scienziati senza avere le basi per confutare le loro teorie e, se l’OMS dice che i vaccini non causano autismo, mi fido dell’OMS. Allo stesso modo non sono un esperto di psicologia o psichiatria e trovo stupido dubitare di ciò che dicono gli scienziati senza avere le basi per confutare le loro teorie. Pertanto, se l’OMS dice che il gender è slegato dal sesso alla nascita, ancora una volta mi fido dell’OMS.
I passaggi logici sono pochi e semplici e non vedo in che modo la tua opinione, caro studente di marketing o ingegneria civile, si possa fondare su un tipo di percorso mentale diverso.
Già sento però nella mia testa i rantoli dei no-gender: «Ci sono interessi dietro l’OMS e ciò che dice non può essere preso per vero». Eppure, questo tipo di argomentazione mi suona familiare, l’ho già sentita. Quando? Quando un terrapiattista cercava di convincere il suo intervistatore che l’Australia non esiste.
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