Nonostante all’avvento di ogni festività, quantomeno negli ultimi anni, il Governo si appresti a emanare nuove restrizioni al fine di salvaguardare il futuro (o, almeno, questo è lo slogan a cui ormai siamo tristemente abituati) le ondate dei contagi connessi all’epidemia da Covid-19 sembrano sempre in vantaggio. Negli ultimi giorni, infatti, i contagi in Italia sono in continua crescita arrivando, ieri, a superare i quarantamila nuovi casi in una sola giornata con un tasso di positività del 4,9 per cento. Complice, da un lato, la quarta ondata che sta travolgendo l’intera Europa e, dall’altro, le temperature invernali che favoriscono il proliferare del virus, ci troviamo di fonte, per l’ennesima volta, a una stretta di Natale con lo scopo, appunto, di limitare i contagi durante le festività natalizie.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dall’incombere della nuova variante Omicron che, seppur meno aggressiva, ha dimostrato di essere più trasmissibile diventando prevalente, in alcuni Paesi, in pochissimi giorni. In questo periodo di festività poi, come noto, si accavallano cenoni, pranzi, visite ad amici e parenti, rientri a casa e vacanze tutte cose, queste, che mal si conciliano con una pandemia favorita, per l’appunto, proprio dagli spostamenti e dai contatti interpersonali.
A tutto quanto fin qui analizzato si sommano ulteriori problematiche di non poco conto: una parte di popolazione ancora ostica al vaccino, l’abitudine al virus che comporta una minor attenzione alle regole di sicurezza e, da ultimo, la confusione generata dallo stesso Governo in un susseguirsi di provvedimenti differenziati sia per zone di rischio, sia per l’essere o meno in possesso del cosiddetto super Greenpass. Con riferimento ai primi due aspetti, occorrerebbe una trattazione dedicata che, tuttavia, esula dal contenuto del presente articolo.
Con riguardo, invece, alla confusione a cui il legislatore concorre costantemente a determinare, si proverà a far luce con il presente articolo. Il susseguirsi di provvedimenti legislativi, dall’inizio della pandemia a oggi, ha portato a una regolamentazione della materia frammentaria. A una differenziazione a livello territoriale, data dalla distinzione delle zone in differenti colori, e a una di tipo soggettivo, che distingue, invece, l’avere o meno il Greenpass sia esso da vaccino o da tampone, si aggiungono, ora, ulteriori restrizioni.
Nuove restrizioni per il Natale: le mascherine
L’uso delle mascherine è stato il primo strumento adottato alla comparsa dei primi contagi da Sars-Cov-2 in Italia. L’introduzione delle mascherine, accompagnata da un’iniziale frenesia all’acquisto, con commercianti-affaristi che proponevano maschere usa e getta a prezzi esorbitanti, si è evoluta nel tempo passando dall’uso della semplice stoffa fino alle asettiche, ma ben più efficaci, mascherine chirurgiche con qualche sporadico accenno alle Ffp2 ed Ffp3.
Il legislatore, ora, si adegua a quella che già da molto tempo è la scelta di molti Paesi europei: rendere obbligatorio l’utilizzo della mascherina Ffp2 in determinate situazioni. In particolare, è ora obbligatorio l’utilizzo di tale mascherina all’interno dei cinema e dei teatri, negli eventi sportivi e sui mezzi di trasporto. Per facilitare la diffusione di tale tipo di mascherina ed evitare abusi da parte dei commercianti è prevista l’introduzione di prezzi calmierati. Viene poi esteso a tutta Italia l’obbligo di mascherina all’aperto, prima previsto solo in zona gialla.
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Green pass
Ormai è noto a tutti il sistema del Green pass: a seguito di vaccino o di tampone, al privato viene rilasciato un Qr Code identificativo. A questo, più di recente, si è affiancata l’introduzione del Super Green pass dedicato ai soli vaccinati e che, in poche parole, consente ai suoi detentori alcune attività non permesse a chi è in possesso del Green pass “semplice” o, anche, da chi non ha nemmeno quello, nelle zone arancioni e rosse. Il sistema del Green pass, come qualsiasi provvedimento di tipo restrittivo del resto, non è stato esente da critiche, alcune delle quali, peraltro, fondate.
Al di là di chi ritiene che questo sia un sistema diretto a un controllo della vita privata, c’è da dire che il possesso del pass comporta un venir meno della necessità di sottoporsi al tampone per il lungo periodo, almeno per chi possiede il Green pass da vaccino, di 9 mesi. Non solo, fino al recente intervento del legislatore di pochi giorni fa, il Green pass manteneva il proprio valore anche se un soggetto in suo possesso si fosse successivamente contagiato. Tale ultima situazione, in realtà, è emersa solo in un secondo momento appurato che gli stessi vaccinati, seppur in maniera più lieve, possono essere contagiati.
Sotto tale aspetto l’intervento introdotto dal Governo era già emerso nella mattinata e consiste in una duplice azione. La prima di queste è che la durata della validità del Green pass, dal 1 febbraio 2022 viene ridotta a sei mesi, contro i nove mesi precedenti, data la progressiva perdita di efficacia nel tempo del vaccino. Per far fronte alle nuove tempistiche è prevista la possibilità di anticipare la terza dose, il così detto booster, dopo quattro mesi dalla seconda.
Discoteche, bar e feste all’aperto
Dopo il primo lockdown, con la graduale riapertura delle attività commerciali, è emerso come alcune attività siano state molto colpite dalla chiusura. Fra queste rientrano le discoteche, le feste all’aperto, bar e ristoranti. La scelta, anche in questo caso, è giustificata dalle modalità di trasmissione del virus e dallo stretto contatto fra le persone in questi particolari luoghi o eventi e non certo per una particolare avversione del Governo agli eventi mondani.
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Ancora una volta, la scelta è stata quella di limitare tali situazioni di particolare pericolo anche in riferimento alla difficoltà di applicare e vigilare sul rispetto delle regole di sicurezza basilari come il distanziamento e l’uso della mascherina, nonché alla possibilità che soggetti positivi, seppur in possesso di Greenpass, possano diffondere il virus. Il limite imposto è il più stringente possibile e si traduce nella chiusura delle discoteche e nella sospensione delle feste all’aperto ed eventi fino al 31 gennaio 2022. Per quanto riguarda bar e ristoranti, viene esteso l’obbligo di vaccinazione anche per le consumazioni al banco e ciò fino alla fine dello stato di emergenza.
Non viene invece toccato il settore scuole nonostante, alla vigilia del tanto atteso decreto, si ipotizzava un prolungamento delle vacanze o il ritorno alla didattica a distanza. Tuttavia appare evidente, a questo punto, che i nuovi provvedimenti da parte del Governo non siano più orientati alla salvaguardia di singolo evento, un po’ come avveniva a inizio pandemia con lo storico slogan «chiudiamo oggi per un Natale insieme» ma a evitare conseguenze ben più gravi come un nuovo lockdown generalizzato cosa che, in realtà, già sta avvenendo in diversi Paesi del mondo.
A due anni dall’inizio della pandemia, purtroppo, le frasi a effetto non fanno più presa sul patriottismo del singolo che, da partecipe attivo alla salvaguardia nazionale, si sente ora vittima bistrattata dall’ennesimo divieto calato dall’alto. In ogni caso, nonostante sia abusato dirlo, occorre mantenere ancora una volta l’attenzione alta, soprattutto in questo periodo, e ciò non solo per la paura di possibili sanzioni, diversamente la situazione non potrà mai evolvere in meglio. Rifugiarsi dietro una fantomatica “presa di coscienza delle masse”, in un senso o nell’altro, potrebbe ora non bastare a uscire da questo tempo di pandemia.