Per Andrea De Baggis, autore di Non ci resta che morire, ma con l’autocertificazione in tasca (AliRibelli Edizioni), la risposta è ovviamente affermativa. Un salto in un momento della nostra storia recente che sembra essere stato lasciato alle spalle, tanto quanto i suoi strasichi sono ancora visibili e tangibili. Siamo nel primo lockdown, primavera 2020, con il mondo schiacciato dalla morsa del “nuovo” (che ora tanto nuovo più non è) coronavirus.
Il mondo però non è nuovo a questi sacrifici di segregazione, paura e incertezza, afferma l’autore nelle prime pagine del suo lavoro. Non ci resta che morire, ma con l’autocertificazione in tasca è un saggio che ripercorre attraverso una misteriosa voce narrante la storia delle epidemie che hanno colpito il mondo e decimato l’essere umano: dalla peste di Atene alla peste nera, dalla spagnola all’Aids, fino ad arrivare alla temibile H1N1, alla SARS e all’ebola.
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Il misterioso narratore si presenta. Nientepopodimeno che la Morte in persona, che racconta i suoi “viaggi” indisturbata a spasso per il mondo, almeno fino al 1796, anno in cui il medico britannico Edward Jenner scoprì il primo vaccino. Da lì si continuò a morire, ma un pochino meno, afferma la Morte stessa, avendo trovato forse un degno rivale.
L’ultima parte del volume ha un tono critico verso la gestione della pandemia. L’autore afferma, riguardo alle restrizioni italiane e mondiali della primavera 2020, che “la democrazia questa volta non si è rivelata un bene comune”. Tutto questo in riferimento alla disinformazione che ha colpito (e colpisce tutt’ora!) le notizie riguardanti l’emergenza sanitaria. Non ci resta che morire, ma con l’autocertificazione in tasca si scaglia contro l’informazione non regolamentata, l’informazione che inneggia o incoraggia il complottismo e l’informazione che manipola le fonti per distorcere il messaggio finale a favore di una sola e vera informazione, ovvero quella scientifica, supportata da esperienza e dati.
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Un volume dunque che ripercorre la storia dei morbi più infettivi che hanno colpito l’essere umano, fino ad arrivare alla triste situazione attuale, della quale (forse) si intravede la fine. Per chiunque lavori nell’informazione, online e stampata, per chi utilizzi (male) i social e per quelli che si definiscono influencer (ma solo di complotti) il messaggio della Morte è chiaro: la democrazia non è fare o dire quello che si vuole, rischiando di mettere in pericolo sé e gli altri!
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