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NBA draft 2021: chi sono i migliori della classe

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Matteo Cerone

La stagione che ha incoronato i Bucks è finita da poco, ma la Lega non si ferma mai: lo scorso 29 luglio si è tenuto l’annuale draft NBA. I team si sono riuniti al Barclays Center di New York e hanno scelto le (possibili) future star del basket americano. Già in campo per le prime partite di Summer Legue, vediamo insieme le prime tre scelte di un draft ricchissimo di talento.

Leggi anche: Finals NBA 2021: Bucks sul tetto dopo cinquant’anni.

Cade Cunningham

«With the first pick, in 2021 NBA draft, the Detroit Pistons select: Cade Cunningham».
Con queste parole Adam Silver, il commissioner della Lega, annuncia la prima scelta assoluta del draft 2021. Nessuna sorpresa, Cade è acclamato da mesi come la stella più brillante di questa annata. Cunningham stesso si sente così, tanto da aver svolto il classico workout pre-draft solo con i detentori della chiamata principale.

A Detroit non è servito più di tanto per decidere. Alla corte di Dwane Casey viene aggiunto a roster un realizzatore dal talento cristallino, con una fantastica visione di gioco e capace di sfruttare il proprio atletismo sia sotto il canestro avversario sia nel proprio pitturato. In questa direzione sono le sue prime parole da giocatore dei Pistons, nelle quali esprime felicità ed emozione.

Esprime, anche e soprattutto, la voglia di riportare in città il gioco duro dei Bad Boys, artefici delle fortune passate di Detroit. Un serio candidato per il titolo di ROTY, pronto a conquistare la Lega. Sicuro di poter lasciare il segno molto più di quanto farà Russell Westbrook a LA.

Leggi anche: Mister tripla doppia: Russell Westbrook.

Le prime parole di Cade Cunningham dopo il Draft NBA: «Detroit ha già conosciuto la grandezza e io voglio riportarcela».

Jalen Green

Houston, dopo un’annata iniziata con la dipartita di Harden e finita anche peggio, riesce a riportare un po’ di entusiasmo in Texas. Pescando quello che è il migliore dei realizzatori tra i rookie, si porta a casa un talento purissimo dal futuro assicurato: Jalen Green.

Allo sconfinato talento offensivo, Green aggiunge un ottimo palleggio che spesso lo porta a crearsi il tiro dal nulla. Tiro che effettua con una tecnica e una pulizia d’esecuzione invidiabili per i suoi soli diciannove anni.
La sua scelta di non passare dal college ma dalla G-League gli ha, infatti, permesso di allenarsi e crescere molto più a contatto il basket “maggiore”, arrivando così fisicamente e mentalmente più pronto per il successivo passo della sua carriera.


Sarebbe potuto essere l’unico vero ostacolo tra Cunningham e la prima chiamata al Draft NBA. Da molti infatti era dato come possibile prima scelta, se non fosse stato per il difetto di volere un po’ troppo la palla in mano e considerare poco i compagni. Aspetto decisamente da limare per poter arrivare a essere uno dei grandi della Lega.

Questo a Jalen non è andato giù, e ci ha tenuto a sottolinearlo alla prima occasione utile: l’incontro in Summer League tra Pistrons e Rockets, finito con la vittoria dei texani soprattutto grazie ai venticinque punti, cinque rimbalzi e tre assist della nuova stellina di Houston.

«Ho molto da dimostrare. Credevo di meritare la prima scelta» ha dichiarato dopo il primo incontro in campo contro Cunningham.

Evan Mobley

In un notte dominata da guardie ed esterni, Evan è l’unico centro nella top-15 al Draft NBA.

Nettamente il migliore della sua annata nel suo ruolo, Evan Mobley arriva a Cleveland per rinforzare il nucleo, già ben fornito, di giovani promettenti.

Capace di dominare fisicamente, il prodotto di USC è un atleta di altissimo livello. Già una sicurezza a protezione del proprio ferro, Mobley è costante macchina da stoppate con il vizio del pick&roll, capace di sostenere ritmi di gioco molto alti.

La sua vera pecca è il tiro: appena decente ai liberi e decisamente poco affidabile dall’arco, caratteristica essenziale anche per i centri moderni, forse proprio per questo scivola fuori dalla top-2. Di tempo per migliorare ne ha però moltissimo e, se dovesse crescere anche in quel fondamentale, potrebbe diventare una bocca da fuoco inarrestabile offensivamente, quanto determinante difensivamente.

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Matteo Cerone

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