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Spettacolo

Jólabókaflód, prepararsi a una piena di libri

Published by
Valentina Calissano

Jólabókaflód: un termine islandese a un primo sguardo difficile da pronunciare, ma sempre più familiare ai lettori irriducibili. Ormai da diversi anni molti aspettano il periodo invernale per essere inondati alla lettera da una piena di libri.

Ma cosa si nasconde dietro queste sillabe dai plurimi accenti?
Parole sconosciute, un freddo pungente e tradizioni scandinave si fondono e si confondono tra ciò che è vero e ciò che è spettacolo. Così l’espressione islandese perde il suo autentico significato, rimanendo tra la leggenda e una mezza verità.

Paesaggio islandese

Jólabókaflód: una definizione per la piena di libri

Jólabókaflód, da pronunciarsi yolabokaflot, è un termine islandese composto dalle tre parole Jóla, bóka e flód. La prima fa riferimento al Natale, ovvero Jol, la seconda sta a significare libri e la terza vuol dire inondazione, alluvione. Dall’unione dei tre elementi deriva una sola grande parola che annuncia l’inondazione di libri a Natale, un fenomeno annuale che ha preso piede lo scorso secolo ed è diventato una vera e propria tradizione in Islanda.

L’amore per i libri però porta con sè il rischio di trasformare le tradizioni in una fantasia romantica di cosa sia la letteratura in Islanda.
Infatti nel corso degli anni, in Italia come in altri paesi, l’originale fenomeno islandese è stato rivisitato e in alcuni casi stravolto, fino a mostrare il nord della Scandinavia come un luogo mitico in cui la notte di Natale si mangia cioccolato e si leggono libri a più non posso.
È necessario dunque risalire alle origini della tradizione e definirne un quadro complessivo più realistico e meno fiabesco.

Tutto inizia durante la Seconda Guerra Mondiale. A causa del conflitto, in Islanda i costi di importazione sono molto alti per buona parte della merce, ad eccezione di un materiale: la carta. Così gli editori iniziano a stampare sempre più libri. La risposta del pubblico è immediata. Gli islandesi trovano l’idea perfetta per Natale. Il costo dei libri è più basso rispetto ad altri oggetti e ben presto il libro si attesta nel mercato dei regali.

Dunque molti editori iniziano a pubblicare proprio a partire da Novembre e si arriva a realizzare un catalogo esclusivamente dedicato alle uscite editoriali in islandese.
Questa rivista natalizia è il fulcro del Jólabókaflód, che si riferisce proprio alla pubblicazione massiccia di volumi di ogni sorta in Islanda durante gli ultimi due o tre mesi dell’anno, in vista del Natale.

La panchina del poeta Tómas Guðmundsson

La tradizione del Jólabókaflód, o piena di libri

Dunque la tradizione consiste nella pubblicazione di un gran numero di libri di vario genere. Inoltre, molto spesso vengono suddivisi anche per formato editoriale, con copertina rigida o flessibile a seconda che si tratti di un regalo per qualcun’altro o per se stessi.

Ad anticipare e rendere possibile questa piena di libri che è il Jólabókaflód, c’è l’uscita del catalogo nel quale gli islandesi possono trovare idee per i regali di Natale. È il cosiddetto Bókatíðindi, che si pronuncia bókatímarit, cioè Rivista di libri. Per molti islandesi questo è il segnale che annuncia l’arrivo del Natale. L’ultima fase del fenomeno avverrà la notte del 24 dicembre, quando familiari e amici si scambieranno i libri. Potranno scegliere di immergersi subito nella lettura o di limitarsi ad ammirare le copertine e rimandare l’esplorazione del libro a un altro momento.

Così la tradizione del Jólabókaflód parte dalla pubblicazione della rivista di libri a novembre e poi prosegue con l’acquisto di libri nei mesi successivi.
Altre immagini romantiche e rivisitate di tale fenomeno possono dunque rientrare solo in una visione ideale dell’Islanda.

Leggi anche: Il Covid nella terra del Ghiaccio e del Fuoco | theWise incontra Roberto Luigi Pagani – Un italiano in Islanda.

Una riflessione sulla lettura in Islanda

Tuttavia, è interessante notare che per gli islandesi il libro rimane, ormai da un secolo, un’ottima idea regalo per Natale. Questo dovrà pur significare che in Islanda si legge e anche parecchio. I dati statistici non smentiscono questa tendenza, anzi, per due anni di fila l’Islanda si attesta come un paese di grandi lettori.

Infatti, l’Icelandic Literature Center già nel 2019 dichiarava che in Islanda si leggono in media 2,3 libri al mese, il che significa che la media annuale supera i 27 libri a persona. Due anni dopo, nel 2021, gli islandesi rimangono dei divoratori di libri e la media viene confermata. Ci sono oscillazioni in merito al genere e all’età dei lettori, ma rimane considerevole il dato relativo alla quantità di libri regalati: nel 2021 il 68 per cento della popolazione ha regalato uno o più libri.

Ma oltre alla quantità di lettori è bene tener conto della quantità di libri che vengono pubblicati. In questo senso il fenomeno del Jólabókaflód la dice lunga. Nonostante il Covid-19 abbia causato un calo delle vendite nelle librerie fisiche nel 2020, la piena di libri dello scorso anno ha rappresentato un fenomeno di vasta portata, come viene dichiarato anche sul Reykjavik Grapevine.

Vista sulla città di Reykjavik

Islanda e Italia a confronto

La domanda sorge spontanea. In Italia che valore ha la lettura?Naturalmente la storia dell’Italia è molto diversa da quella dell’Islanda e non esiste una tradizione nazionale dedicata alla pubblicazione e all’acquisto di libri per Natale. Dunque risulta complicato e forse eccessivo stabilire un termine di paragone tra i due paesi.

Tuttavia è interessante evidenziare cosa rappresenta il libro per gli italiani e qual è l’andamento dell’editoria ad oggi in Italia.
Facendo un passo indietro, l’Istat ha rilevato che tra il 2013 e il 2019 c’è stato un calo nel numero di lettori. Questo dato è stato confermato a maggio del 2021, in occasione del Salone del libro di Torino.
In tale contesto infatti è emerso che la percentuale di italiani che leggono è del 56 per cento della popolazione e che c’è una piccola fetta di lettori che legge ancora più di prima.

In Italia in effetti una piccola parte della popolazione rientra nella definizione di lettore forte, quella persona che legge molto e costantemente nel tempo. Questi individui nell’arco di dodici mesi hanno aumentato la quantità di libri letti, passando da 14 a 17 libri in un anno.
Confrontando però questo dato con il corrispettivo islandese si nota il divario che c’è tra la penisola mediterranea e l’isola scandinava. Non è un caso che in occasione del Salone del Libro di Torino il presidente dell’Associazione Italiana Editori Franco Levi abbia parlato di «emergenza nazionale» in riferimento alla lettura in Italia. Insomma, gli italiani leggono, ma molto poco e in pochi. E questo soprattutto a causa delle differenze geografiche, anagrafiche, di genere e di reddito.

Leggi anche: Digital storytelling: progettare storie interattive

Differenze tra lettori e pubblicazioni

Un dato più rassicurante riguarda invece il quantitativo di libri pubblicati e acquistati durante l’ultimo anno. Secondo quanto riportato da Ansa.it, le vendite del libro sono incrementate del 25 per cento, escludendo ancora gli acquisti di dicembre e del periodo natalizio. Questo ultimo mese dovrebbe arricchire il mercato di un ulteriore 12,6-16,3 per cento per i generi del romanzo, dei saggi e del fumetto.

Sta salendo anche il numero di pubblicazioni in Italia. Dopo la flessione del 2020 i libri pubblicati salgono del 10 per cento. Un altro dato che fa ben sperare nell’aumento delle vendite e nella conseguente maggiore circolazione del libro.

Libri in piena, la tradizione del Jólabókaflód come spunto

Vendite in salita, pubblicazioni in crescita, lettori forti comunque presenti. Questi sono tre elementi che possono stimolare una maggiore importanza del libro in Italia. La tradizione del Jólabókaflód può dunque lasciare da parte l’apparenza di una stravagante mania di regalare libri per Natale e diventare invece un interessante spunto per tutti gli amanti della letteratura e della cultura in generale. L’Italia e l’Islanda sono Paesi molto differenti tra loro in termini storici, geografici e politici, ma nulla vieta di ispirarsi ai buoni esempi. Permettere alla lettura di espandersi è possibile in primo luogo tramite un mezzo: il libro, di qualunque genere o formato esso sia. E regalarlo, prestarlo e leggerlo sono i passi fondamentali per far circolare la cultura in maniera sempre più capillare.

La lettura è un veicolo per la cultura e per la crescita personale di ciascun individuo. E ora, grazie a questa piccola definizione di Jólabókaflód, ogni appassionato di libri potrà trovare una buona scusa per leggere e far leggere ancora più di prima.

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Valentina Calissano

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