Nella stessa rubrica:
Robert Cornish – John Wayne Gacy – Aokigahara – Leonarda Cianciulli – Passo Djatlov – Ed Gein – Anna Ecklund – Armin Meiwes
Nella nostra rubrica SinisterWise, a tema personaggi sinistri e mistero, non poteva mancare Albert Fish, conosciuto anche come l’Uomo grigio, il Lupo mannaro di Wysteria, il Vampiro di Brooklyn e il Maniaco della Luna.
La sua figura è nota nella cultura di massa per l’efferatezza dei suoi crimini. Egli torturava, uccideva e mangiava i bambini, le sue vittime preferite. Albert Fish presentava poi numerose parafilie, all’epoca sconosciute, come l’abitudine di infilarsi aghi nel corpo, esibizionismo, piquerismo, coprofagia, urofilia e castrazione.
Si vantò di aver molestato più di quattrocento bambini e di averne uccisi più di cento. In realtà fu giudicato colpevole di almeno cinque omicidi, ma non si esclude ne abbia commessi altri. Oggi è inserito nella lista dei venti serial killer più pericolosi.
Albert Fish, nato Hamilton Howard Fish, nacque a Washington nel 1870 da un padre quarantatré anni più vecchio della madre. Inoltre, molti membri della sua famiglia soffrivano di disturbi mentali. Il padre morì per un attacco di cuore e la madre, incapace di prendersi cura di Albert, lo mise in un orfanotrofio. Qui subiva regolarmente frustate e bastonate, scoprendo di provare piacere fisico durante quelle sevizie.
Nel 1890, Albert arrivò a New York e diventò un gigolò (“prostituta maschio”, come disse lui stesso). Nel 1898 si sposò con una ragazza di nove anni più giovane, tramite un matrimonio combinato dalla madre stessa. Ebbero sei figli. Successivamente Albert Fish fu arrestato per appropriazione indebita e fu condannato nel 1903 alla reclusione nel carcere di Sing Sing, dove intrattenne numerose relazioni omosessuali con altri detenuti. Nel 1917 la moglie lo lasciò e la salute mentale di Albert Fish peggiorò. L’uomo cominciò a sentire delle voci. Una volta si avvolse in un tappeto, dicendo che stava seguendo le istruzioni di San Giovanni.
Albert Fish commise il suo primo omicidio ai danni di Thomas Bedden nel 1910. Accoltellò poi un ragazzo disabile nel 1919 e nel 1924 trovò Beatrice Kiell, una bambina di quattro anni, che giocava da sola nella fattoria dei suoi genitori a Staten Island. Fortunatamente la madre riuscì a scacciare Fish.
Nel 1928 Edward Budd mise un’inserzione sul giornale, cercando un lavoro. Rispose Albert Fish, che si presentò come Frank Howard, un industriale di New York. Gli disse di volerlo assumere, ma in realtà voleva solo ucciderlo. Nella casa, Albert Fish incontrò la sorella di Edward, Grace Budd, e cambiò il suo intento. Convinse i genitori a farsi accompagnare da Grace a una festa di compleanno, ma nessuno dei due fece più ritorno.
Sette anni più tardi arrivò una lettera anonima a casa dei genitori. Questa indusse la polizia a sospettare di Fish:
«Cara Signora Budd. Nel 1894 un mio amico, John Davis, s’imbarcò come marinaio sulla Steamer Tacoma. La nave salpò da San Francisco per Hong Kong, Cina. Arrivati, lui e altri due sbarcarono e andarono a bere. Quando ritornarono la nave era partita. A quell’epoca c’era la carestia in Cina. La carne, di ogni tipo, andava da uno a tre dollari a libbra. Talmente era grande la sofferenza tra le persone molto povere che tutti i bambini sotto i dodici anni venivano venduti come cibo allo scopo di evitare di far morire di fame gli altri.
Un ragazzo o una ragazza sotto i quattordici anni non era al sicuro per strada. Potevate andare in qualsiasi negozio e chiedere una bistecca, delle braciole o della carne stufata. Parti del corpo nudo di un ragazzo o di una ragazza sarebbero state tirate fuori e il pezzo che volevate sarebbe stato tagliato. Il posteriore di un ragazzo o di una ragazza, che è la parte più dolce del corpo, era venduto come costoletta di agnello e data via al prezzo più alto. John rimase lì così a lungo che prese ad apprezzare il gusto della carne umana.
Al suo ritorno a N.Y. rapì due bambini, uno di sette e l’altro di undici anni. Li portò a casa sua, li spogliò e li legò nudi in un ripostiglio. Poi bruciò ogni cosa avessero addosso. Molte volte, giorno e notte, li sculacciava e li torturava per rendere la loro carne buona e tenera. Per primo uccise il ragazzo di undici anni, perché aveva il posteriore più grasso e ovviamente più carne su di esso. Ogni parte del suo corpo fu cucinata e mangiata eccetto la testa, le ossa e le budella. Fu arrostito nel forno, bollito, grigliato, fritto e stufato.
Il ragazzino più piccolo fu il prossimo, andò allo stesso modo. All’epoca, vivevo al 409 E 100 St., lato destro. Lui mi disse così spesso quanto era buona la carne umana che decisi di provarla. La domenica del 3 giugno 1928 vi chiamai al 406 W 15 St. Vi portai del formaggio fresco e delle fragole. Pranzammo. Grace si sedette sul mio grembo e mi baciò. Decisi che l’avrei mangiata. Con la scusa di portarla a una festa. Diceste che sarebbe potuta venire. La portai in una casa vuota a Westchester che avevo già scelto.
Quando arrivammo lì, le dissi di rimanere fuori. Si mise a raccogliere fiori di campo. Andai al piano di sopra e mi strappai tutti i vestiti di dosso. Sapevo che se non l’avessi fatto si sarebbero macchiati del suo sangue. Quando tutto fu pronto andai alla finestra e la chiamai. Allora mi nascosi in un ripostiglio fino a che non fu nella stanza. Quando mi vide tutto nudo cominciò a piangere e provò a correre giù per le scale. L’afferrai e lei disse che l’avrebbe detto alla sua mamma. Per prima cosa la spogliai. Lei scalciava, mordeva e graffiava. La soffocai fino aducciderla, poi la tagliai in piccoli pezzi così avrei potuto portare la mia carne a casa. La cucinai e la mangiai. Come era dolce e tenero il suo piccolo sedere, arrostito nel forno. Mi ci vollero nove giorni per mangiarne l’intero corpo. Morì vergine».
L’11 febbraio 1927, Billy Gaffney stava giocando sulla veranda di casa con il suo amico Billy Beaton. Entrambi sparirono, ma Beaton fu ritrovato sul tetto dell’appartamento. Alla polizia, che gli chiese cosa fosse successo a Gaffney, disse: «Boogeyman l’ha portato via». Successivamente, un autista di una linea tranviaria di Brooklyn vide una foto di Fish nel giornale e lo identificò come una persona vista quell’11 febbraio, mentre viaggiava con un ragazzino, identificato poi come Billy. Gli inquirenti non recuperarono mai il corpo di Gaffney.
Il processo per la morte di Grace iniziò nel 1935 e durò dieci giorni. Diversi psichiatri affermarono il feticismo sessuale di Albert Fish, ma l’infermità mentale dell’uomo era oggetto di dibattito. La giuria lo giudicò infine sano di mente e colpevole. Fu condannato alla pena di morte. Dopo la sentenza, Fish confessò anche l’omicidio di Francis X. McDonnell, di otto anni, ucciso a Staten Island. Il bambino fu assalito e strangolato con le sue stesse bretelle.
Lo giustiziarono nel marzo del 1935 sulla sedia elettrica e lo seppellirono nel cimitero della prigione. Sulla sedia, dichiarò che l’esecuzione sarebbe stata la «suprema emozione della mia vita». Si dice che ci vollero due scosse per ucciderlo. Gli aghi conficcati nel suo corpo avrebbero mandato in tilt il macchinario.
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