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Registro Pubblico delle Opposizioni: la fine delle chiamate indesiderate?

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Michele Corato

Finalmente, al termine di una lunga giornata di lavoro, o in pausa pranzo, possiamo stare tranquilli e concederci qualche minuto di riposo. Il telefono squilla, finisce la magia, un’occhiata allo schermo ci fa notare un numero telefonico dal Regno Unito o da qualche regione d’Italia che nulla ha a che fare con la nostra vita.

Una situazione, questa, in cui tutti possiamo immedesimarci, specialmente negli ultimi anni. Le chiamate pubblicitarie, infatti, con il progressivo abbandono della linea telefonica fissa sono ormai totalmente dirottate sulle linee mobili. Dapprima utilizzando call center esteri poi, addirittura, altri numeri di linea mobile costringendo, così, l’ignaro cittadino a rispondere alla telefonata. La possibilità di bloccare tali telefonate attraverso un apposito servizio pubblico, già prevista per le linee telefoniche fisse, è stata di recente estesa anche alla telefonia mobile attraverso una semplice richiesta.

L’origine delle chiamate

Nonostante la convivenza quasi quotidiana con telefonate pubblicitarie o con finalità di marketing, anche aggressivo o ai limiti del legale, spesso non ci si chiede da dove le aziende trovino i numeri telefonici dei privati. 

Con riferimento alle linee fisse il numero di telefono è presente in pubblici elenchi, come le Pagine Bianche o le Pagine Gialle e, pertanto, le aziende sono legittimate al contatto salvo che il cittadino non chieda che tale numero sia cancellato dai predetti elenchi.

Per quanto attiene, invece, ai telefoni cellulari, il consenso alle chiamate commerciali, il più delle volte, proviene dallo stesso cittadino. Senza dilungarsi eccessivamente sul punto, basti pensare a ogni occasione in cui forniamo il nostro numero di telefono: all’acquisto di un prodotto, per ottenere una tessera sconto, una carta fedeltà o, ancora, per rimanere aggiornati su eventuali novità da parte di un negozio o di una palestra. Ebbene, in tali occasioni, diamo il consenso all’utilizzo di dati personali, compreso il numero di telefono, per finalità commerciali e ciò salvo specifica, legittima, negazione dello stesso. Così come per i numeri di telefonia fissa, anche il numero di cellulare può essere indicato e da lì può essere raccolto, in elenchi pubblici o in albi professionali.

Il Registro Pubblico delle Opposizioni

Un concreto limite alle chiamate commerciali è rappresentato dal Registro Pubblico delle Opposizioni.

Attraverso l’iscrizione al registro l’utente o, meglio, il contraente, manifesta la propria volontà al non ricevere chiamate indesiderate con finalità di marketing nonché revoca il consenso rilasciato in precedenza, ad esclusione di quello per i contratti continuativi.

Tale registro, in realtà, è operativo già dal 2011 e la sua gestione è stata affidata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla Fondazione Ugo Bordoni. Fino a pochi giorni fa, il Registro era riservato ai numeri telefonici fissi lasciando scoperte le linee mobili che, attualmente, rappresentano la maggioranza delle utenze e, soprattutto, prime “vittime” del marketing aggressivo. Nel 2017 è stata prevista la possibilità di opporsi alla ricezione di pubblicità cartacea e, da ultimo, è stata introdotta la possibilità di registrare i numeri mobili. Lo step decisivo è arrivato il 27 luglio 2022 quando, a seguito del decreto attuativo del marzo dello stesso anno, sono state introdotte le modalità concrete di iscrizione al servizio.

Iscrizione e funzionamento

Precedentemente al decreto attuativo, la previsione era quella di consentire quayyto differenti modalità di iscrizione: online, tramite chiamata, via mail o tramite posta raccomandata, quest’ultima non riproposta, poi, in fase di attuazione.

L’iscrizione online avviene attraverso un apposito sito, tramite SPID oppure compilando un apposito modulo, inserendo le informazioni personali, e contattando un numero di telefono (fino al cadere della linea) e ciò al fine di confermare la titolarità del numero di cui si chiede l’iscrizione.

Contattando, invece, il numero verde 800 957 766 in caso di utenze fisse, o il numero 06 42986411 in caso di cellulari, è possibile l’iscrizione seguendo semplicemente una procedura guidata.

Queste modalità sono le più immediate e, soprattutto, consentono di poter sapere nell’immediato se la procedura è andata a buon fine. Tuttavia, è possibile domandare l’iscrizione anche tramite mail all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it e allegando il modulo contenente tutti i dati dell’utenza, lo stesso della compilazione online. Questo rende tale modalità particolarmente macchinosa e, oltretutto, senza alcuna conferma di ricezione.

Una volta completata la procedura di iscrizione il sistema prenderà in carico la richiesta: l’opposizione diverrà effettiva trascorsi 15 giorni dalla domanda. Occorre, poi, ricordare che l’iscrizione al registro è completamente gratuita.

Il registro consente diverse funzionalità: è possibile innanzitutto, come abbiamo visto, l’iscrizione al registro alla quale si affianca la possibilità di cancellazione. Il sito offre poi la possibilità di “revoca selettiva” che consente all’utente di ricevere proposte pubblicitarie solamente da determinati utenti. Da ultimo è possibile rinnovare l’iscrizione al fine di ricomprendere tutti gli operatori a cui è stato dato il consenso successivamente alla data di iscrizione.

Punti critici

L’iscrizione al registro ha lasciato alcuni dubbi all’utenza. Alcuni hanno trovato specifiche risposte da parte del garante, come la durata dell’iscrizione; altri, invece, lasciano il tempo che trovano. Fra queste ultime basti pensare alle problematiche legate ai server alla data di apertura delle pratiche in cui, oltre 200.000 richieste di iscrizione hanno bloccato il sito istituzionale. Quanto alla durata dell’iscrizione, ossia se la procedura abbia una scadenza, l’iscrizione al registro delle opposizioni non ha scadenza, tuttavia è bene precisare che la stessa non opera per consensi rilasciati successivamente e per i quali sarà necessario, come anticipato, rinnovare la domanda.

Ci si deve, poi, interrogare sull’effettiva utilità del registro. Il funzionamento sulla carta è molto semplice e i presupposti per una sua efficacia ci sono. Tuttavia, in una società sempre più tecnologica e dedita al consumo immediato e frenetico, il consenso al trattamento dei dati personali viene raccolto quotidianamente. Il più delle volte nessuno si prende la briga di comprendere a cosa sta effettivamente dando il consenso, semplicemente, sbarra il famoso “sì” per tre volte per concludere il proprio acquisto o l’iscrizione a questo o quel servizio. A chiudere il cerchio, il sistema delle sanzioni. Queste sono particolarmente elevate e arrivano fino a 20 milioni di euro o, per le imprese, al 4 per cento del fatturato. Nel caso di violazione occorrerà denunciare la condotta illegittima al Garante dei Dati Personali, chiamato a vigilare sulla correttezza degli operatori di telemarketing attraverso un apposito modulo. Ebbene, non tutti gli utenti sono disposti a segnalare le telefonate illegittime, aggiungendo ulteriore tempo a quello già “sprecato” nel ricevere la telefonata. A ciò si aggiunga che, in un simile giro di affari, possono essere diversi gli operatori che continuino imperterriti a chiamare o, comunque, non si può escludere la presenza di telefonate truffaldine e di soggetti che non agiscono nella legalità: ipotesi, queste, non coperte dal registro delle opposizioni, pur nella sua nuova veste estesa. Tali operatori, inoltre, spesso con sedi estere, non sono facilmente rintracciabili e quindi perseguibili, rendendo le sanzioni mera minaccia.

Il nuovo registro allora, pur nella premessa di un facile accesso e nell’indubbia utilità per chi agisce nella legalità, lascia ancora delle falle scoperte. L’iscrizione risulta quindi utile ma non ci si deve aspettare un miracolo o la completa “pace telefonica” da un giorno all’altro. Oltretutto, occorrerà periodicamente rinnovare l’iscrizione al fine di annullare tutti i consensi dati perché, si sa, spesso è un peso leggere ciò che firmiamo e, dunque, occorre correre al riparo, se possibile.

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Michele Corato

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