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Spettacolo dal vivo: nuovi cambiamenti e tanto spirito d’adattamento

Published by
Alessia Zannoni

Fissata a lunedì 11 ottobre 2021 la nuova data di svolta per il settore dello spettacolo dal vivo. L’ennesimo cambiamento, che riporta però teatri, cinema e arene per eventi sportivi alla capienza originale. Da lunedì quindi le platee e gli spalti potranno di nuovo riempirsi al cento per cento. Per quanto la notizia possa sembrare una boccata d’aria fresca per il settore, ci sono tuttavia  alcune criticità da tenere in considerazione.

Le nuove norme per lo spettacolo dal vivo

Nuove norme in arrivo per lo spettacolo dal vivo in zona bianca. Nele sale teatrali, da concerto, cinematografiche e in generale nei locali di intrattenimento dal vivo la capienza viene ristabilita al cento per cento. Rimane l’obbligo di certificazione verde per accedere ai locali. Si tratta di una decisione non pienamente in linea con le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, che suggeriva di portare la capienza a un ottanta per cento. Una decisione che il Consiglio dei Ministri ha preso sull’onda dei riscontri positivi sulle vaccinazioni e sull’efficacia del Green Pass. Sembra, insomma, che gli appelli del ministro Franceschini siano stati finalmente ascoltati.

Tuttavia, per quanto si tratti di una boccata d’ossigeno per un settore che ha subito a lungo restrizioni ferree, il tempismo dell’annuncio non gioca totalmente a favore degli enti che operano nel settore. Annunciare un cambiamento del genere a ottobre significa chiedere ai teatri un cambiamento di rotta sostanziale con le stagioni in partenza o, a volte, già avviate. Molti teatri all’italiana hanno dato la possibilità ai propri abbonati di affittare i palchi per la stagione con una capienza di due, tre persone. Adesso questa aumenta drasticamente, i posti sarebbero nuovamente disponibili, ma lo spazio rimane ceduto agli abbonati a volte fino alla conclusione della stagione, quindi fino a maggio 2022.

L’incertezza per chi organizza concerti

Anche i concerti vanno a inserirsi in un’area grigia. Se per le sale da concerto la capienza torna al cento per cento, così come per quei concerti che si svolgeranno a teatro, rimangono dubbi sulle altre modalità. L’ipotesi degli spettacoli nei palazzetti dello sport appare altamente infattibile al momento per via dei costi troppo alti a fronte di una capienza – e quindi una possibilità di incasso – troppo bassa. Per quanto riguarda invece i live club, le attività si trovano a un bivio: sedute sul floor o cinquanta per cento come le discoteche?

Leggi anche: Il futuro dei live club: theWise incontra L’ultimo concerto.

Mettere le sedute nel parterre vorrebbe dire staccare decisamente pochi biglietti per quei live club che vivono di artisti emergenti, un numero che risulterebbe decisamente inferiore a quel cinquanta per cento previsto per le discoteche al chiuso. Eppure, nonostante tra un concerto dal vivo e un dj set possa non correre molta differenza a livello di fruizione, questo tipo di spettacolo dal vivo sembra rientrare nella prima casistica. 

Dopo mesi di restrizioni e tentativi di innovazione, lo spiraglio per il settore dello spettacolo dal vivo sembra finalmente essersi aperto. Non deve però stupire che gli operatori stiano faticando a vedere il bicchiere mezzo vuoto al momento. Nonostante i passi avanti, i dubbi rimangono tanti e le realtà più piccole faticano a restare al passo.

Mesi di innovazione

Se le norme rimangono in parte nebulose, una certezza lo spettacolo dal vivo riesce a darcela: la capacità di innovazione. Se la situazione pandemica ha fatto emergere le debolezze del settore, ha anche valorizzato lo spirito di adattamento dei proprio operatori.  Questa probabilmente potrà essere la chiave per proporre al pubblico un nuovo paradigma di cultura, là dove questo può essere più partecipe. Perché se è vero che il pubblico è parte integrante della costruzione di uno spettacolo, allora occorre che ne sia quanto più consapevole.

Il fulcro principale della XVII Edizione di Lubec – Lucca Beni Culturali – è stata proprio la discussione sulla filiera che unisce cultura e innovazione. Tra le varie istituzioni culturali che hanno partecipato, anche molti enti dello spettacolo dal vivo, che proprio in questo senso avevano risposto alla pandemia. La digitalizzazione rimane uno snodo fondamentale, ma si sente anche la necessità di formare il pubblico, dando importanza e rilievo ai ragazzi. Questi giovani colpiti dalla situazione creata dall’emergenza, infatti, saranno i cittadini di domani. Per questo occorre educarli fin da subito all’importanza della cultura, riportandola al centro della vita dei cittadini. E se il digitale ha aiutato a mantenere un ponte tra loro e lo spettacolo dal vivo, adesso è il momento di costruire nuovi paradigmi.

Lo spettacolo dal vivo per le generazioni future

Sempre in Toscana, è stata realizzata in questi ultimi mesi un’indagine sul teatro ragazzi dal Teatro Metastasio di Prato, ideata da Giallo Mare Minimal Teatro e Altre Velocità. Il progetto prende il nome di Arcipelago Teatro Ragazzi e nasce dall’esigenza di mappare e comprendere le dinamiche dello spettacolo offerto ai giovani all’interno della regione. Per quanto elementi come bonus 18app possano aiutare il settore, rimangono strumenti tardivi. Ben più importante sarebbe infatti accompagnare fin dall’infanzia i bambini alla scoperta di questo mondo. Da qua l’importanza di fare ricerca e valorizzare quello che diverrà il pubblico di domani, approfittando anche delle possibilità offerte dal recovery fund.

Per quanto la situazione rimanga ancora nebulosa e sostanzialmente densa di interrogativi, qualcosa si sta muovendo. Le platee tornano a popolarsi e i palchi a essere calcati. Il recente passato ha mostrato in tutta la loro interezza i limiti che il settore ha dovuto sopportare, ora è il momento di affrontarli. Forse per la prima volta da quando il digitale ha preso campo nelle nostre vite, lo spettacolo dal vivo sta tornando a far parlare di sé. Nel bisogno di condivisione nato dall’emergenza, questo settore ha forte attrattiva col suo spiccato coinvolgimento del pubblico nel processo creativo. Ora non resta che capire come costruire con un occhio al futuro, con la speranza che questo spiraglio possa aprirsi sempre di più.

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Alessia Zannoni

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