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Spettacolo

Colte, istruite, ambiziose: ecco chi sono le ragazze di OnlyFans

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Giulia Zennaro

Dovreste essere degli alieni o esservi appena svegliati da un coma iniziato nel 2010 per non sapere che cos’è OnlyFans, il social network con paywall più famoso e discusso del mondo. Famoso perché, ormai, a non possedere un account come creator sono rimasti solo quelli che pagano per seguire i loro profili preferiti. Discusso perché su OnlyFans si fa largo utilizzo della pornografia.

Nato come piattaforma per consentire ai creatori digitali di formarsi un seguito condividendo contenuti attraverso differenti fasce di abbonamento, OnlyFans è diventato una piazza virtuale dell’erotismo dove domanda e offerta si rincorrono e i creator sono sottoposti a una pressione sempre più alta per rimanere competitivi. A questo si sono aggiunti i numerosi spauracchi di chiusura, l’ultimo dei quali risale a pochi mesi fa: su pressione di investitori e partner bancari, la piattaforma aveva annunciato che avrebbe bloccato i contenuti espliciti a partire dallo scorso ottobre.

Nel giro di pochi giorni, però, il dietrofront: OnlyFans continuerà a rimanere un’oasi in cui postare video, foto e messaggi di natura sessuale dietro compenso economico non sarà mai un tabù. Anche perché, diciamocelo: se da Internet togliessero la pornografia rimarrebbe un unico sito, www.ridateciiporno.it.

Leggi anche: Donne tutte puttane: dal revenge porn alla maschilità.

OnlyFans potrebbe morire domani, per ragioni diverse dalla finta pudicizia di Visa e Mastercard, tra i più agguerriti censori della piattaforma: un’altra realtà prenderebbe il suo posto a una velocità tale da fargli girare la testa. Il sex working, del resto, è considerato il lavoro più vecchio del mondo proprio perché non morirà mai, almeno finché l’essere umano avrà impulsi sessuali; ma anche fino a quando perdureranno logiche di capitalismo, sfruttamento e maschilismo strisciante.

Perché se è vero che del proprio corpo, passati i diciotto anni, si può disporre come meglio si crede, anche mettendolo in vendita, è altrettanto vero che le motivazioni che spingono molte ragazze ad aprirsi un profilo su Only Fans sono del tutto economiche.

A.M. ha aperto il suo canale OnlyFans a febbraio 2020, a un passo dal lockdown che avrebbe paralizzato tutta Italia: «Sono una modella e performer e appena ho avuto il sentore che per diversi mesi non avrei potuto lavorare ho aperto il mio canale. Lo considero il mio secondo lavoro: al momento ho cento iscritti». L.B. ha un account OnlyFans da maggio 2021: «Prima usavo Patreon, l’Only Fans ante litteram e dal 2015 sono una Suicide Girl [il sito di softcore con modelle “alternative”, N.d.R.] e poso in fotoset espliciti».

Fanny ha aperto la sua pagina a dicembre 2020: «Ho fatto questa scelta un po’ cavalcando la tendenza, un po’ perché molti utenti me lo consigliavano. Ho deciso di provare e sono molto soddisfatta. Ora ho circa 120 iscritti». L’aspetto amatoriale, per quanto non possa prescindere dalla qualità, è quello che ha reso accessibile a tutti la possibilità di guadagno che OF rappresenta: «La “moda” del porno da anni sta virando verso l’amatoriale e OnlyFans, grazie a ciò, ha sbancato», riflette Fanny.

Pagando un abbonamento mensile gli iscritti possono accedere a contenuti esclusivi e, in alcuni casi, personalizzati. «Gli iscritti al mio canale, pagando 8,99 dollari al mese, ricevono foto e video meta art con pose open leg. Possono anche chattare e tenersi in contatto con me e sbloccare contenuti personalizzati a pagamento. Al momento grazie a OnlyFans guadagno circa mille dollari al mese, ottocento euro, a volte qualcosa in più e non ci dedico più di una, due ore massimo al giorno», spiega A.M..

Come ogni lavoro che ha a che fare con i social, c’è bisogno di costanza e impegno per vedere i risultati: «Non è la mia occupazione principale ma ho il mio bel da fare. Tutto funziona e fattura se c’è coinvolgimento e fidelizzazione. Posso anche pensare di organizzare e programmare i miei post a inizio settimana e impostare tutto automaticamente: semplice, no? No. Perché devi starci dietro, rispondere ai commenti, avere un rapporto con il tuo seguito e tutto questo richiede tempo», spiega Fanny.

L.B, invece, preferisce limitare le interazioni private: «Nel mio caso puoi vedere fotografie di nudo, sia professionali che amatoriali. Non uso messaggi privati, contenuti personalizzati né video: la fotografia mi piace e mi fa sentire a mio agio e OnlyFans mi va benissimo come piattaforma in cui postare contenuti di cui ho il controllo senza interazioni dirette, ma sono ben decisa a non superare i miei limiti».

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Bella Thorne, ex “ragazza Disney”, ballerina, cantante e creator su OnlyFans. GQItalia.

La questione del superamento del limite personale è delicata: se da una parte la tentazione di cedere e abbattere i propri personali tabù in virtù del guadagno è forte, dall’altra prevale una “legge morale” che indirizza il lavoro delle creator. Nell’eterna battaglia tra i nostri personali limiti e il giudizio altrui si posiziona l’altra spinosa questione della famiglia, degli amici e del partner: come dire a chi ci sta vicino «poso nuda per soldi?».

L.B. è a suo agio con la sua scelta, ma il confronto con la famiglia si fa sentire: «I miei amici e la persona con cui ho una relazione sentimentale sanno quello che faccio, con la mia famiglia sono più riservata, come lo sono per qualsiasi altra questione riguardante la mia vita. In ogni caso non ho problemi a parlarne e non ho mai avuto grosse difficoltà legate alla scelta di lavorare con la mia immagine».

Più legata all’opinione altrui è A.M.: «Solo il mio compagno sa che genere di contenuti metto su OnlyFans. Amici e genitori mi seguono, anche su Instagram, e sanno che poso nuda, ma non so quanto siano davvero consapevoli della natura del mio secondo lavoro. Sono ancora molto legata al giudizio altrui: non è importante quello che pensa di me chi non mi conosce quando so di avere i miei affetti dalla mia parte».

Fanny ha scelto la massima trasparenza con famiglia e amici: «Tutti i miei famigliari e amici sanno perfettamente di che cosa mi occupo, mi sostengono e non hanno mai giudicato la mia scelta. Sono stata molto fortunata».

Per sua natura, una piattaforma come OnlyFans, che rende molto facile guadagnare belle somme mettendosi a nudo, può spingere a oltrepassare il limite. «Non sempre sono contenta di quello che faccio – ammette A.M. – perché OnlyFans ti porta a spingerti oltre i limiti che tu stessa ti poni in funzione del guadagno. Cerco di rispondere con la mia morale, riconoscendo che è un meccanismo tossico». «Chi è particolarmente sensibile non dovrebbe aprirsi un profilo OnlyFans – consiglia L.B. – perché come molti members della community sono rispettosi e gentili, ce ne sono altri di maleducati e cafoni».

Mettersi – letteralmente – a nudo su una piattaforma a pagamento dietro compenso economico svilisce il corpo della donna? Secondo A.M., no. «I contenuti che metto su OnlyFans rendono il mio corpo oggetto di pensieri e atti erotici. Sono materiale da masturbazione, per essere chiari: ma non ci trovo niente di male. La pornografia, se consensuale, è intrattenimento».

Fanny sull’argomento è lapidaria: «Una donna ha il diritto di oggettificarsi quanto cacchio le pare. Da sociologa domando: quanto è socialmente imposto come libertà vera? Non mi ritengo femminista, preferisco definirmi antifascista e simili. A chi perde tempo a chiedersi se OF è un rischio per il femminismo suggerirei di investire le proprie energie nella guerra tra poveri fomentata dai ricchi».

Leggi anche: La violenza di genere e il femminismo intersezionale.

Lucas Peracchi, tronista e creator OnlyFans. Biccy.it.

Per L.B. ognuno stabilisce la propria soglia di “oggettificazione”: «OF oggettifica il corpo femminile o quello maschile. La differenza tra OF e altre piattaforme pornografiche o addirittura advertise è che però ognuno è padrone della propria pagina, per cui decide i propri limiti nella consensualità e nel rispetto».

«Interroghiamoci, piuttosto, sul perché molte ragazze scelgono di aprire OnlyFans: perché non trovano risposte adeguate alle loro competenze nel mondo del lavoro. Io stessa ne sono un esempio: lavoro full time nella comunicazione, eppure ho aperto la piattaforma per avere una seconda entrata che mi consentisse di vivere dignitosamente. Non ho pretese e di certo non sarei morta di fame senza OF, ma non so se lo avrei mai aperto, potendo contare su uno stipendio migliore», ammette A.M.

Dello stesso avviso anche L.B., che è anche una studentessa: «Per me OF rappresenta solo un mezzo per sostentarmi mentre cerco una sicurezza lavorativa nei settori per cui ho studiato. L’Italia non è un paese per giovani, quindi, a tal proposito, un grazie sentito a OF per avermi aiutato a pagarmi l’università».

Mercificare il proprio corpo, dunque, al di là della questione economica, per le ragazze non va a intaccare i valori femministi, anzi. «Sono femminista. OnlyFans rappresenta uno strumento di autodeterminazione», dice L.B.. «Credo sia un ottimo strumento di emancipazione economica laddove la società non ci consente di essere indipendenti», riflette A.M.

L’aspetto economico, però, solleva un’altra questione: quella della tassazione. La piattaforma trattiene un 20 per cento di fee e chi supera una certa soglia di guadagni dovrebbe dichiararli aprendo una partita Iva.

Mossa che, però, non fa quasi nessuno, a cominciare da A.M.: «Le mie entrate sono in nero. Per quanto ne so, almeno l’ottanta per cento dei creator italiani non dichiara nulla al fisco. Conosco chi lavora full time su OnlyFans, con guadagni nettamente superiori ai miei e ha la partita Iva, ma sono una minoranza. Per me è una piattaforma troppo instabile per ragionarci in questi termini. Sono consapevole che, trattandosi di transazioni elettroniche, sono tracciate e si rischia: ma dichiarando le mie entrate c’è il pericolo che i miei attuali datori di lavoro vengano a sapere cosa faccio».

L.B., invece, presto aprirà la partiva Iva: «A breve sarò costretta a
mettermi in regola fiscalmente
: e per fortuna, visto che userò la partita Iva anche per l’altro mio (vero) lavoro».

Su OnlyFans si trovano ragazze che, tra un fotoset esplicito e una chat erotica, studiano all’università, lavorano e cercano di mettere insieme uno stipendio dignitoso in un Paese che, da diverse generazioni, rende sempre più difficile per un giovane sostenersi in maniera indipendente.

La scelta di monetizzare il proprio corpo è figlia di una società in cui vige ancora una mentalità maschilista, per cui il corpo della donna è un oggetto del quale godere illimitatamente, in virtù di una transazione economica. Il che non rende affatto meno dignitosa la scelta di vita delle creator, anzi. Ragazze che, nonostante le difficoltà con cui si scontrano i giovani nel mondo del lavoro, credono in un futuro in cui OnlyFans non sarà più necessario per sostentarsi.

«Sono felicissima di quello che faccio e spero di migliorare, crescere e creare contenuti sempre più apprezzati», conclude Fanny, che non vede una “data di scadenza” per la propria esperienza su OF.

«Nel mio futuro mi auguro di vedere risolte le problematiche economiche e di poter crescere nel mio settore lavorativo», confessa A.M.. Le fa eco L.B.: «Sono contenta di fare fotografie e sono contenta di avere un ritorno economico grazie a OF. Per me tuttavia non è un lavoro primario e anche se non ha ancora una “data di scadenza” definita sono sicura che smetterò – continuando a postare in altre piattaforme solo le fotografie che amo – nonappena avrò una condizione economica che me lo permetta».

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Giulia Zennaro

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