Nella giornata di giovedì 23 giugno, il Consiglio europeo ha dato formalmente il via libera alla concessione a Ucraina e Moldavia di status di Paesi candidati all’ingresso nell’Ue, in base alle raccomandazioni che aveva fornito settimane fa la Commissione. Il Consiglio europeo, inoltre, ha deciso di concedere alla Georgia lo status di paese candidato una volta che verranno affrontate le priorità indicate nel parere della Commissione sulla specifica domanda di adesione.
La decisione è stata accolta con entusiasmo dagli interessati. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo ha definito «un momento unico e storico». Gli ha fatto eco la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen: «Oggi è un buon giorno per l’Europa. Congratulazioni al presidente Volodymyr Zelensky, alla presidente Maia Sandu e al primo ministro Irakli Garibashvili. I vostri Paesi fanno parte della nostra famiglia europea. E la storica decisione odierna dei leader lo conferma». Non sono mancate, inoltre, le parole della presidente moldava Sandu, che tramite i suoi canali social ha affermato: «Questo è un giorno storico per la Moldova! Stiamo iniziando il percorso verso l’Ue che porterà prosperità ai moldavi, darà più opportunità e garantirà un migliore ordine nel Paese».
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Il Consiglio europeo, con un comunicato stampa, ha precisato che i progressi di ciascun Paese verso l’Unione europea dipenderanno dai rispettivi meriti nel soddisfare i criteri di Copenaghen, tenendo conto della capacità dell’Ue di assorbire nuovi membri. Con la candidatura di Ucraina e Moldavia arrivano a sette i paesi ufficialmente candidati all’adesione: Turchia, il cui status risale al 1999 ed è da tempo bloccato dalle decisioni del presidente Erdogan circa i diritti civili e l’autonomia della magistratura, Macedonia del Nord dal 2004, Montenegro dal 2010, Serbia dal 2012, Albania dal 2014. Come si può notare, i tempi che possono portare poi a un effettivo ingresso di un Paese all’interno dell’Unione europea possono essere molto lunghi; nel caso specifico, l’avere a che fare con un Paese coinvolto in una guerra, con miliardi di danni subiti e di conseguenza da spendere per ricostruire, porta a pensare che il processo di integrazione europea risulterà molto lungo, tortuoso e per nulla scontato.
L’esito del percorso europeo di Ucraina e Moldavia è dunque legato a doppio filo all’evolversi del conflitto che si consuma sul territorio ucraino; un’Ucraina sconfitta sarebbe un’incognita enorme, date le difficoltà che andrebbero a palesarsi nel processo di adeguamento all’aquis comunitario europeo. L’esito della candidatura di Kiev dipenda in larga parte proprio dall’Ue: senza le armi europee l’Ucraina potrebbe avere vita breve contro il gigante russo. Di conseguenza, il suo cammino verso Bruxelles potrebbe risultare compromesso.