La notizia che ricopre le prime pagine di tutti i giornali e di cui parlano tutte le televisioni è quella della cattura del super latitante Matteo Messina Denaro da parte del ROS dell’Arma dei Carabinieri, avvenuta il 16 gennaio 2023.
I media si spendono nel ricostruire ora la vicenda, chi fosse Messina Denaro, quale fosse la sua condizione di salute, quale sarà il suo futuro e quale quello della criminalità organizzata. Ma chi sono gli uomini con il passamontagna che hanno reso possibile, con la collaborazione della Magistratura e delle altre Forze di Polizia, la cattura del boss siciliano?
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Il Raggruppamento Operazioni Speciali (ROS) dei Carabinieri è l’unico nucleo investigativo dell’Arma con competenza riguardo la criminalità organizzata e il terrorismo. Nato a livello di Brigata il 3 dicembre 1990, dalle ceneri del Nucleo Speciale Antiterrorismo voluto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, dipende dalla Divisione Unità Mobili e Speciali Palidoro.
Il ROS opera attraverso accurate indagini e infiltrazioni e si divide in quattro reparti: antiterrorismo, crimini violenti, indagini tecniche e indagini telematiche. I campi di azione sono diversi, dai sequestri di persona, alla lotta alla criminalità organizzata, dal traffico di armi a quello di droga.
La formazione del personale, altamente qualificato, è continua e spesso condotta in sinergia con i corrispondenti organi centrali della Polizia di Stato (DIGOS) e della Guardia di Finanza (GICO).
In attività tra il 1991 e il 1992, il CrimOr (acronimo di criminalità organizzata) era il nucleo della 1ª Sezione del 1º Reparto del ROS. Questa squadra guidata da Sergio De Caprio, noto come Capitano Ultimo, arrestò il boss Totò Riina il 15 gennaio 1993.
Dopo di lui, fu la volta di Giuseppe Morabito, detto ‘u tiradrittu, esponente della ‘ndrangheta, arrestato il 18 febbraio 2004; di Paolo Di Lauro, arrestato il 16 settembre 2005 a Napoli; di Pasquale Condello detto il supremo, arrestato il 18 febbraio 2008; e di Gerlandino Messina, boss di Cosa Nostra ad Agrigento, arrestato il 23 ottobre 2010.
Ultima operazione del ROS, in collaborazione con i colleghi del GIS – Gruppo Intervento Speciale (anche loro eroi silenziosi che si nascondono sotto un mephisto) e delle altre Forze di Polizia, è l’operazione “Tramonto”, ovvero quella che ha portato alla cattura del super latitante Matteo Messina Denaro il 16 gennaio scorso.
Operazione “Tramonto”, proprio come il titolo della poesia scritta dalla piccola Nadia Nencioni scrisse qualche giorno prima di morire, a soli nove anni insieme alla sorella di cinquanta giorni e ai genitori, il 27 maggio 1993 in via dei Georgofili.
Quella notte Cosa Nostra ordinò l’esplosione di un’autobomba con duecentosettantasette chilogrammi di tritolo in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi, provocando la morte di cinque persone e ferendone quarantotto.
Come redazione, non possiamo che unirci al plauso verso le Forze di Polizia, la Magistratura e ovviamente l’Arma dei Carabinieri. Credere che con l’arresto di Messina Denaro la mafia sia morta sarebbe utopico: che questo arresto sia una (grandissima!) spinta a non fermarsi e a continuare la lotta contro il più grande cancro che l’Italia e non solo si trova a combattere.
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