Oggi theWise Magazine ha incontrato Andrea Nuzzo, creatore della pagina Sii come Bill, perché il nostro amico stickman è uscito dal web! È infatti uscito per Mondadori il libro Bill esce dal web. Il romanzo di «Sii come Bill».
Chi è Andrea, il “papà” di Sii come Bill?
«Io sono una persona molto curiosa, sia nella vita quotidiana che sul web. Proprio per questa curiosità, quando avevo diciannove anni, ho creato il progetto Sii come Bill. Ero uno studentello appena uscito dal liceo classico e mi ero iscritto al corso di laurea in Lingue nella società dell’informazione qui a Roma. Non avevo interessi specifici e il progetto di Bill mi ha aperto un mondo nuovo. Ho cominciato a conoscere il potenziale di internet e ho conosciuto molte persone nell’ambito della comunicazione digitale, del marketing e del giornalismo.
Un giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: “Sai cosa? Cambio obiettivo!”. Così mi sono iscritto alla facoltà di Comunicazione digitale a La Sapienza di Roma e mi sono laureato nel marzo 2021. Ho iniziato così la mia avventura, insieme a quest’omino stilizzato che mi è esploso fra le mani. Sono cresciuto tanto, non solo dal punto di vista dello studio e del lavoro, ma anche a livello personale.
Sono sempre stato molto timido e Bill mi aiuta in questo, poiché posso comunicare qualcosa senza “metterci la faccia”. Questa esperienza mi ha aiutato molto. Dopo qualche anno di vignette, sono infatti “uscito” anche io sui social e le persone, piano piano, mi hanno riconosciuto sempre di più».
Perché Bill ha deciso di uscire dal web?
«Bill ha deciso di uscire dal web perché si è reso conto che la sua intelligenza e la sua ironia potevano andare anche fuori dallo schermo. La scelta di ambientare il romanzo all’interno di un condominio ha permesso di inserire Bill in un microcosmo che rappresenta l’intera società odierna. Bill aveva già parlato di questi comportamenti, ma ora si è trovato a viverli!».
A chi è indirizzato questo libro?
«Sinceramente non mi sono posto il problema del target. Quando ho scritto il libro, volevo realizzare qualcosa di estremamente semplice, comprensibile per tutti, ma con dei principi e dei valori che per me sono basilari. Evidentemente non lo sono per tutti, io le chiamo “ovvietà dimenticate”.
Volevo scrivere un libro sul comportarsi in maniera civica, ma in modo leggero e dinamico. A volte anche cinico, per non cadere nel perbenismo esagerato e nel populismo. Il romanzo è stato apprezzato molto dai ragazzi molto giovani, ma anche dai genitori. Secondo me il punto di forza di Sii come Bill risiede nel fatto che sia una delle poche cose apprezzate sia dai giovani che dai più adulti».
Che responsabilità ha Bill quando dice di essere come lui?
«Ha una grandissima responsabilità. Mi viene in mente Spiderman: da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Niente di più vero, soprattutto nell’era dell’informazione e dei social media, in cui con un click riesci a raggiungere in pochissimo tutto il mondo. Ho iniziato a sentire il peso della responsabilità già dai primi mesi di vita della pagina.
Prima di realizzare un post, penso sempre al modo in cui potrebbe essere interpretato. Non bisogna però cadere nella trappola opposta. Quando hai un grande seguito, non andrà mai bene a tutti quello che dici. Ho imparato a gestire la responsabilità del progetto, senza però lasciarmi influenzare dai commenti troppo negativi. Responsabilità sì, ma senza farsi influenzare eccessivamente dai commenti altrui».
Chi è Libb?
«Libb è nato per creare varietà sulla pagina e per affrontare alcune tematiche in modo ancora più pungente e ironico. Come si evince dal nome, Libb è il contrario di Bill, è quello che non deve essere preso come esempio. L’idea mi è stata data da un fan tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, quando la pagina era nata da poche settimane.
A proposito di responsabilità, Libb è chiunque non percepisca la responsabilità che ha nel vivere comune. Libb è quella classica persona che “non conta fino a dieci” prima di dire o fare qualcosa. Impulsivo nel senso negativo del termine. Rappresenta tutti i comportamenti opposti all’intelligenza e alla sensibilità del personaggio di Bill».
Andrea, ma tu riesci sempre a essere come Bill?
«Sii come Bill è una palestra quotidiana, sia dal punto di vista comunicativo che dal punto di vista personale. Essere come Bill è molto difficile. Spesso mi sento dire: “Tu dovresti essere perfetto come Bill!”. Io rispondo che nessuno è perfetto, neanche Bill lo è.
Per me Bill è un “grillo parlante” che mi ricorda come dovrei agire. Spesso mi chiedo: “E Bill cosa farebbe?”. Non sempre sono come lui, ma cerco di esserlo il più possibile».
Quali sono i progetti futuri tuoi e del nostro educatissimo amico?
«Sembra scontato, ma per il momento l’unico obiettivo è portare avanti tutto quello che c’è. Mi sento in colpa a dirlo, ma il 2020 è stato un anno particolare. Per via del lockdown ho ritrovato il tempo per me: mi sono laureato, ho scritto il romanzo ed è nato il magazine. Tutto è andato bene, ma bisogna portarlo avanti nel migliore dei modi.
Il mio desiderio è ampliare la cerchia di Bill. Vogliamo trovare altri personaggi come Bill, quelli che sul magazine chiamiamo un-fluencer. Questo termine è l’unione di unconventional e influencer, ovvero persone che usano i social in modo consapevole e non sponsorizzano solamente prodotti per “influenzare” il proprio seguito».