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Inter e Digitalbits: la crisi delle criptovalute arriva in Serie A

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Thomas Piai

Che il mondo delle criptovalute sia in espansione, ormai è cosa nota. Soprattutto negli ultimi anni, la crescita finanziaria di molti attori del mercato legato alle valute digitali ha portato piattaforme e startup a investire su settori differenti da quello di partenza. Uno di questi è il mondo dello sport. Nei diciotto mesi antecedenti a marzo 2022, le sponsorizzazioni sportive legate al mondo delle criptovalute aveva raggiunto il miliardo e mezzo di dollari, coinvolgendo tra gli altri baseball, football, Formula 1, E-sports. Ovviamente, non poteva mancare il calcio e, a partire dal 2021, molte squadre iscritte alla nostra Serie A hanno siglato delle partnership con società cripto.

Crypto-sponsor sull’onda dell’entusiasmo

«Una manna dopo il calo di entrate fra pandemia e fine degli accordi con le società di scommesse». Così scriveva Il Sole 24ore nell’articolo del 19 dicembre 2021 in tema di sponsor e criptovalute. Per la precisione, nel pezzo firmato da Mauro Bellinazzo, si parlava di centottanta milioni di euro per accordi di sponsorizzazione con i club della massima serie, i quali potevano arrivare a duecentocinquanta milioni, grazie ad altre forme di partnership.

In testa alla classifica dei contratti più remunerativi c’è l’Inter. La società nerazzurra ha siglato una sponsorizzazione da ottantacinque milioni di euro in quattro anni con la startup Digitalbits. La stessa startup ha chiuso, inoltre, un accordo di partnership da trentacinque milioni di euro in tre anni con la Roma. Restando nella capitale, la Lazio ha stretto una sponsorizzazione con una delle piattaforme di exchange più importanti a livello mondiale, Binance. Sul sito ufficiale della squadra sono presenti i termini del contratto: trenta milioni di euro in due anni, con opzione per un terzo anno.

Altre importanti piattaforme di exchange sono diventate sponsor di squadre italiane. Come Bitget, sponsor di manica della Juventus a seguito di un contratto da circa dodici milioni di euro in due anni. O BitMex, che ad agosto 2021 ha siglato una partnership pluriennale con il Milan. Anche se non si conoscono i termini esatti dell’accordo, le cifre dovrebbero aggirarsi fra i tre e i cinque milioni di euro.  

Vanno menzionati, inoltre, altri due contratti di sponsorizzazione siglati durante il 2021. Quello del Napoli con Floki, meme coin che si ispira al più famoso Dogecoin di Elon Musk.  Un altro meme coin, Kiba Inu, è invece entrato a far parte degli sponsor partner dell’Udinese.

Leggi anche: NFT e blockchain, il futuro dell’arte è digitale.

La crisi delle criptovalute e i problemi tra Inter e Digitalbits

Inutile ricordare come questo 2022 sia stato l’anno peggiore per il mondo delle criptovalute e degli NFT. Il periodo di bear market, cominciato e consolidato in primavera, continua nel suo trend al ribasso, con minimi sempre più preoccupanti. La sponsorizzazione dell’Udinese con Kiba Inu è terminata da contratto la stagione scorsa, ma se fosse proseguita sarebbero potuti sorgere dei problemi. Infatti, il meme coin ha perso circa il novanta per cento del proprio valore nell’ultimo anno. La stessa sorte è toccata a Floki. Anche se i dettagli della sponsorizzazione non sono stati divulgati, ad oggi non risulta più tra gli sponsor del Napoli.

Il caso più emblematico di questa crisi è quello che vede coinvolti Inter e Digitalbits. Durante tutto il 2022, Digitalbits ha ritardato diversi pagamenti, soprattutto in vista del passaggio da sponsor di manica a main sponsor, sostituendo lo storico marchio Pirelli. Già a luglio, la scritta Digitalbits era stata rimossa dalle maglie della Primavera e della squadra femminile. Ad oggi, la situazione non è cambiata, con la tech company che rimane inadempiente da molti mesi e la società nerazzurra pronta a prendere ulteriori provvedimenti.

Come scritto dalla Gazzetta dello Sport, in caso non si riesca a trovare un nuovo main sponsor, l’ipotesi più probabile potrebbe essere quella di rimuovere Digitalbits dalle maglie fino alla fine della stagione, così da creare meno problemi con le casacche già stampate e in vendita. Purtroppo, il problema non è solo pubblicitario, ma soprattutto economico. La startup basa il suo ecosistema e la sua infrastruttura sul token nativo XDB, il quale può essere utilizzato come sistema di micro pagamento. Il token, però, ha perso nell’ultimo anno il novantanove per cento del proprio valore, mettendo in seria difficoltà la società. Da qui, il mancato incasso della prima tranche dei pagamenti e dei bonus legati alla stagione precedente da parte dell’Inter.

Valore del token XDB, dicembre 2021/2022. Fonte: Coinbase

Altre squadre di Serie A hanno problemi con i crypto-sponsor?

Partiamo dalla Roma, anch’essa sponsorizzata da Digitalbits. Al momento, la società sta vigilando sulla situazione, ma non sembrerebbero esserci particolari difficoltà come con l’Inter. La società capitolina sta cercando nuovi partner per accordi futuri, ma non ci sono notizie di una interruzione degli accordi con Digitalbits. Il clima è tranquillo anche nei rapporti commerciali tra Lazio e Binance, nonostante la piattaforma di exchange abbia visto dimezzare il valore del proprio token nell’ultimo anno. Inoltre, gli ultimi fallimenti che hanno coinvolto tra gli altri FTX hanno messo Binance sotto la lente di ingrandimento di diversi organi di vigilanza finanziaria.

Seguendo il trend ribassista, lo sponsor del Milan, BitMex, ha subito importanti perdite nell’ultimo anno. XBT, il token nativo della piattaforma, è attualmente a metà del valore raggiunto a dicembre dello scorso anno. In controtendenza, invece, Bitget, lo sponsor della Juventus. Il valore della criptovaluta BGB è aumentato più del doppio nell’ultimo anno, passando da otto a diciotto centesimi a gettone digitale.

Tuttavia, bisogna fare una distinzione tra la piattaforma di exchange e il relativo token. Se quest’ultimo è un prodotto finanziario come tutte le altre criptovalute, la sua volatilità non inficia per forza il patrimonio della piattaforma di appartenenza. Come spiega Alessandro Mazza, fondatore di Crypto Ita, in una puntata di Cripto, podcast de Il Sole 24ore, gli exchange guadagnano con le commissioni sugli acquisti e sulle vendite che avvengono all’interno delle piattaforme. Perciò, a livello legale, non possono usare i fondi degli utenti per altri fini, come prestiti a terze parti o fare investimenti. Cosa successa, per altro, con FTX e che, come noto, ne ha causato il fallimento.

Leggi anche: Lo scoppio della bolla delle criptovalute.

Un futuro incerto per i crypto-sponsor

Da quanto visto in precedenza, la crisi delle criptovalute sta colpendo in modo differente le sponsorizzazioni con le squadre della Serie A. Se i token hanno dimostrato di non poter resistere a questo inverno cripto, le piattaforme di exchange potrebbero dare qualche garanzia in più. Sicurezze, tuttavia, che possono essere messe in discussione da crolli, scandali e controlli sempre più serrati sul mondo delle criptovalute.

Al momento non ci sono segnali di un’imminente ripresa del settore. Anzi, le previsioni rimangono negative e non si può sapere quanto tutto questo finirà. Il calcio italiano aveva accolto con entusiasmo gli introiti portati dai crypto-sponsor, soprattutto a seguito delle difficoltà economiche causate dal Covid-19. Ora però la situazione si è ribaltata e, con un’economia mondiale instabile, le società di calcio che hanno stretto sponsorizzazioni con attori del settore cripto potrebbero trovarsi di nuovo in difficoltà.

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Thomas Piai

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