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Twitch e il gioco d’azzardo: il rischio di una piaga sociale

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Giuseppe Vignanello

Quella fra Twitch e il gioco d’azzardo è una relazione consolidata. Se n’è parlato nel 2020, quando il fenomeno ha cominciato a crescere alimentato dal lockdown. Se n’è discusso nel 2021, con le prime grandi polemiche e accuse pubbliche, e con i primi provvedimenti da parte della piattaforma. Ma se ne sta riparlando anche in questi giorni per via di alcuni casi eclatanti, in Italia e all’estero. Al centro della discussione c’è anche il presunto coinvolgimento in prima persona dei casinò online e dei siti di scommesse.

La legislazione italiana

Il gioco d’azzardo può creare dipendenza e diventare patologico. Anche per questo, in Italia è vietato ai minori e nei luoghi pubblici e privati. È consentito soltanto in ambiti specifici e autorizzati, online e offline. Inoltre, a essere vietata è la pubblicità al gioco d’azzardo, sia diretta che indiretta. Quello della limitazione alla sponsorizzazione del betting è un processo lungo, iniziato circa dieci anni fa (Decreto Balduzzi, 2012) e formalmente conclusosi con il cosiddetto Decreto Dignità, poi convertitosi in legge il 9 agosto 2018. Le recenti polemiche in merito al gioco d’azzardo sulle piattaforme di streaming in diretta riaprono la questione sull’effettiva attuazione della legge.

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Con il già citato Decreto Dignità viene introdotto il divieto assoluto per la pubblicità di giochi d’azzardo e scommesse. Alcune linee guida sulle modalità di applicazione della legge, emanate dall’Agcom nel 2019, chiariscono poi i casi di esenzione. Sono rilevanti perché rappresentano una sorta di zona grigia nella quale si muovono gli streamer. Non rientrano nel divieto infatti i servizi informativi di comparazione di quote, le comunicazioni con esclusiva finalità descrittiva e la mera esposizione delle vincite.

Le scommesse in diretta streaming

La crescita della presenza del gioco d’azzardo su Twitch è stata rapidissima e, in un certo senso, inaspettata. Senz’altro hanno giocato un ruolo importante le restrizioni dovute alla pandemia, che hanno comportato un generale aumento nell’utilizzo della piattaforma da parte degli utenti. I primi video (sia italiani che internazionali) in cui gli streamer cominciano a giocare ai casinò online in diretta risalgono almeno al 2019. Tuttavia, si trattava nella maggior parte dei casi di contenuti atipici ed episodici. In una live del 2019 di Homyatol (celebre content creator) lo streamer gioca a blackjack come farebbe qualunque altra cosa, più che altro per far ridere il suo pubblico e scommettendo cifre contenute.

Basta aprire Twitch oggi, a qualunque ora del giorno, per notare quanto la situazione sia cambiata. Per i cosiddetti gambling game sono previste dalla piattaforma tre sottocategorie (Virtual Casinò, Slots e Poker) con centinaia di migliaia di follower. Nei momenti di picco (soprattutto la sera) un singolo canale italiano fra i più popolari arriva a raggiungere decine di migliaia di spettatori in diretta e le cifre giocate superano con regolarità le migliaia di euro. Un fenomeno ormai evidente, che la piattaforma (dal 2014 di proprietà di Amazon) ha già cercato di mitigare lo scorso agosto non consentendo più la possibilità di promozione attraverso codici sconto o link referral. Tuttavia, si tratta di una misura che non interessa il nostro Paese, dal momento che, come si è già scritto, in Italia la sponsorizzazione del gioco d’azzardo è vietata dal 2018.

Twitch è una piattaforma di live streaming lanciata nel 2011. Dal 2014 è di proprietà di Amazon

Twitch e gioco d’azzardo: le polemiche recenti

Da qualche giorno si è ricominciato a parlare del fenomeno. Almeno due eventi distinti, uno all’estero e uno in Italia, hanno puntato i riflettori sul rapporto fra Twitch e il gioco d’azzardo.

Una delle più grandi star di Twitch, lo streamer francese xQc, ospite di un podcast, si è dichiarato dipendente dal gioco d’azzardo e ha ammesso di aver perso 1,85 milioni di dollari soltanto lo scorso mese.

Il caso italiano è simile, ma ha avuto un innesco differente. Durante una puntata del Cerbero Podcast, una delle trasmissioni più seguite su Twitch Italia, i tre conduttori hanno commentato il video di uno streamer (di cui non viene diffuso il nome). Quest’ultimo accusava un terzo streamer, il Gabbrone, di giocare “con soldi falsi”, messi a disposizione dal sito stesso ai fini dell’intrattenimento. L’accusa, smentita tanto dal Gabbrone quanto da altri streamer, ha aperto una discussione sul presunto coinvolgimento diretto dei casinò online nella diffusione del fenomeno. La tesi, sostenuta da voci di corridoio, indiscrezioni e vaghe testimonianze, sarebbe che alcuni siti di scommesse, o agenzie che collaborano con questi ultimi, propongano agli streamer di successo degli informali accordi di collaborazione. Si tratterebbe di un modo di aggirare il divieto di sponsorizzazione muovendosi fra le maglie di ciò che su Twitch è consentito.

Durante la citata live del Cerbero Podcast è intervenuto lo stesso Gabbrone, che alla fine della trasmissione ha commentato l’accaduto in diretta sul suo canale, lasciandosi andare a uno sfogo e dichiarandosi anche lui dipendente dal gioco d’azzardo.

Twitch e il gioco d’azzardo: il rischio di una piaga sociale

Come si è detto, giocare d’azzardo sulla piattaforma non è soltanto permesso, ma è il sito stesso a disporre di tre categorie sul tema, senza limitazioni legate all’età degli spettatori. Giocando in diretta, gli streamer pubblicizzano di fatto il gioco d’azzardo esaltandolo e spingendo il pubblico, spesso minorenne, all’emulazione. Tuttavia, dal punto di vista legale non commettono alcun reato. Inoltre, molti streamer espongono un link referral (link attraverso cui si accede a una piattaforma e si ricavano soldi dal traffico che transita attraverso essi) tramite cui ottengono guadagni aggiuntivi. Anche in questo caso agiscono in piena legalità perché non sponsorizzano nessun casinò, ma propongono più che altro comparazioni fra siti differenti.

Si tratta di un fenomeno non solo diffusissimo, ma anche piuttosto strutturato. Per la sua popolarità, si tratta di un contenuto anche piuttosto remunerativo, che quindi attrae sempre più creator. Lo streamer francese xQc e il Gabbrone hanno in comune il fatto che sono entrambi approdati al gambling da due generi di contenuti diversi. Il primo era conosciuto soprattutto come videogiocatore, il secondo trasmetteva live Irl.

Le live Irl sono tutte quelle che non sono né lavorative, né videoludiche. Il termine viene usato in genere per indicare quegli streamer che si riprendono in diretta mentre vanno in giro e svolgono azioni quotidiane. In Italia questo genere è diventato abbastanza famoso quando diversi streamer, tra cui anche il Gabbrone, lo hanno adoperato per disturbare la gente per strada o, in generale, per produrre contenuti scorretti o discutibili.

Anche le polemiche, e le denunce pubbliche che descrivono il rapporto fra Twitch e il gioco d’azzardo sono frequenti già da molto tempo. I primi video sull’argomento di Ivan Grieco, creator che forse più di tutti si è occupato della questione, risalgono all’estate del 2021.

Twitch e il gioco d’azzardo: le componenti attrattive

Il problema principale è che, come tutto ciò che crea dipendenza, il gioco d’azzardo possiede di per sé una certa attrattiva. Le live in cui uno streamer scommette hanno sempre un grande coinvolgimento da parte del pubblico. Quest’ultimo è spesso piuttosto competente in quanto a linguaggio tecnico e modalità di gioco, segno che molti degli spettatori sono a loro volta giocatori. Ma ci sono molti fattori che concorrono ad aumentare la componente d’intrattenimento.

Innanzitutto, diversi momenti delle dirette sono spesso freebootati (tagliati, montati e condivisi da altri utenti su Youtube). Il tema di questi freeboot riguarda spesso le vincite, soprattutto quelle importanti. Questo fenomeno rinforza la dinamica psicologica per cui lo spettatore tende a dimenticarsi di quando lo streamer perde, ma si ricorderà soltanto le vincite eclatanti. È un meccanismo alla base di tutto il gioco d’azzardo: le perdite sono lente e progressive, avvengono nel tempo e non ci si accorge che si sta perdendo. Le vincite, invece, sono spesso esplosive e spettacolari e inducono il giocatore a credere non solo che si possa vincere, ma che lui stesso stia vincendo in quel momento.

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Altri elementi contribuiscono a incrementare l’intrattenimento, la diversificazione e l’estetica dello show. Durante una live (di solito almeno di un paio d’ore) gli streamer non scommettono su uno solo gioco, ma cambiano di frequente (dalla roulette al blackjack alle slot) per aumentare l’interesse degli spettatori. Nonostante il contenuto monotematico, ci si può non annoiare mai nel guardare per ore qualcuno che gioca d’azzardo. Questo è anche dovuto al fatto che il contenuto è spettacolarizzato di proposito. I creator, mentre giocano, si comportano come macchiette, interpretano un personaggio e ricorrono a tormentoni che contribuiscono a fidelizzare il pubblico di seguaci.

Twitch e il gioco d’azzardo: le possibili soluzioni

Tutti gli streamer (e non) che si sono occupati dell’argomento non hanno dubbi: la soluzione del problema è nelle mani della piattaforma. Molti denunciano in particolare una certa doppia morale da parte di Twitch. Quest’ultima, infatti, è famosa anche per un atteggiamento piuttosto categorico nella condanna di alcune espressioni (per esempio la N-Word). Allo stesso tempo, però, la piattaforma non vieta (e neppure pone reali e concrete restrizioni) quella che di fatto è una sponsorizzazione collettiva di una piaga sociale . Si tratta dell’ennesimo caso di come in alcuni contesti, come quello mediatico, il potere delle grosse multinazionali abbia ormai superato quello statale.

Sebbene sia innegabile che all’azienda convenga in questo momento mantenere un atteggiamento tollerante, non è detto che questo continuerà a lungo. I riflettori che la comunità sta puntando sulla questione, ma anche l’indiretta e involontaria sensibilizzazione che deriva dai casi de Il Gabbrone e di xQc, potrebbero rappresentare una forte pressione mediatica sulla la piattaforma, che potrebbe vedersi costretta a intervenire.

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