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Economia

La controffensiva ucraina

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Lorenzo Pucci

L’azione militare ucraina di questi giorni ha costretto i soldati della federazione russa a ritirarsi, dando vita a quella che il Cremlino ha chiamato «una riorganizzazione strategica per completare la conquista del Donbass».

Con una serie di rapide avanzate, l’esercito ucraino è riuscito a rompere le linee difensive russe su più punti nell’oblast di Kharkiv, prendendo il controllo di tantissimi villaggi e centri importanti come la città di Izyum.

Ma come è stato possibile per i soldati di Kyiv passare dai momenti drammatici della conquista russa di Severodonetsk al riuscire a infliggere una sconfitta di queste dimensioni alle forze russe?

Le nuove armi della controffensiva ucraina

Un punto di svolta nelle operazioni militari dell’esercito ucraino si è avuto a luglio, con l’arrivo a Kyiv di una tipologia di arma che si è rivelata molto efficace nel contrastare l’avanzata russa.

I lanciamissili M142 HIMARS rappresentano un punto di svolta per le operazioni militari sul campo: si tratta di un sistema lanciarazzi multiplo che consente di colpire da una maggiore distanza e con più intensità rispetto ai mezzi in dotazione all’esercito russo.

L’arrivo di questi nuovi mezzi ha permesso una serie di attacchi strategici verso ponti, centri di commando e postazioni fortificate con maggiore precisione. Questo ha permesso alle truppe ucraine di poter danneggiare gravemente l’apparato logistico e comunicativo delle forze russe in diverse regioni occupate.

Leggi anche: L’importanza del concetto di sovranità territoriale: il caso ucraino.

Le operazioni militari

Per trovare i primi passi fatti dall’esercito ucraino per questa operazione fulminea bisogna tornare indietro a giugno, a quando il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov sosteneva che se le armi occidentali fossero continuate ad arrivare, si sarebbero visti dei risultati nella regione di Kherson verso la fine di agosto.

Il 29 agosto sono poi arrivate le notizie di una controffensiva ucraina nei pressi di Kherson, che si è poi spinta in più direzioni.

Questo grazie alla tecnica usata dal generale Oleksandr Syrsky: dal 29 agosto sono partiti una serie di annunci di controffensive nella regione di Kherson. Ciò ha costretto i generali russi a spostare le truppe, lasciando così sguarnite e a corto di personale le postazioni difensive nell’area di Kharkiv.

Il risultato? Migliaia di chilometri quadrati di territorio riconquistato dall’esercito ucraino e una ritirata disordinata da parte delle forze russe, che si sono trovate costrette ad abbandonare armi, munizioni e mezzi funzionanti nella fuga a causa dei continui accerchiamenti ucraini.

Questa è anche della prima volta in cui lo stato maggiore russo ammette una sconfitta militare. Un evento unico in un contesto in cui non è sempre semplice trovare informazioni corrette a causa della propaganda militare. Va aggiunto che il ministero della Difesa russo ha ammesso le proprie difficoltà, ma ha provato a smentire le voci di una fuga disordinata da parte delle proprie truppe.  

Oltre all’arguzia del generale Syrsky c’è tanta programmazione dietro questo successo: come confermato da diverse fonti del New York Times, i militari ucraini hanno pianificato questa controffensiva con il sostegno e i dati dell’intelligence statunitense mesi prima.

Le parole di Budanov erano dunque dettate dalla consapevolezza che, nonostante le sconfitte sul campo, l’esercito ucraino si stava preparando in segreto per dar vita a questa controffensiva.

I resti di un drone russo abbattuto vicino a Kharkiv. Foto: Wikimedia Commons.

Scenari futuri

Questa vittoria ucraina arriva in un momento di profonda crisi per le nazioni occidentali, che stanno affrontando una crisi energetica che potrebbe avere dei risvolti economici ben peggiori di quella del 1973.

In Italia il Movimento Cinque Stelle ha annunciato che, se governerà il Paese, smetterà di fornire armi all’Ucraina a causa della recessione economica, e questa tendenza potrebbe diventare molto comune tra i vari partiti antisistema europei qualora gli effetti della crisi energetica non dovessero diminuire.

Eppure, sono state proprio le armi occidentali a permettere all’Ucraina di poter respingere le forze della Federazione Russa e di aprire uno spiraglio per una vittoria militare, che per il momento rimane ancora remota.

Dan Sabbagh, analista militare e giornalista presso The Guardian, ha spiegato che per cercare di difendere Kherson sono state impiegate le migliori forze russe disponibili nei territori occupati, dei soldati che per quanto addestrati si sono ritrovati contro delle forze più motivate e meglio armate.

Inoltre, con le recenti conquiste territoriali l’esercito ucraino può bersagliare le linee di rifornimento presenti nella parte settentrionale dell’Oblast di Luhansk e la presa di Izyum e Kupyansk, due importanti centri ferroviari per la logistica militare russa, la situazione delle forze russe potrebbe peggiorare ulteriormente.

In questo momento non si può sapere quali saranno i risvolti esatti di questa vittoria, soprattutto se il successo ucraino è legato a doppio filo con il sostegno militare e di intelligence di un occidente alle prese con problematiche interne collegate alla guerra.

Tuttavia, l’esercito ucraino ha dimostrato che l’esito della guerra non è deciso e che la situazione sul campo può sempre cambiare.

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Lorenzo Pucci

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