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Sport

Il calcio negli Stati Uniti sta diventando una cosa seria

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Giacomo Castiglioni

Il 26 febbraio è ripartita la Mls (Major League Soccer), il massimo campionato professionistico di calcio di Stati Uniti e Canada. La ventisettesima edizione del torneo si concluderà il 9 ottobre con l’assegnazione della Mls Cup nella partita finale dei playoffs. I campioni in carica del New York City cercheranno di difendere il titolo conquistato lo scorso 11 dicembre contro i Portland Timbers in un campionato che si annuncia molto equilibrato. Un campionato che, soprattutto, vede proseguire il cammino di continua crescita che la Mls sta compiendo negli ultimi anni.

Ecco qualche storia sulla stagione calcistica appena partita oltreoceano che può aiutare a capire come e perché il calcio negli Stati Uniti sta diventando sempre più importante.

L’espansione della Mls

La prima stagione della Mls, disputata nel 1996, vide la partecipazione di soltanto dieci squadre. A partire dalla seconda metà degli anni Duemila, però, il processo di espansione e sviluppo del campionato ha subito una graduale ma costante accelerazione. Stagione dopo stagione, diverse franchigie sono entrate a far parte della lega, e con l’ingresso della squadra di Charlotte quest’anno il totale delle partecipanti al campionato è arrivato a ventotto.

L’obiettivo dichiarato è raggiungere quota trenta (e più avanti trentadue) come i principali campionati sportivi nordamericani, i cosiddetti major sports: la Nfl per il football americano, la Nba per il basket, la Mlb per il baseball e la Nhl per l’hockey.

Leggi anche: Super Bowl 2022: breve guida all’evento sportivo dell’anno.

Nonostante il calcio non sia mai stato lo sport più seguito negli Stati Uniti la popolarità della Mls ha visto comunque una notevole crescita, soprattutto negli ultimi anni, dovuta a diversi fattori.

Il primo è senz’altro il lavoro che la lega e le squadre (franchigie, quindi aziende a tutti gli effetti) hanno fatto per migliorare la loro immagine e il loro posizionamento all’interno del panorama sportivo (ma anche sociale e culturale) americano.

L’ingresso di nuove squadre come l’Atlanta United e il Los Angeles Football Club sono due esempi riusciti del processo di espansione della Mls. Accanto a investimenti notevoli dal punto di vista economico, collocati peraltro in due grandi metropoli, i due club hanno portato avanti diversi progetti volti a valorizzare fin da subito la loro identità legandola a quella delle rispettive città, cercando di fidelizzare un gran numero di tifosi attraverso iniziative sul territorio locale. Due tra i più moderni stadi del continente e scelte tecniche azzeccate hanno permesso alle due squadre di diventare in breve tempo delle contendenti al titolo (vinto da Atlanta nel 2018), a soli cinque anni di distanza dal loro ingresso nella Mls.

Il Mercedes-Benz Stadium di Atlanta. Foto: Wikimedia Commons.

Investimenti importanti, una comunicazione efficace e una presenza significativa sui social media hanno permesso alla Mls di diventare di fatto il quinto grande campionato sportivo americano, e anche se Nba e Nfl sembrano irraggiungibili (soprattutto per quanto riguarda l’audience televisiva) il ruolo del calcio negli Stati Uniti non può più essere considerato marginale.

Nuove e vecchie stelle della Mls

La crescita della Mls ha attratto nel corso degli anni alcuni famosi e grandi giocatori, che ne hanno a loro volta contribuito allo sviluppo dell’immagine e dell’identità. Uno su tutti David Beckham, che nel 2007 lasciò il Real Madrid per approdare ai Los Angeles Galaxy, dove giocò per ben cinque anni (inframmezzati da due parentesi in prestito al Milan nel 2009 e nel 2010) vincendo anche due volte la Mls Cup, nel 2011 e nel 2012. Oggi proprietario dell’Inter Miami, club entrato nella Mls nel 2020, Beckham è una delle figure chiave del successo del calcio negli Stati Uniti.

David Beckham con la maglia dei Los Angeles Galaxy. Foto: Wikimedia Commons.

Leggi anche: Clint Dempsey: from zero to hero.

Dopo di lui, infatti, il campionato ha visto l’arrivo di altri grandi calciatori degli anni Duemila come Thierry Henry, Andrea Pirlo, Alessandro Nesta, David Villa, Kakà, Frank Lampard, Steven Gerrard, Wayne Rooney e Didier Drogba.

L’impatto avuto dall’ex capitano della Nazionale inglese, tuttavia, è paragonabile forse soltanto a quello avuto dall’ultima vera e propria stella ad aver giocato nella Mls: Zlatan Ibrahimović. L’attaccante svedese, ai Los Angeles Galaxy nel 2018 e nel 2019, ha saputo rilanciare la propria carriera negli Stati Uniti, tornando poi a giocare in Europa al Milan, attraendo su di sé e sul campionato un’attenzione mediatica senza precedenti e spezzando la narrativa secondo cui i grandi campioni vanno in Mls solo al termine della loro parabola calcistica.

Zlatan Ibrahimović con la maglia dei Los Angeles Galaxy. Foto: Wikimedia Commons.

I recenti acquisti da parte di alcune squadre confermano questa nuova tendenza. Al termine della corrente stagione di Serie A, Lorenzo Insigne, attaccante e capitano del Napoli, volerà a Toronto, dove con buone probabilità diventerà una delle nuove stelle della Mls. Sempre a Toronto, tra l’altro, aveva giocato dal 2015 al 2019 un altro italiano, Sebastian Giovinco, vincendo il titolo nel 2017 e diventando uno dei simboli del campionato americano degli ultimi anni.

Ai Los Angeles Galaxy è invece approdato da poco un altro volto noto del calcio italiano: Douglas Costa. Il trentunenne brasiliano, ex Juventus e Bayern Monaco, ha peraltro vissuto una delle fasi più importanti della sua carriera allo Shakhtar Donetsk, in Ucraina, e in questi giorni non sono mancate le sue parole a sostegno del popolo ucraino colpito dalla guerra e in ricordo del club che ha lanciato la sua carriera nel grande calcio europeo.

Douglas Costa con la maglia dello Shakhtar Donetsk. Foto: Wikimedia Commons.

A Los Angeles il brasiliano ha raggiunto un’altra delle attuali stelle della Mls, Javier “Chicharito” Hernàndez, e, più in generale, il suo arrivo ha alimentato in modo ulteriore la compagine di calciatori sudamericani che militano nel campionato americano, come Gonzalo Higuaín, Alexandre Pato, Carlos Vela e Josef Martínez, ma anche giocatori più giovani che cercano nella Mls un trampolino di lancio verso il calcio europeo.

Stelle a parte (un fattore senza dubbio importante ma non l’unico), il livello tecnico del campionato americano ha visto un netto miglioramento negli ultimi anni, soprattutto dal centrocampo in su (la fase difensiva resta l’elemento più evidente da migliorare), anche se campionati europei come la Premier League inglese e la Serie A italiana (per non parlare della Champions League) rimangono in media ancora molto più competitivi.

Le tifoserie della Mls

Un altro fattore importante della crescita del calcio americano è invece osservabile fuori dal campo da gioco. L’aumento della popolarità dello sport negli Stati Uniti si può riscontrare infatti anche sugli spalti, dove da anni il numero di spettatori cresce con costanza. L’affluenza media negli stadi della Mls supera i ventimila ingressi a partita, e giusto qualche giorno fa, il 5 marzo 2022, in occasione della prima partita casalinga di sempre del club, al Bank of America Stadium di Charlotte è stato stabilito un nuovo record di presenze per il campionato americano, con quasi settantacinquemila persone accorse allo stadio per il match contro i Los Angeles Galaxy.

Oltre ai numeri, però, è interessante osservare come lo sviluppo della Mls abbia portato anche alla nascita di veri e propri gruppi ultras, che seguono con regolarità la loro squadra anche in trasferta. Il tifo organizzato costituisce infatti una novità nel panorama sportivo degli Stati Uniti (gruppi organizzati di tifosi si erano visti soltanto tra fine Ottocento e inizio Novecento nel baseball), abituati al cosiddetto sports entertainment, una concezione dello sport molto legata all’idea di spettacolo e di intrattenimento, dove il pubblico è considerato un cliente, oltre che un sostenitore.

Il fenomeno del tifo organizzato ha giovato senz’altro anche alla Mls stessa, che ha potuto contare sulla forte e costante presenza delle tifoserie negli stadi per rendere il campionato sempre più appetibile e il suo sviluppo ancora più credibile, legandolo anche dal punto di vista estetico e scenografico all’esperienza del calcio europeo e sudamericano.

Questo non significa che negli Stati Uniti sport come basket e football americano non abbiano tifosi che seguono le partite con entusiasmo e passione (anzi, tutt’altro), né tantomeno che i supporter delle squadre di calcio siano in prevalenza ultras (come d’altronde nemmeno altrove accade). La novità delle tifoserie della Mls, però, sta proprio nel loro ispirarsi alla tradizione europea e sudamericana. Cori, striscioni, cortei, bandiere, coreografie, fumogeni e tamburi sono per il tifo americano elementi di novità, che si rifanno al tifo organizzato presente in altre parti del mondo.

La curva dei tifosi dei Portland Timbers. Foto: Wikimedia Commons.

Se il fenomeno in Europa è diffuso anche in altri sport (come il basket) e ha una storia lunga ormai diversi decenni, negli Stati Uniti il suo sviluppo è ancora agli albori, ed è ancora da vedere se e quanto si diffonderà anche agli sport tipici della tradizione americana, ma la presenza di tifoserie organizzate sugli spalti della Mls è senza dubbio un elemento interessante e degno di nota.

Il calcio femminile negli Stati Uniti e il futuro della Mls

Non si può però parlare del calcio negli Stati Uniti senza considerare che, soprattutto a livello nazionale, il calcio femminile è da anni di gran lunga più vincente e competitivo rispetto a quello maschile. La Nazionale femminile degli Stati Uniti, infatti, ha vinto le ultime due edizioni dei Mondiali di calcio femminili nel 2015 e nel 2019, e ha un seguito molto più cospicuo di quella maschile.

Il successo delle calciatrici statunitensi ha permesso loro di ottenere una grande visibilità e fama, che diverse di loro hanno sfruttato per condurre battaglie per i propri diritti e per combattere le disuguaglianze che ancora oggi, purtroppo, colpiscono il mondo dello sport femminile. È anche grazie agli sforzi di Megan Rapinoe, vera e propria stella negli Stati Uniti, che poche settimane fa la Nazionale di calcio femminile americana ha ottenuto la parità salariale (al termine di una battaglia legale durata quasi tre anni), permettendo così alle proprie atlete di ricevere d’ora in avanti gli stessi premi e bonus in denaro dei colleghi maschi e pattuendo anche un risarcimento per le differenze salariali finora non percepite.

Megan Rapinoe con la maglia della Nazionale degli Stati Uniti. Foto: Wikimedia Commons.

Leggi anche: Megan Rapinoe, una protesta vivente.

Le vittorie (dentro e fuori dal campo) del calcio femminile statunitense sono il risultato di anni di lavoro e investimenti mirati a livello giovanile e scolastico, e contribuiscono a loro volta allo sviluppo del movimento sportivo femminile a livello nazionale, tanto da rendere il campionato di calcio femminile degli Stati Uniti (la National Women’s Soccer League, abbreviato in Nwsl) uno dei più competitivi al mondo.

Ed ecco perché un passo in avanti importante per la Mls potrebbero essere i Mondiali di calcio che gli Stati Uniti ospiteranno, insieme a Canada e Messico, nel 2026. Un buon risultato della Nazionale maschile sarebbe con ogni probabilità un evento capace di dare una spinta ulteriore alla crescita del calcio oltreoceano: un’occasione per arrivare là dove le donne, sul campo, sono già arrivate.

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Giacomo Castiglioni

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