Guerra in Ucraina, crisi, mercato dell’energia, infrastrutture. Questi i temi trattati nel Consiglio europeo del 7 ottobre, che aveva l’obiettivo dare la direzione dell’Unione europea sui tavoli di crisi più urgenti che interessano il Vecchio continente.
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L’ultima escalation della Russia, che ha annesso con referendum farsa quattro zone occupate dell’Ucraina, viene vista dai 27 come una ulteriore minaccia per la pace e la sicurezza dell’Europa. Richiamando la precedente dichiarazione del 30 settembre 2022, il Consiglio ribadisce «il fermo rifiuto e la inequivocabile condanna dell’annessione illegale da parte della Russia delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson» e di «non essere intenzionata a riconoscere questa annessione illegale né i referendum fasulli che la Russia utilizza per giustificarla».
Le decisioni unilaterali della Russia, afferma il Consiglio, sono contrarie alla Carta delle Nazioni Unite e ignorano il diritto internazionale; non danno alla Russia una base legittima per qualsiasi ulteriore azione sul territorio dell’Ucraina. Il Consiglio chiede inoltre che la Russia ritiri «immediatamente, completamente e incondizionatamente» tutte le sue truppe e le sue attrezzature militari dal territorio dell’Ucraina.
Nella dichiarazione congiunta viene ribadito il pieno sostegno all’indipendenza, all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti. L’Ucraina, secondo il Consiglio, sta esercitando il legittimo diritto di difendersi dall’aggressione di un Paese straniero per riprendere il pieno controllo del suo territorio e ha il diritto di liberare i territori occupati all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti, in linea con quanto stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale.
Le minacce della Russia vengono indicate come un’ulteriore escalation del conflitto che, tuttavia, non faranno diminuire il sostegno all’Ucraina «per tutto il tempo necessario» con aiuti finanziari, politici, umanitari e militari. Rispetto alla Russia, invece, il documento cita un rafforzamento delle misure restrittive e un aumento della pressione sul Cremlino «affinché ponga fine alla sua guerra di aggressione».
Le azioni della Russia hanno causato blocchi delle catene di approvvigionamento, del commercio e della produzione agricola che hanno alzato a livelli mai raggiunti i prezzi dei generi alimentari di prima necessità e dei fertilizzanti. Il Consiglio, tramite la sua dichiarazione, fa appello all’iniziativa di successo delle Nazioni Unite per il grano del Mar Nero, mutuata attraverso la negoziazione della Turchia, che ha avuto successo e ha permesso a tonnellate di grano di salpare dal porto ucraino di Odessa. Parallelamente, il Consiglio afferma che l’Ue continuerà a massimizzare l’esportazione di colture e altri prodotti ucraini attraverso i corridoi di solidarietà già attivi e a facilitare l’accesso a prodotti agricoli e fertilizzanti ai Paesi più bisognosi.
Al centro del comunicato, l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia sul costo della vita, sulle imprese e sulla competitività dell’industria europea. «La Russia» afferma il Consiglio «sta usando l’energia per minare il sistema economico dell’Unione europea e per minacciare il nostro tessuto economico e sociale». Per questo, l’Europa è intenzionata a contrastare tale iniziativa attraverso una risposta coordinata che prevede la riduzione della domanda, la sicurezza degli approvvigionamenti dei singoli Stati e il sostegno economico ai consumatori stritolati dal caro bollette, al centro dell’azione di tutela dell’Ue.
A riguardo, è citato con soddisfazione il recente accordo in seno al Consiglio per ridurre la domanda di energia nelle ore di punta (in cui il costo della stessa è maggiore), che integra l’ulteriore accordo raggiunto a luglio sulla riduzione del consumo di gas. I 27, in caso di necessità, si riservano di intraprendere ulteriori misure.
Le forniture supplementari di gas dei partner dell’Ue sono viste come un segnale positivo, così come gli alti livelli di gas stoccato in previsione dell’inverno. Nel comunicato, inoltre, si fa cenno alla necessità di istituire una piattaforma energetica comune che permetta di aggregare la domanda di energia dell’Ue sfruttando il maggior peso contrattuale che avrebbero tutti i 27 Stati, se considerati come una sola entità.
Come strumento di contrasto alla crisi, il Consiglio accoglie con favore l’adozione di un regolamento per la tassazione degli extraprofitti delle imprese energetiche e l’introduzione di un contributo di solidarietà a carico delle stesse a sostegno di cittadini e imprese, su cui il caro bollette si è riversato. Tuttavia, si legge nel comunicato, saranno necessari ulteriori sforzi. A tale scopo, il Consiglio suggerisce alla Commissione europea una tabella di marcia divisa per obiettivi:
Nella prossima riunione, che si terrà a ottobre, il Consiglio si pone l’obiettivo di realizzare una roadmap per pervenire a un’Unione energetica che permetta all’Ue di raggiungere la sovranità energetica europea e gli obiettivi comunitari di neutralità climatica.
Nel comunicato, il Consiglio condanna gli atti di sabotaggio condotti contro i due gasdotti Nord Stream, che hanno causato perdite in tre punti (due nel ramo 1, uno nel ramo 2): «Qualsiasi deliberata interruzione delle infrastrutture europee sarà affrontata con una risposta unita e determinata. Invitiamo il Consiglio a intensificare la cooperazione per la protezione delle infrastrutture critiche europee».
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