È difficile, oggi, immaginare concerti nei palazzetti a piena capienza. In Italia le immagini di giovani (e non) sotto il palco, senza distanziamenti o mascherine, sono solo un lontano ricordo. Mentre il resto del mondo, dalla vicina Francia alla lontana Australia, ha ripreso gli eventi dal vivo, il panorama musicale italiano è in completo stallo. Nuovi chiarimenti e, probabilmente, direttive arriveranno solo il 30 settembre, quando il governo si esprimerà in merito alla possibilità di abolire il distanziamento sociale. Troppo tardi per gli artisti che hanno annunciato appuntamenti per la stagione autunnale e invernale. Tardi per i fan che hanno prenotato treni, aerei e hotel per poter partecipare agli eventi. Tardi per un settore che è fermo da mesi e in balia di una forte crisi economica e lavorativa.
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La campagna di Cosmo
Negli ultimi giorni è stato Cosmo, cantautore e produttore, a riaccendere le luci sulla questione concerti. Tutto è iniziato con l’annuncio di tre date live programmate per l’inizio di ottobre 2021 a Bologna. La prima festa dell’amore, questo il nome dell’evento, avrebbe dovuto portare migliaia di persone a Bologna per il primo evento italiano senza distanziamento sociale, ma con green pass. Il 20 settembre l’evento è stato annullato. In queste settimane di preparazione, Cosmo si è fatto portavoce del settore, rivolgendosi direttamente ai politici per chiedere che lo strumento del green pass possa essere utilizzato per tornare alla normalità.
In una lettera indirizzata a Bonaccini e Schlein [Presidente e Vicepresidente della regione Emilia-Romagna, N.d.R], Cosmo scrive: «Il nostro settore, quello della musica dal vivo, dei concerti e delle serate nei club, può ripartire seriamente solo in un modo (prima che l’emergenza venga dichiarata ufficialmente superata, intendo): utilizzando il Green Pass come un’opportunità per tornare alla normalità. Tampone o vaccino (o guarigione) che sia, mi sembrava ovvio che con circa il 70% della popolazione vaccinata e l’allentamento della pressione sulle strutture sanitarie si potesse estendere l’uso del pass a tutte le attività».
Cosmo ha nominato anche i giovani, una categoria dimenticata, inserita solo nelle diatribe politiche-scolastiche di cui molti di loro non fanno più parte. Si chiede, tra le altre cose, aggregazione e socialità «senza lo stigma dell’irresponsabilità o dell’untore». D’altronde è da mesi che i quotidiani nazionali dipingono la movida e l’assembramento dei giovani come uno dei centri focali della pandemia.
La risposta da parte dei politici non ha tardato ad arrivare, con Bonaccini e Schelin schierati con Cosmo nella speranza di poter ripartire al più presto. Il governo, però, non sembra d’accordo e si dovrà aspettare ancora un po’ di tempo prima di avere delle risposte.
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Un continuo scontro tra artisti e politici su concerti e green pass
Ma non è solo Cosmo a chiedere chiarezza, e non sono solo Bonaccini e Schlein a rispondere. Sono molti gli artisti che da mesi si battono per avere chiarezza e certezze. Da Francesca Michelin a Motta, molti artisti hanno espresso disappunto per le immagini dei comizi politici in piazza, svolti senza alcun distanziamento o controllo.
Sin da subito al fronte della battaglia per gli artisti e i lavoratori dello spettacolo, anche Fedez ha espresso il suo parere, ottenendo una video-risposta dall’ex premier Giuseppe Conte.
Anche Conte si è espresso a favore della ripartenza degli eventi dal vivo, ritenendo necessaria e fondamentale che il governo approvi l’apertura del settore al cento per cento.
In bilico tra legalità e illegalità
Nel frattempo, però, il mondo va avanti. I concerti esistono, si fanno a poche ore di distanza da noi. In Italia gli assembramenti, i balli e la musica continuano a esserci, illegalmente. Recentemente ha creato polemica il concerto a sorpresa di Salmo in Sardegna, ma siamo consapevoli che anche migliaia di locali e discoteche hanno aperto le loro porte e permesso di ballare illegalmente.
Viene spontaneo, quindi, chiedersi quando il governo deciderà di esporsi su queste questioni, che non sono affatto secondarie. Ci saranno sempre altri problemi, più urgenti, più importanti o più seri, ma il settore della cultura e degli eventi dal vivo non può essere dimenticato. In bilico ci sono migliaia di lavoratori che, tra le altre cose, lamentano la mancanza di sussidi.
Con malumori e disappunti di artisti e lavoratori che continueranno a crescere fino alle decisioni del 30 settembre, ormai non resta che aspettare.
Gli artisti sono pronti, noi siamo pronti. Ripartiamo?